Savona. Un presidio unitario, sotto il Palazzo del Governo di Savona, per porre ancora l’attenzione sul drammatico fenomeno delle morti sul lavoro e, soprattutto, chiedere alle istituzioni di iniziare a discutere le proposte che i sindacati hanno formulato lo scorso mese di marzo. E’ quello che si è tenuto questa mattina in piazza Saffi a Savona e promosso dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil.
Secondo quanto elaborato dai tre sindacati confederali “dall’inizio del 2022 sono 677 i morti sul lavoro in Italia, una media di tre al giorno. Più di 400.000 le denunce di infortuni e una crescita di più del 7% per le denunce di malattie professionali. Lo scorso anno le ispezioni nelle aziende hanno evidenziato irregolarità per il 69% delle aziende controllate. Per salute e sicurezza sul lavoro si arriva al 77% di irregolarità. E questo con una quantità di organi di controllo e vigilanza ridicola per 1.600.000 imprese”.
Da qui la necessità di una manifestazione congiunta su un tema che, come sottolinea il segretario provinciale di Cgil, Andrea Pasa, è “quanto mai scottante” sul quale i sindacati lavorano giornalmente: “E’ una vera e propria strage – afferma senza mezzi termini – Savona, tra l’altro, è la ‘maglia nera’ della Liguria, visto che negli ultimi dieci anni sui luoghi di lavoro del nostro territorio sono deceduti oltre 70 lavoratori e lavoratrici. Siamo qui per chiedere alla Prefettura, per l’ennesima volta, di poter iniziare la discussione di proposte che Cgil, Cisl e Uil hanno costruito unitariamente lo scorso mese di marzo”.
Il documento tocca “tre questioni che si devono e si possono affrontare per limitare il più possibile i morti sul lavoro. La prima è costituita dalla precarietà: oltre il 92 per cento dei nuovi occupati in provincia di Savona è precario e perciò la precarietà va ridotta. La seconda questione è data dalla necessità di effettuare un investimento forte sul personale: oggi per tutta la provincia di Savona c’è un solo tecnico dell’Ispettorato del Lavoro. E’ troppo poco e lo continuiamo a denunciare. La terza questione la deroga (in peggio) ai contratti nazionali: anche in provincia di Savona ci sono aziende che hanno fatto investimenti faraonici e che continuano a chiedere alle associazioni industriali e al sindacato di derogare in peggio sugli orari di lavoro allungandoli, diminuendo le pause e quindi aumentando la possibilità che le persone si facciano male. Noi diciamo ‘no’, diciamo ‘fermatevi’. Ma lo diciamo soprattutto perché in Europa si sta facendo l’esatto contrario: si sta diminuendo l’orario di lavoro a parità di salario. A Savona serve tutto tranne che derogare in peggio i contratti nazionali”.
Sheba Servetto di Uil ribadisce che “la nostra provincia è stata tra le più colpite dal fenomeno degli incidenti e dei morti sul lavoro. La campagna ‘Zero morti sul lavoro’ che come Uil stiamo portiamo avanti da un paio d’anni ha proprio l’obiettivo di sensibilizzare tutti, lavoratori, istituzioni e aziende, su questo fenomeno che ancora non abbandona i posti di lavoro. Come sindacato abbiamo il dovere di far sentire alle istituzioni la voce di tutti coloro che lavorano, di tutti coloro che hanno subito infortuni. Per questo siamo sotto la prefettura: porteremo le nostre istanze affinché tutti abbiano sensibilità rispetto a questo drammatico fenomeno che, se non faremo qualcosa, non si fermerà”.
Simone Pesce, di Cisl Savona, sottolinea che “oggi è una importante giornata di mobilitazione nell’ambito della mobilitazione nazionale sul tema, ma anche l’occasione per ribadire la necessità di riconvocare il tavolo, già aperto in Prefettura, e ripartire dalle proposte che Cgil, Cisl e Uil avevano inserito in un loro documento costruito insieme agli Rls e agli Rlst a marzo scorso. Ci sono proposte operative per organizzare iniziative a livello territoriale. Una a cui teniamo è la collaborazione tra il mondo del lavoro, del sindacato, e la scuola: abbiamo elaborato un progetto sperimentale di incontro tra gli Rls e gli Rlst e gli studenti, che saranno i prossimi lavoratori ed imprenditori. Una proposta che riteniamo sia da realizzare in tempi brevi”.