Altare. In circa 200, questa mattina, si sono appostati fuori da Comune di Altare, dove hanno atteso l’arrivo di prefettura, Sovrintendenza, Provincia, Regione e Città del Vetro, per mandare loro un messaggio forte e chiaro: “Dopo 30 anni vogliamo risposte”.
In questo momento, infatti, è in corso il tavolo tecnico tra amministrazione e istituzioni per fare il punto sulla situazione dell’ex Savam e soprattutto sulla riapertura di via XXV Aprile, chiusa circa un mese fa in seguito al sopralluogo dei vigili del fuoco che ha attestato la potenziale pericolosità delle strutture e la conseguenza necessità di interdire il traffico veicolare e pedonale nella zona.
“Il 30 settembre 2022 è venuto a mancare il paese di Altare, ne danno il triste annuncio le attività e la popolazione”, questo uno dei cartelli sotto forma di necrologio mostrati dai numerosi cittadini durante la loro protesta pacifica. Mentre un altro striscione recita: “Art.1 L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Ma non per gli altaresi”.
Poche parole che riassumono quello che la popolazione e il commercio di Altare sta vivendo in queste settimane. La chiusura della strada, la principale del paese, ha infatti creato diversi disagi, non solo a livello viario, con Altare letteralmente divisa in due, ma anche economici: bar e negozi hanno dichiarato di aver visto il proprio fatturato dimezzarsi e c’è anche chi ha dovuto chiedere la cassa interazione per i propri dipendenti.
Ed è questo che i manifestanti vogliono sia chiaro ad enti ed istituzioni: “Siamo qui stamattina in veste di cittadini altaresi, tanti di noi sono nati e cresciuti qua e alcuni ci hanno investito dei soldi perché hanno aperto delle attività – spiega Federico Mignone, referente commercianti e membro del Comitato ex Savam – Quello che chiediamo oggi sono delle risposte. Questa è una situazione difficile, va avanti da tanti anni e ci sono state delle problematiche che l’hanno arginata, non ultima la chiusura di via XXV Aprile: purtroppo i tempi non saranno brevi, noi chiediamo chiarezza e soprattutto che si trovi un modo per riaprire la strada. Non dimentichiamoci che via XXV Aprile è un’arteria vitale per il paese che ora è tagliato in due, ma è importantissima anche per la Valbormida, da qui passa ad esempio il trasporto pubblico e i disagi stanno interessando tutti coloro che lo utilizzano. La speranza che è dopo questo incontro chi di dovere possa darci delle risposte chiare”.
Un pensiero che Mignone riassume in un cartello che mostra alle telecamere di IVG: “Altare è vita, per noi e per tutta la Valbormida. Non lasciateci soli”.
Risposte che lo stesso sindaco Briano chiederà durante la riunione, alla quale seguirà un sopralluogo nelle aree dell’ex vetreria. Lo ha annunciato prima dell’incontro proprio ai tanti cittadini accorsi sotto il municipio.
Insomma Altare chiede chiarezza e soprattutto di tornare ad essere un paese unito e produttivo.