Situazione

Discarica della Ramognina, diffida della Provincia al Comune di Varazze. Il sindaco: “Fase complessa, ai rilievi dovrà ottemperare il gestore”

Sopralluoghi Arpal, analisi, esiti che non vanno bene. Ora il Comune ha 30 giorni di tempo per fornire un documento in cui dichiari il ripristino dei nodi e delle criticità rilevate

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Varazze. Un capitolo chiuso il 31 dicembre scorso, con un’appendice che oggi torna a far parlare della discarica della Ramognina dopo la diffida arrivata al Comune di Varazze, dalla Provincia.

Tra le criticità emerse, ci sarebbero i risultati del campionamento a valle delle acque del rio Arenon, coperture in parte erose, presenza di percolato. In un sopralluogo sembra non ci fosse personale al lavoro per le operazioni di ripristino e manutenzione. Sembrerebbe anche che le canalette per la raccolta e il drenaggio del percolato non funzionino bene. Così come il procedimento del biogas.

Insomma, sopralluoghi Arpal, analisi, esiti che non vanno bene. In sintesi, ora il Comune ha 30 giorni di tempo, dall’arrivo del provvedimento, per fornire un documento in cui, attraverso una puntuale relazione tecnica, dichiari il ripristino dei nodi e delle criticità rilevate ed evidenziate dai sopralluoghi e, tra le altre cose, un cronoprogramma degli interventi.

“Non si chiude il cancello e basta – ci aveva spiegato il sindaco Luigi Pierfederici – dal primo gennaio inizierà la post gestione del sito: la bonifica insieme a una serie di altre cose da seguire e porre a termine regolarmente nel giro di due anni con la gestione del percolato, la ricopertura e l’impermeabilizzazione definitiva”.

Aggiunge il sindaco: “Occorre precisare a che punto si trovi la vita della discarica e ricordare quella che è stata la storia dell’impianto sino ad oggi, in particolare da quando le amministrazioni targate EssereVarazze hanno iniziato il loro percorso. Chi pensa che chiudere un impianto di discarica sia una procedura semplice non conosce bene l’argomento. Sottolineato ciò bisogna specificare che dal giorno della chiusura del sito e per i due anni successivi, le sole attività consentite sono quelle di ricoprimento del rifiuto esistente, così come da autorizzazione AIA, oltre alla riprofilatura delle scarpate. Attività quest’ultime realizzate dal gestore uscente essendo in capo allo stesso a seguito degli obblighi contrattuali ed autorizzativi. Obblighi reiterati a capo del gestore nonostante dall’anno in corso l’autorizzazione integrata ambientale sia passata al Comune di Varazze per ovvi motivi legati alla fase di chiusura dell’impianto. Stiamo affrontando una fase complessa in quanto nei prossimi due anni, sino all’attuazione del progetto di chiusura definitiva del sito, dovranno essere effettuate inoltre attività di controllo e monitoraggio così come previsto dalle autorizzazioni e dalla norma stessa”.

“Venendo al sopralluogo effettuato dai tecnici Arpal per i controlli ordinari di spettanza di codesto ente, il precedente dei quali effettuato nel mese di giugno, sono emersi alcuni rilievi ai quali il gestore, già attenzionato dal Comune, dovrà ottemperare. Infatti il Comune di Varazze ha emesso a sua volta diffida ad adempiere nei confronti del gestore proprio perché a lui, così come da obblighi contrattuali e autorizzativi, sono in capo determinate azioni e quindi responsabilità derivanti dall’AIA. Preciso comunque che i rilievi di Arpal si riferiscono alle aree di perimetrazioni interne al sito di discarica senza fuoriuscita di percolato dal sito stesso e quindi senza danni al territorio circostante, nonostante ciò l’attenzione sarà massima. Occorre ricordare, a chi grida ad una poca attenzione sulla gestione del sito, che se ad oggi esiste un fondo di accantonamento per la ‘post mortem’ della discarica della Ramognina di circa 7 milioni di euro è solo grazie al lavoro delle ultime amministrazioni nonostante la normativa di riferimento fosse entrata in vigore già dal 2003. Molti dei proventi della discarica di questi ultimi anni – conclude il sindaco – sono stati accantonati proprio per far fronte alle spese da sostenersi nel futuro con serietà e responsabilità; se così non fosse stato ci saremmo ritrovati ad affrontare realmente degli esborsi considerevoli senza averne la copertura necessaria a danno delle casse comunali e di conseguenza dei cittadini”.

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