Appuntamento chiave

Direzione nazionale Pd e percorso verso il congresso, i dem savonesi: “No a scioglimento e cambio simbolo e nome”

Oggi appuntamento chiave, che avvia il confronto sul futuro: i commenti di Parrinello (segretario provinciale), Niero (segreteria regionale) e Mallarini (segretario Albenga)

Partito Democratico Targa

Savona. Mentre oggi va in scena la Direzione Nazionale del Partito Democratico, convocata dopo l’annuncio delle dimissioni del segretario Enrico Letta, anche a livello locale si accende il confronto sul futuro. La Direzione odierna sarà chiamata ad analizzare la sconfitta alle ultime elezioni politiche e ad aprire una discussione, che parte già in salita, su quali saranno i tempi del Congresso. 

E IVG.it ha contattato alcuni dei principali esponenti dem del savonese per conoscere pareri e idee che convergono sul “no” a “scioglimento e cambio del simbolo e del nome” (alcune tra le ipotesi ventilate). 

Si parte dal segretario provinciale del Pd Emanuele Parrinello: “Sicuramente l’ipotesi avanzata da alcuni esponenti dello scioglimento e del cambio del nome è da scartare perché il progetto fondato nel 2007 è ancora valido. C’è l’esigenza di ridare una prospettiva e una linfa, e in questo percorso congressuale è fondamentale che il partito si apra il più possibile. Inutile scioglierlo o inventare qualcosa di diverso se le persone restano le stesse e il partito cambia solo nome. Abbiamo di fronte un periodo congressuale dove mettere al centro la nostra proposta politica, la capacità di fornire ai cittadini non solo enunciazioni teoriche o di principio, ma proposte concrete per il governo del Paese dei territori. Al centro ci deve essere il Pd e alleanze e persone devono venire di conseguenza: ora dobbiamo concentrarci sul nostro partito attraverso approfondimenti, elaborare il nostro progetto e intorno a quello costruire le alleanze. Non dobbiamo definire la nostra identità attraverso le alleanze, che sono importanti, ma arrivano dopo”.

“Bisogna, in primis, fare chiarezza e dare una linea politica chiara al partito e dopo fare le alleanze, – ha affermato Massimo Niero, sindaco di Cisano e membro della segreteria regionale. – Dovrà essere un congresso vero e serio, con un progetto di rinnovamento che parta dai temi. La sconfitta c’è, ma non mi pare clamorosa, in termine di voti persi, come quella della Lega e del M5S. Rimettere in discussione logo e nome mi sembra assurdo. Prima bisogna chiarirci al nostro interno, con un confronto vero, e capire quali sono il nostro programma e i punti imprescindibili da cui ripartire. Dopo si potranno trovare alleanze che convergano su questo”.

Sul rinnovamento: “È importante rinnovarsi e avere ‘facce nuove’, ma lo è ancor di più dare una linea politica vera e forte al nostro partito. Un congresso fatto in maniera seria e non solo con riposizionamenti all’interno di aree. L’errore è stato quello di guardare prima alle alleanze, senza avere un programma comune e condiviso. Uno sbaglio che non è stato commesso nelle amministrative di Savona: prima il programma, poi le alleanze è una formula dal risultato vincente”.

E sulla mancata rappresentatività del Pd nel territorio savonese: “In provincia di Savona, non avendo neppure un parlamentare su cui creare un fronte intorno, abbiamo la necessità di essere più forti come partito per sopperire alla mancanza. Serve una linea forte del Pd che finalmente possa esprimersi sui temi, con un programma serio”, ha concluso.

Infine, il commento di Ivano Mallarini, segretario del Pd di Albenga: “Auspichiamo che la fase congressuale, che speriamo non sia lunghissima e si svolga in tempi giusti, sia aperta alle discussioni, partendo dal programma e da nuove idee e non incentrata sui nomi. Riteniamo importante che questo avvenga con il coinvolgimento dei circoli, che sono la forza del Pd e devono essere protagonisti di questa fase: sono il contatto che abbiamo con la popolazione, aspetto fondamentale soprattutto in questa fase, con tanti cittadini che non sono andati a votare. Una grande vicinanza tra i circoli e la cittadinanza è quello che può far rinascere il Pd. Non penso vada cambiato il nome seguendo le ipotesi di chi non ci sta dando, forse, i consigli giusti (riferimento a chi, in queste ore, chiede lo scioglimento del partito, cambio del nome e del logo). Siamo scesi come percentuale di voti, ma non come M5S e la Lega, che hanno perso metà del loro elettorato. Penso che la fase congressuale debba essere di riflessione e sui programmi, ma non credo sia necessario chiudere e riaprire il Pd. C’è margine di rinnovamento”.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.