Savona. Da un lato un’esigenza delineata in modo chiaro da Giovanni Toti: dare la delega della sanità a un tecnico anziché a un politico, scegliendo quindi sulla base di precise competenze anziché sulle tessere di partito. Dall’altro lato il bisogno della provincia di Savona di tornare a essere rappresentata almeno in Regione Liguria, dopo essere stata di fatto estromessa dal Parlamento.
Due esigenze che ad ora appaiono inconciliabili. Per il tecnico futuro assessore alla Sanità (che riempirebbe la “casella” lasciata libera dall’elezione a Roma di Ilaria Cavo) si fanno diversi nomi, ma quasi tutti legati al mondo sanitario genovese (solo Salvatore Giuffrida, oggi al San Martino, è savonese e ha un passato in Asl 2); mentre il secondo assessore, quello che sostituirà Gianni Berrino, dovrà essere espresso obbligatoriamente da Fratelli d’Italia, e i meloniani sembrano intenzionati – almeno stando alle voci – a puntare su un imperiese. Tant’è che venerdì, a margine della presentazione del nuovo silos di Vado Ligure dedicato al caffè, lo stesso Toti ha iniziato a mettere le mani avanti: “Capisco le esigenze di tutti i territori, ma dobbiamo tenere conto dell’equilibrio regionale”.
Niente Angelo Vaccarezza, dunque, né Paolo Ripamonti o Sara Foscolo. E nemmeno ipotesi più remote circolate in questi giorni come l’ex sindaco di Savona Ilaria Caprioglio: nessuno di loro ha le competenze per il primo slot o la “tessera giusta” (quella di FdI) per il secondo. C’è però un savonese che avrebbe le carte in regola per occupare il posto di assessore alla Sanità: si tratta di Brunello Brunetto, ex primario di Rianimazione al San Paolo e oggi consigliere regionale in quota Lega. Una figura che garantirebbe sia l’appartenenza politica alla coalizione sia l’esperienza professionale necessaria e auspicata da Toti.
Lui, dal canto suo, non fa richieste e non avanza pretese ma non si tira indietro: “Va premesso che in questo momento assumere la delega alla sanità comporta un enorme impegno e responsabilità – spiega a IVG – perché la situazione è piuttosto difficile, e ci sono molte cose da mettere a posto a causa di contingenze che hanno reso tutto molto più difficilmente governabile. E poi c’è da mettere in campo tutti gli investimenti del Pnrr. Detto questo, se tutta la maggioranza compatta me lo chiedesse io direi di sì, perché candidandomi mi sono assunto delle responsabilità nei confronti dei cittadini, dei partiti e della politica. Se invece non mi verrà chiesto e la scelta dovesse ricadere su uno dei nomi che circolano, tutti professionisti di alto livello, io assicuro già fin d’ora a chi assumerà la delega tutta la mia collaborazione, in veste di presidente della Commissione sanità, di consigliere regionale e di medico. Perché credo ci sia davvero bisogno di un grosso supporto”.
Brunetto ha un “problema”: oggi, essendo formalmente eletto in Regione col Carroccio, non è più “solo” un tecnico. Ma lo è stato per tutta la vita, e fino a due anni fa. Probabilmente, se in tasca avesse avuto la tessera di Fratelli d’Italia invece di quella della Lega, oggi sarebbe il candidato naturale a quell’assessorato. Rimpianti? “Assolutamente no – taglia corto Brunetto – Fino a due anni fa facevo tutt’altro lavoro, i vertici della Lega mi hanno chiesto la disponibilità e io, conscio di schierarmi e quindi di poter risultare a taluni impopolare, ho deciso di fare una scelta di campo. Che in questo momento non rinnego. Quindi nessun rimpianto, si va avanti con la squadra che esiste e si cerca di fare il lavoro che siamo chiamati a fare. Come consigliere regionale devo cercare di rappresentare il partito che mi ha portato a essere eletto e il territorio che mi ha votato”.
E se alla fine la scelta dovesse ricadere su uno dei nomi circolati in questi giorni, chi potrebbe essere il più adatto? Brunetto non svela il suo preferito ma nicchia: “Ce ne sono tanti che iniziano con la B – Bonsignore, Bottaro e Botti, ndr – si vede che è una iniziale che in questo momento va per la maggiore… Scherzi a parte, sono tutti professionisti che hanno però profili differenti e quindi caratteristiche differenti. Vediamo quale sarà la decisione finale. Chiunque sarà, mi avrà dalla sua parte e darò il massimo per l’interesse comune”.