Cairo Montenotte. Ha come oggetto la concentrazione di benzo(a)pirene rilevata dalle centraline poste a Bragno ed in località Mazzucca l’interpellanza presentata alla maggioranza del sindaco Paolo Lambertini dai consiglieri di minoranza di “Cairo in Comune” Giorgia Ferrari e Silvano Nervi.
“Gli esuberi di questo inquinante, altamente pericoloso per la salute in quanto cancerogeno, si verificano da anni. La discussione è particolarmente urgente, visto che l’assessore all’ambiente Giampedrone, rispondendo in consiglio regionale a un’interrogazione del consigliere Ferruccio Sansa, ha ammesso che la principale fonte di benzo(a)pirene è la cokeria di Cairo. Poiché tale elemento è a conoscenza della Regione e degli enti già dal 2020 (come si desume dalla risposta di Giampedrone) chiediamo interventi urgenti per risolvere il problema e abbattere le emissioni a tutela della salute di lavoratori e residenti, oltre ad un approfondito studio epidemiologico per avere dati reali e certificati sul legame tra inquinamento atmosferico e patologie tumorali nella nostra valle. Alla luce della risposta della Regione interesseremo l’autorità giudiziaria affinché valuti se sussistano responsabilità dolose o colpose” dicono Giorgia Ferrari e Silvano Nervi.
Si legge nel documento: “Il consigliere Ferruccio Sansa, nel Consiglio Regionale del 4 ottobre scorso ha presentato un’interrogazione, sottoscritta da tutto il gruppo (Lista Ferruccio Sansa Presidente), in cui ha chiesto alla giunta quali iniziative sono state intraprese per salvaguardare la salute dei cittadini e individuare cause e responsabilità delle emissioni di benzo(a)pirene a Bragno. Il consigliere ha ricordato che i dati forniti dalla Regione evidenziano da gennaio ad aprile 2022, grazie alle centraline di Bragno e in località Mazzucca, livelli di concentrazione ben oltre il valore obiettivo annuale. Nella risposta l’assessore all’ambiente Giacomo Giampedrone ha illustrato le azioni assunte dalla giunta per tutelare la popolazione della zona e, in particolare, il Piano di azione per il risanamento della qualità dell’aria che riguarda soprattutto la cokeria, che, come recita il piano stesso approvato dal Presidente della Regione il 16/10/2020, è la principale sorgente di benzo(a)pirene; l’assessore regionale ha riassunto, inoltre, la complessa controversia legale con la ditta titolare dell’impianto. Sansa ha dichiarato: ‘Rispondendo in modo dettagliato all’interrogazione che ho presentato per far luce sull’inquinamento in Val Bormida, l’assessore Giampedrone ha citato uno studio di Arpal sull’apporzionamento delle sorgenti di inquinamento. La relazione conclusiva di questo studio sarà trasmessa a breve, ma già oggi Arpal ha confermato che la cockeria è la principale sorgente locale di B(a)P’”.
L’interrogazione prosegue sottolineando che “dopo alcune precedenti note di ARPAL e dopo le sentenze del Consiglio di Stato e del TAR Liguria, anche in sede istituzionale già dal 2020 si afferma con chiarezza che la principale fonte di inquinamento da benzo(a)pirene è lo stabilimento di Italiana Coke. Come opposizione in questo consiglio più volte, nella precedente e nell’attuale amministrazione, abbiamo sottolineato che l’esposizione cronica al benzo(a)pirene è altamente dannosa, visto che non viene inattivato ed eliminato dal nostro organismo, rimane al suo interno legandosi facilmente al DNA e facilitando l’insorgenza di cancri cutanei e polmonari. E’ ritenuto inoltre anche causa di mutazioni genetiche, infertilità e disturbi dello sviluppo. Da diversi anni la concentrazione di benzo(a)pirene rilevata dalle centraline di Cairo, in particolare Bragno e Mazzucca, supera il valore limite per la media annuale che è di 1 ng/mc.Come già evidenziato nella precedente interrogazione protocollo n. 19851 all’ordine del giorno del Consiglio del 30 settembre, ad oggi il sito regionale Ambiente in Liguria riporta i dati rilevati di benzo(a)pirene aggiornati solo al 31 maggio 2022. Il B(a)P è estratto in laboratorio dalle polveri sottili, ma un ritardo di quattro mesi e mezzo appare eccessivo. Continua ad essere d’attualità il progetto dell’azienda di utilizzare materiale plastico nei forni della cokeria e ARPAL ha sottolineato che, nel momento in cui l’azienda ottempererà alle prescrizioni AIA, non occorrerà alcuna ulteriore autorizzazione per attivarlo. Sono state installate videocamere di controllo sulle emissioni dei fumi della cokeria, ma ad oggi non sono ancora collaudate, di conseguenza non si conoscono gli esiti del monitoraggio”.
I consiglieri di minoranza continuano sottolineando che “la maggior fonte di inquinamento atmosferico sul territorio comunale, per quanto affermato da ARPAL e dalla Regione già nel 2020 è da attribuirsi allo stabilimento di Italiana Coke” e che “non si può rinviare ancora l’adozione di tutte le misure idonee a risolvere la grave situazione ambientale a tutela della salute di lavoratori e residenti”. Alla luce di ciò interrogano il sindaco, la giunta e l’assessore competente chiedendo “quali iniziative ha intrapreso, o intende intraprendere questa maggioranza ed in particolare il sindaco, primo responsabile della salute dei propri concittadini, al fine di tutelarne la salute e di impedire che a Cairo continui una vera e propria epidemia di patologie oncologiche, come attestato con chiarezza dal Consiglio di Stato. Se è già stata avviata o se è in corso da parte dell’azienda sanitaria locale una approfondita indagine epidemiologica per misurare, con dati reali e certificati, la portata dei casi di patologie oncologiche e altre legate al pesante inquinamento atmosferico subito dai cittadini cairesi e dei comuni confinanti. Se il Sindaco l’ha richiesta, sollecitata e se sì quando e quale risposta ha ricevuto”.
E ancora “se è nelle intenzioni del sindaco e di questa maggioranza intraprendere azioni volte alla mitigazione, fino alla cessazione, dell’emissione di inquinanti nell’ambiente in misura superiore ai limiti di legge; se sì quali. A chi compete il collaudo delle videocamere di sorveglianza e perché non è ancora stato concluso. Se vi è una data certa per la conclusione e l’avvio dei controlli. Poiché si rincorrono sempre più frequentemente le dichiarazioni di esponenti politici regionali che manifestano la necessità di costruire un inceneritore, o termovalorizzatore, in Liguria (il presidente Toti che il 20 maggio scorso sugli organi di stampa dichiarava: ‘Vorrei un termovalorizzatore in Liguria’), se questa maggioranza ha pianificato un futuro sviluppo sostenibile per il territorio cairese, che non sia più solo una sorta di ‘rifiuteria’ per la Regione Liguria (industrie ad elevato impatto ambientale, discariche, biodigestore)”.