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Andora, presentato il progetto di valorizzazione di Borgo Castello. Toti: “Nuove tecnologie per rilancio, lavoro e ripopolamento” fotogallery

Riqualificazione del nucleo centrale del castello, creazione del giardino botanico, percorso archeologico e storico, parco agricolo esperienziale

Andora. Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è intervenuto oggi alla presentazione del progetto di recupero e valorizzazione di Borgo Castello di Andora, dal titolo “Remember the past to build the future”, finanziato con 20 milioni di euro nell’ambito del PNRR.

Il preisdente di Regione Toti: “Non è solo un luogo, ma un modello”

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede infatti il finanziamento di 21 progetti pilota (uno per Regione e Provincia Autonoma) per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi caratterizzati da un indice di spopolamento progressivo e rilevante: “Bassta camminarci per capire non solo la qualità del progetto di grande rilevanza ma anche quella del luogo che ci ospita – ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti -. Un castello, una chiesa, piante rare che ospitano il giardino sono tutti gli ingredienti per diventare quello che il Pnrr finanzia: il recupero della nostra storia per costruire un’opportunità di crescita e di sviluppo nel futuro“.

In futuro potrebbero esserci altri progetti simili: “Con la programmazione europea 2021 – 2027 avremo modo di affinare questi progetti nella consapevolezza e convinzione che il nostro territortio deve avere un collegamento costante tra entroterra e mare“, ha proseguito Toti.

“Quello di cui parliamo oggi non è solo un luogo, ma un modello. Questo progetto, come gli altri ventuno approvati nell’ambito del Pnrr, ha una importanza fondamentale, non solo per questa provincia e la Liguria. Ma rompe una sorta di incantesimo per cui questo paese ha sempre oscillato tra l’indifferenza per i suoi beni culturali ‘minori’ o ha considerato la conservazione (salvo rarissimi casi) come qualcosa che assomigliava alla imperturbabilità, alla possibilità di non metterci mano. Per anni si è considerato sacrilego riportare alla vita qualcosa fatto dai nostri avi. Questo progetto sembra aver rotto questo incantesimo e spero che il legislatore che si è appena insediato faccia propria questa filosofia. Per la prima volta invertiamo un concetto che troppo a lungo abbiamo coltivato in questo paese e cioè che con il passato non si costruisce il futuro. Per la prima volta è stato codificato in un progetto importante di sviluppo economico come il Pnrr. Con la cultura non solo ‘si mangia’ ma forse è la cosa con cui mangeremo di più nel prossimo futuro. In un mondo in cui non competiamo per l’energia; non competiamo per sviluppo tecnologico (anche se quello che abbiamo visto oggi sul metaverso è bellissimo); su in tema siamo la super-potenza mondiale assoluta: la cultura. Su questo non ci piove”.

“Una rocca come questa che forse è una delle molte rocche d’Italia è qualcosa che è unica nel mondo, che ha solamente Andora. Questa è la nostra potenza e questo è il cuore del progetto: recuperiamo immobili costruiti dai nostri avi, di pregio architettonico straordinario; ma raccontiamo qualcosa della loro vita e recuperiamo le conoscenze che ci hanno trasmesso. Il turismo esperenziale è qualcosa di straordinario che in questo caso è una realtà aumentata di quella memoria e che consente di creare posti di lavoro rimettendo in fila gli anelli della nostra storia. Questi progetti hanno la responsabilità di tracciare la rotta e dare un segnale della strada da percorrere per costruire un Paese nuovo. E non è un caso che intorno a questi progetti poi ce ne siano altri ‘piccoli’. Questi patrimoni sono la benzina, il gas, il petrolio del nostro Paese. Non possiamo più permetterci operazioni che restano vuote, deserte, polverose e che sono servite solo a lavarci la coscienza. Questo – conclude Toti – è un posto dove si viene, si vive, si impara e si fa rivivere una parte della nostra memoria”.

Il sindaco Demichelis: “Ridiamo vita a questo borgo coniugando al passato le tecnologie del futuro”

“Questo progetto si pone l’obiettivo di ridare vita a questo borgo, coniugando al passato le migliori tecnologie del futuro. In modo che il borgo rigenerato diventi una forte attrattiva e contribuisca al rilancio di tutto il territorio. Qui si potrà risiedere, lavorare, coltivare campi, allevare animali come facevano i nostri antenati ma in chiave moderna, con le nuove tecnologie ed il massimo rispetto dell’ambiente. In questo palazzo verrà realizzato un polo culturale in cui si potranno ammirare le opere d’arte selezionate da uno dei massimi critici d’arte, Vittorio Sgarbi. Sono almeno cento i posti di lavoro che verranno creati qui”, ha dichiarato il sindaco di Andora Mauro Demichelis.

“Abbiamo già acquistato due milioni di euro di immobili, circa l’80 per cento della borgata. Questa è la prova che il motore dell’economia ha già cominciato a produrre i suoi effetti sul territorio. Il progetto pilota rigenererà i ruderi ampliando a più di cento edifici residenziali il progetto, uno degli assi portanti e vincenti insieme all’innovazione. Qui opererà un cantiere unico nel suo genere, con le migliori competenze al servizio di una progettazione unica nel suo genere in Liguria. L’obiettivo è creare un vero motore di rilancio dell’economia. Archeologi, informatici, botanici, esperti di realtà aumentata e operatori turistici e della comunicazione. Le pietre antiche convivranno con i moderni cablaggi della tecnologia. La qualità di vita sarà elevata e perciò possiamo ipotizzare che in futuro potremo vivere in questo splendido parco e lavorare in collegamento con ogni parte del mondo. Magari sfruttando il metaverso. E la realtà rurale permetterà, magari, di vendere i prodotti dell’orto. I vicoli, il casello, il parco botanico si animeranno in ambientazioni immersive, con personaggi virtuali. Tutto semplicemente indossando un visore per la realtà dinamica aumentata”, ha concluso.

La deputata Cavo: “Giornata storica”

La deputata Ilaria Cavo aggiunge: “Giornata storica per Andora e per tutti noi. Mi fa piacere essere qui con il presidente Toti e con Gianni Berrino, con cui ho condiviso l’iter di questo progetto. Dal ministro Franceschini era arrivata l’indicazione di ‘un borgo per regione’. Sembrava una sfida e coordinare tutto è stato difficile. Ma essere qui, vedere questo borgo e il progetto che lo trasformerà ripaga del grande lavoro fatto. Il Pnrr è questo, la possibilità di rendere un luogo vivo, ripopolarlo, creare occupazione, fare in modo che con la tecnologia si crei qualcosa di economicamente sostenibile. Questo è ciò che abbiamo chiesto fosse inserito nei criteri di valutazione del Pnrr. Mi fa piacere che ci sia stato lo sforzo di tutti noi, consiglieri e giunta. E ringrazio il presidente che mi ha sempre accompagnato nelle scelte. La scelta della giunta di affidare la valutazione ad un comitato tecnico in cui c’erano parti di ambiente, cultura, edilizia e altri ha portato ad una valutazione complessiva e a una scelta nel merito, per un progetto che non solo tecnicamente era inconfutabile ma che aveva un’anima, con un’idea vera, che poteva creare qualcosa di importante.

Don Stefano Caprile, parroco vicario foraneo di Andora: “Darà grandi opportunità e possibilità”

Don Stefano Caprile, parroco vicario foraneo di Andora commenta: “Sono contento per l’iniziativa che nasce oggi e che darà grandi opportunità e possibilità, per rendere il borgo vivo e produttivo e capace di lavoro, che nobilita l’uomo ed oggi è essenziale. Saluto a nome del vescovo, a nome del quale esprimo apprezzamento per questa giornata. Mia madre è nata in una delle case di Castello, non posso che essere contento che questo progetto abbia tutta la benedizione e la potenzialità e la realizzazione che merita”.

IL PROGETTO

Borgo Castello offrirà esperienze uniche in Liguria, diventando un ulteriore polo attrattivo sia dal punto turistico che culturale: “Grazie alle nuove tecnologie – aggiunge Toti – si potenzierà ancora di più l’esperienza collegata a un luogo straordinario come questo: con la realtà aumentata i visitatori potranno scegliere fra l’esperienza tangibile del borgo e quella “virtuale”, in cui gli scenari reali si animeranno di figure e attività del passato semplicemente indossando un paio di visori. Non sarà una visione da provare chiusi in una stanza, ma calata nella realtà, da vivere passeggiando per il borgo”.

Il progetto prevede il recupero dell’assetto urbano nel rispetto dei beni archeologici e del complesso monumentale, il recupero di 109 unità abitative residenziali e la realizzazione di un albergo diffuso e di un polo museale d’eccellenza, il recupero dei terrazzamenti a scopo agricolo.

Gli interventi chiave del progetto sono:
Riqualificazione del “Paraxo”, il nucleo centrale del Castello, dove sorgerà un polo espositivo di pregio, sede di esposizioni temporanee ed esperienze multimediali immersive;
Creazione del Giardino botanico “Orto del Muto”, ricco di piante rare di origini antiche ed esotiche in parte provenienti dai Giardini Hanbury, all’interno del quale si godranno esperienze interattive;
• Percorso archeologico e storico: prevede la ricostruzione di una buona parte dei ruderi presenti all’interno dell’area e la creazione di un vero tour immersivo in 3D dinamico, che consentirà al visitatore di muoversi realmente in un’altra epoca della storia, vivendo direttamente una esperienza unica;
Parco agricolo esperienziale, all’interno del quale verranno recuperate antiche attività della tradizione rurale e artigianale locale (molino, panetteria, frantoio, cantina, caseificio, laboratorio di cucina), anche tramite il recupero di antichi prodotti agricoli antichi. Si condurranno i visitatori a realizzare con le proprie mani il pane, l’olio, il formaggio.

“Il borgo presenta consistenti porzioni di tessuto edilizio in condizioni di grave abbandono – ha sottolineato l’architetto Paolo Ghione -. Vi risiedono una decina di nuclei famigliari e non ci sono praticamente servizi. E’ localizzato in un ambito di grande valore paesaggistico con emergenze monumentali di grande pregio: il castello, la chiesa romanico-gotica e altri. Il tutto però in un contesto di progressivo declino socio-economico. L’importanza di questo luogo per quanto riguarda la rigenerazione di Borgo Castello è data dal fatto che nel 2009 si era approvato un progetto urbanistico di recupero. Uno strumento che normava con rigore il restauro degli immobili e il recupero dei ruderi. Si erano create le condizioni di una fattibilità urbanistica di ristrutturazione del borgo, ma che fino ad oggi non è mai stata avviata. Il Puo ricalcava il perimetro delle vecchie mura di levante del borgo ed era finalizzato alla tutela storico-artistico-architettonica e al recupero filologico dei manufatti, col potenziamento della viabilità e il recupero di parcheggi pubblici e la riqualificazione delle aree verdi. L’intento era contrastare lo spopolamento e incentivare l’occupazione e la valorizzazione e la rigenerazione del patrimonio culturale e di siti che avevano perso le loro caratteristiche originari di residenzialità.
La prospettiva è poi cambiata e ora il progetto di rigenerazione del borgo dà attuazione al Puo ma comprende le emergenze architettoniche, le aree verdi e la cortina difensiva per sviluppare l’attrattività residenziale e l’occupazione. A ciò si aggiunge una nuova visione del turismo culturale, in cui la tecnologia permetterà la sperimentazione di una nuova realtà aumentata”.

“La collaborazione tra Ire e Comune – ha detto Stefano Baggio, amministratore unico di Ire – è stata particolarmente positiva ed efficace e ha richiesto impegno e il coinvolgimento di professionalità di alto livello. Ire garantisce al Comune il supporto per la valorizzazione delle componenti che hanno permesso il suo accoglimento da parte di Regione e Ministero”.

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