La sentenza

Abuso di autorità e lesioni, assolti il comandante di Ceriale e altri due imputati

Si è concluso il processo in Tribunale a Savona con il pronunciamento di primo grado

polizia municipale ceriale

Ceriale. Tre assoluzioni con formula piena: è quanto stabilito dalla sentenza emessa oggi dal Tribunale di Savona in merito al procedimento penale che ha visto sul banco degli imputati il comandate della polizia municipale di Ceriale Ivan Suardi, un altro vigile della polizia locale cerialese e una terza persona: il comandante era accusato di abuso di autorità, l’agente in servizio di abuso di autorità e lesioni personali, mentre il terzo imputato di lesioni personali.

La vicenda riguarda quanto accaduto ad un cittadino libico pregiudicato, che era stato fermato in orario serale e condotto presso la camera di sicurezza del comando cerialese in attesa delle disposizioni dell’Autorità Giudiziaria. Stando al quadro accusatorio, l’uomo, sorpreso abusivamente in un caseggiato, sarebbe stato legato con le manette alla gamba del letto nel corso delle ore trascorse nel comando di polizia municipale, dopo l’arresto avvenuto per i reati di resistenza e minacce a pubblico ufficiale.

In un primo tempo, nelle fasi iniziali dell’inchiesta, al comandante Suardi e al vigile in servizio era stato ascritto persino il reato di tortura, per la terza persona quello di violenza privata, reati poi aggiornati e derubricati nel corso del procedimento giudiziale.

Dopo l’udienza preliminare il dibattimento si è svolto sull’esame delle testimonianze raccolte e sull’accertamento peritale disposto dal giudice Giannone sulla stessa camera di sicurezza nella quale è stato trattenuto il cittadino straniero: decisive, e visionate nella loro esattezza e completezza, sono state proprio le immagini del circuito interno di videosorveglianza, che hanno ripreso le fasi del fermo e quanto avvenuto in quelle concitate ore dopo il fermo dell’extracomunitario.

La difesa ha dimostrato, anche con atti documentali di carattere sanitario, c0me il cittadino libico abbia manifestato comportamenti e azioni frutto di uno stato di estrema escandescenza, anche per l’assunzione combinata di un mix di droghe e alcol, con pesanti e reiterate minacce ai due agenti presenti, il vigile rinviato a giudizio e un’altra vigilessa che era di turno assieme a lui nella sera dell’episodio contestato.

Il comandante Suardi è arrivato sulla scena in un secondo momento e, considerata la delicata situazione, si è attivato, anche con le maniere forti, per calmare e fermare l’extracomunitario, poi trasferito presso l’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure viste le sue condizioni. Ma dal suo racconto, dai referti e da altri riscontri, si era aperta una indagine formale con tanto di successivo rinvio a giudizio per i tre imputati coinvolti.

I legali difensori hanno dimostrato la necessità di bloccare in ogni modo lo straniero per evitare conseguenze ancora peggiori, fornendo anche una dettagliata memoria difensiva nell’ambito dell’iter processuale. Anche l’utilizzo del cosiddetto spray al peperoncino è stato ridimensionato, sia perché non funzionante del tutto, quanto per la stessa necessità dettata dalla situazione, con riferimento alla difesa del personale di pubblica sicurezza che era in servizio.

Oggi è arrivato il pronunciamento del giudice, con tre assoluzioni per gli imputati, prosciolti a pieno titolo da ogni accusa.

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