Vetrina per il territorio!

A breve esce il docufilm su Giovanni Poggi e l’arte ceramica ad Albissola: “Il desiderio? Portarlo in tour per l’Italia e all’estero” fotogallery

Un progetto nato in piena pandemia e con oltre un anno e mezzo di riprese. Il protagonista, umile: "Un'esperienza unica che non merito"

Docufilm 'Il sottobosco' su Giovanni Poggi

Albissola Marina. Nato in piena pandemia, si prospetta avere già tutte le carte in regole per offrire una grande vetrina per Albissola e la sua tradizione ceramica il progetto ambizioso frutto dell’idea di Luca Bochicchio – direttore del Muda di Albissola Marina – e poi allargato a macchia d’olio per diventare un prodotto sempre più articolato e prezioso.

Si tratta di un docufilm di grande valore culturale che ricostruisce tramite un puzzle di interviste e immagini un pezzo florido di storia. Al centro la figura di Giovanni Poggi, noto ceramista albissolese che da poco ha spento 90 candeline nella sua San Giorgio, realtà artigianale e punto vendita ancora molto attivi sul territorio.

A essere cantata in prima persona la storia di uno dei pochi testimoni ancora in vita che può raccontare e far sentire con quel particolare luccichio negli occhi, quella che negli anni ’60 era la città di Albissola, crocevia di grandi artisti del panorama non solo italiano, ma anche internazionale come Asger Jorn, Lucio Fontana, Wifredo Lam e Agenone Fabbri.

Il titolo è evocativo: Il sottobosco è proprio ciò che si è sentito (e si esente ancora oggi) Poggi. “Tanti artisti hanno creato la loro arte nella fabbrica di Giovanni – spiega Silvia Basso, che si occupa del coordinamento generale del docufilm -. Il sottobosco rappresenta le radici, le basi, le condizioni essenziali per arrivare al prodotto finito tra materiali, luoghi fisici e aiuto nella produzione generale, che Giovanni ha sempre offerto”. Lo dimostrano le immagini tappezzate sui muri del laboratorio che ricordano gli artisti all’opera nel cortile.

Se non ci fosse l’anonimo sottobosco, i grandi alberi che svettano e fanno bella mostra di sé non potrebbero prosperare. Così gli artisti che fanno ceramica: hanno bisogno del lavoro umile e spesso anonimo dell’artigiano che prepara loro le basi, modella le forme dei supporti, diluisce i colori, ‘serve’ il suo maestro durante l’esecuzione” aveva espresso Giovanni Poggi nel luglio del 1994.

COME NASCE IL DOCUFILM?

Il tutto è nato come un regalo a Giovanni per i suoi 90 anni – ci spiega Silvia Basso -. Poi l’idea di Luca Bochicchio si è allargata sempre più grazie anche al prezioso aiuto degli autori (Enrico Bonino, Silvia Basso, Stella Cattaneo, Daniele Panucci), dell’associazione culturale Bologna Art Managers e della produzione di DLQ Factory  a opera di Michele Delucis e di Silvio Ottonello.

“Non è stato facile realizzare questo docufilm in tempo – confessa Basso -. Le riprese sono iniziate in pienissima pandemia, a fine 2020, e sono durate ben un anno e mezzo. E solo ora possiamo dire che il prodotto uscirà entro fine anno, molto probabilmente alla fine di novembre. Un mese dopo il compimento degli anni di Giovanni”.

Fondamentale il supporto della famiglia Poggi che si è resa disponibile, insieme a Giovanni, per restituire una parte importante del racconto – aggiunge Basso -. Il progetto è stato accolto con grande entusiasmo da tutti loro tanto che ci hanno confessato che non vedono l’ora di vederlo”. Nel docufilm presenti anche altre voci “artistiche” come quella di Ernesto Canepa, Tullio Mazzotti, Serena Salino e Paolo Pastorino.

GIOVANNI POGGI: “UN’ESPERIENZA UNICA CHE NON MERITO”

“E’ stata un’esperienza unica che non merito – è il commento umile di Giovanni Poggi -. E’ stato bellissimo ritornare nei luoghi dove era la mia prima fabbrica, dove è nato tutto, ma anche ritornare al tornio e aprire le porte della mia storia personale”.

“Per il mio compleanno chi si è occupato del docufilm ha voluto farmi un’altra sorpresa immensa, invitarmi a una nuova ‘Festa della Capra’, quelle grandi tavolate che apparecchiavamo con Asger Jorn alla fine di ogni grande lavoro artistico. L’ultima era stata nel 1972, l’anno dopo purtroppo Jorn ci ha lasciati”. Nell’abitazione dell’artista danese, sulla collina di Albissola, dove ora c’è la Casa Museo Jorn – molte riprese sono state girate anche qui – si mangiava tradizionalmente carne di capra e l’artista si divertiva anche a strimpellare il violino. A suggellare la loro amicizia e collaborazione artistica anche la partecipazione di Poggi in un altro documentario dedicato al centenario dalla nascita di Jorn.

UN PROGETTO CHE VUOLE GIRARE L’ITALIA E NON SOLO

Qui a essere raccontata non solo la storia ceramica di Poggi e Albissola, ma anche la vita quotidiana di Giovanni (tra cui l’impegno nell’orto), un uomo che a 90 anni, ha ancora la voglia di vivere invidiabile a un ragazzo di oggi.

“Questo prodotto multimediale rappresenta un grande puzzle che vuole girare l’Italia – afferma Silvia Basso -: in occasione della sua uscita abbiamo in mente di distribuire il video nelle città della ceramica, nelle scuole, nei festival, nelle piattaforme digitali… Chissà che, con il riferimento a Jorn, il documentario non venga proposto anche in Danimarca (con i sottotitoli), dove l’artista era nato. Questi sono al momento dei traguardi che vorremmo raggiungere, ma potremo proporli solo quando il docufilm sarà uscito. Le ambizioni sono tante comunque” tiene a dire la coordinatrice generale.

Al di là del grande eco che il docufilm produrrà a livello nazionale e internazionale, questa rappresenterà a ogni modo un prezioso lascito per le generazioni future, un racconto di circa un’ora che arricchirà l’archivio del patrimonio storico e artistico di un territorio votato all’arte ceramica, quello delle due Albisole. A sostenere il progetto tante realtà del territorio: la Fondazione De Mari, il Comune di Albissola Marina e la Galerie moderne Silkeborg; il patrocinio quello del Comune di Albisola Superiore; il supporto dell’associazione Amici di Casa Jorn.

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