Alassio. A due giorni dall’incendio di lunedì (dichiarato spento ieri a pranzo) tornano a bruciare le colline sopra Alassio. Per la terza volta in 4 giorni, se si conta anche il rogo che sabato è divampato tra la Città del Muretto e Laigueglia, per poi interessare soprattutto quest’ultima. E nel ponente savonese prende sempre più corpo l’ipotesi di trovarsi davanti a incendi dolosi, magari opera di un piromane.
Questa volta le fiamme sono partite di notte, alle 4.30, avvolgendo la collina tra Solva e Santa Croce. “La situazione è abbastanza sotto controllo – rassicura il sindaco Marco Melgrati – soprattutto grazie all’intervento dell’elicottero regionale e del Canadair, in grado di scaricare 6000 litri d’acqua alla volta. Cerchiamo di spegnere questo incendio, ancora una volta. Poi bisognerà appurare le cause… secondo noi è doloso, perché i volontari della protezione civile hanno trovato degli inneschi“.
Una notizia che, se verificata, pone davanti a uno scenario inquietante: “Questa situazione è grave – accusa il sindaco – Il problema è che non riusciamo mai a individuare questi pazzi che hanno questa ‘sindrome di Nerone’. Bisognerebbe fare come nei paesi islamici: una volta che si trova uno di questi tagliargli la mano. Purtroppo la nostra legge non ce lo permette. Però, se fosse possibile, parlerò con i sindaci per mettere una ‘taglia’ o comunque un incentivo per chi scopre o segnala eventuali pazzi che appiccano gli incendi. Perché non è possibile: prima Albenga, poi Laigueglia, ora due volte Alassio. E poi soprattutto aspettano che ci sia un po’ di vento per dare fuoco… è vergognoso”.
Fortunatamente nella zona interessata dall’incendio la maggior parte delle ville e abitazioni risultano essere seconde case, ma anche questa volta il pericolo di danni o peggio vittime è stato alto: “Una casa è stata toccata dall’incendio, una baracca è bruciata e molte case sono state minacciate dalle fiamme. Per fortuna l’intervento del Canadair ha scongiurato il peggio. Ne sta arrivando anche un secondo da Roma. Siamo qui che, come sempre, aspettiamo che l’aereo risolva la situazione“.
E si torna allo stesso appello di due giorni fa: “La necessità di avere un Canadair fisso a Villanova è sempre più pressante – tuona Melgrati – cercheremo di fare tutte le pressioni possibili per averlo. Qualcuno si dimentica che a Villanova esiste un aeroporto… anche se è privato un Canadair può stazionare lì senza problemi, come ai tempi in cui era ministro Claudio Scajola”.
Nel frattempo sopperiscono i residenti: l’elicottero, ad esempio, ha ripetutamente prelevato l’acqua da una piscina privata presente in zona. Anche per questo il Comune ha fatto sapere che per tutte le utenze che in questi giorni hanno avuto picchi di utilizzo dell’acqua, sarà fatto un raffronto con le bollette dello stesso periodo dello scorso anno: il surplus, utilizzato quindi per aiutare a domare l’incendio, non verra conteggiato.