Il direttore generale del Savona e rappresentante della cordata Massimo Cittadino fa chiarezza sul futuro prossimo della squadra biancoblù: “Se non si sbloccherà la questione dello stadio saremo costretti a ritirare la squadra prima della fine del campionato di Prima Categoria”. La situazione attuale, infatti, è di stallo: il Savona non ha partecipato al bando del Comune, andato deserto per la seconda volta, e l’amministrazione non intende percorrere la strada dell’affidamento diretto. Remota l’ipotesi che lo stadio venga messo in vendita, seppur caldeggiata dal club.
“Lo dico per rispetto e trasparenza nei confronti della tifoseria e della gente – prosegue Cittadino – Come ripetuto, siamo venuti per un progetto in cui lo stadio è una parte fondamentale. Che senso avrebbe avuto, altrimenti, venire da Roma per una squadra di Prima Categoria? Inoltre, i giocatori e lo staff tecnico sono encomiabili e ci stanno mettendo grande impegno ma non possiamo chiedere loro di mettere a repentaglio la salute giocando partite senza la possibilità di allenarsi in maniera adeguata”.
Al momento, però, il Savona resta alla finestra: “Noi stiamo ancora lavorando per portare giocatori da fuori e ci auguriamo di riuscire a venire a capo della situazione insieme al Comune. Se nessuno ha partecipato, significa che il bando non era appetibile. Stiamo valutando anche l’opzione di trovare un terreno dove poter costruire un nuovo impianto. Ma al momento la questione del Bacigalupo rimane fondamentale per la prosecuzione dell’attività“.
Il gruppo che ha rilevato il Savona ha anche acquistato il logo e il marchio del club fondato nel 1907: “Nella peggiore delle ipotesi, quella del ritiro, terremo logo e marchio in stand by e saremo disposti a cederlo se qualcuno vorrà prendersi carico della squadra. Ripeto, non siamo ancora al punto di dire che lasciamo, ma i tempi si fanno sempre più stretti”.