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Parchi liguri, il Consiglio dei ministri impugna la legge della Regione: “Viola la Costituzione”

Legambiente: "Un pasticcio, chiediamo da tempo la convocazione del tavolo di lavoro annunciata dalla giunta, ma mai realizzata"

Monte Beigua

Liguria. La legge regionale in cui vengono recepiti i nuovi confini dei parchi liguri sarebbe incostituzionale e in contrasto con la normativa statale in quanto interviene in materia di tutela del paesaggio che la nostra Carta stabilisce essere prerogativa dello Stato. Questo in sintesi quanto comunicato dal Consiglio dei Ministri che lo scorso 16 settembre ha annunciato di aver deciso di impugnare la legge di Regione Liguria che ridisegna i confini delle aree protette.

In particolare il contrasto con la normativa statale viene rilevato nell’articolo 18, che interviene sulla legge del 1995, modificandola e inserendo un nuovo comma dove viene inserita la nuova mappatura dei parchi naturali, tra cui quello Alpi Liguri, dell’Antola, dell’Aveto e del Beigua. E lo fa ridimensionando le aree protette entrando quindi in conflitto di attribuzione con la normativa statale e la Costituzione.

In questi giorni era stato accolto con entusiasmo da molti attivisti per l’ambiente l’ingresso dei comuni di Urbe nel Parco del Beigua, di Molini di Triora nel Parco delle Alpi Liguri, e di Montoggio nel Parco dell’Antola, ma di fatto il conto delle aree sotto vincolo è in negativo. “Avevamo salutato l’ingresso dei nuovi comuni nel sistema delle aree protette regionale con favore, esprimendo perplessità e chiedendo un ripensamento rispetto ai tagli effettuati negli altri comuni – commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – Ci ha pensato il Consiglio dei Ministri e le motivazioni che portano all’impugnazione sono particolarmente severe, a proposito delle riduzioni avvenute“.

Riduzioni che sarebbero abbastanza consistenti e che già all’epoca avevano scatenato la protesta di praticamente tutte le associazioni ambientaliste. Per il Parco dell’Antola sono solo il nuovo comune di Montoggio e per una piccola porzione il Comune di Savignone, ad apportare ettari di superficie, tutti gli altri undici comuni (Busalla, Crocefieschi, Ronco Scrivia, Valbrevenna, Vobbia, Fascia, Gorreto, Montebruno, Propata, Rondanina, Torriglia) invece ne perdono.

Per il Parco Alpi Liguri, un importante taglio alla superficie protetta, “giustificato con la necessità di assestare i confini su sentieri e mulattiere”, la subisce il Comune di Montegrosso Pian di Latte, ad Imperia, che passa da 211 ettari a soli 51, perdendone 160. È il taglio più consistente effettuato tra tutti i comuni liguri dei quattro parchi, compensato dall’ingresso di Molini di Triora (218 ettari) e dal mantenimento delle vecchie superfici dei comuni di Cosio di Arroscia, Mendatica, Pigna, Rezzo e Rocchetta Nervina.

Per il Parco dell’Aveto aumentano le superfici i comuni di Borzonasca e Mezzanego, ne perdono Santo Stefano d’Aveto, Rezzoaglio e Ne, “quest’ultimo comune ha visto bocciare la propria proposta di inserire una porzione di territorio relativamente alla miniera di Gambatesa”. Per il Parco del Beigua diminuiscono le superfici i comuni di Arenzano, Genova, Masone, Sassello e Varazze, le aumentano Campo Ligure, Cogoleto, Rossiglione, Stella e Tiglieto. La notizia positiva era stata l’ingresso del Comune di Urbe nel territorio del Parco. 

Secondo Legambiente, quindi, “Regione Liguria è accusata di aver ridotto le superfici sottraendole alla tutela naturalistica e paesaggistica in assenza di copianificazione col Ministero della Cultura. Tale aspetto si può contemplare se e solo se si integra e aggiunge territorio da proteggere – prosegue Il Presidente di Legambiente Liguria – e mai e poi mai se invece viene sottratto, come è stato fatto in questo caso”.

I confini dei parchi, però, non sono solo questioni di numeri e quantificazioni. In materia deve prevalere il principio della pianificazione e della tutela paesaggistica, come stabilità dall’articolo 9 della Costituzione. “Riducendo i confini dei Parchi regionali si concretizza un abbassamento dei livelli di tutela”

In attesa del completamento e dell’esito della procedura avviata – conclude Grammatico – abbiamo chiesto da tempo la convocazione del tavolo di lavoro che era stato annunciato dall’Assessore regionale ai Parchi Alessandro Piana e dal Vice direttore generale Agricoltura, Risorse Naturali, Aree Protette ed Interne, Federico Marenco, per avviare il percorso che porti all’aumento delle superfici protette in coerenza con la Strategia Europea della Biodiversità al 2030, ma ancora non abbiamo notizie. Così come non abbiamo notizie dell’integrazione dei comuni che ne hanno fatto richiesta per essere integrati nel perimetro del Parco Nazionale di Portofino e che la regione ha volutamente escluso”.

“L’impugnazione da parte del Consiglio dei Ministri della legge regionale sul riordino delle aree protette è l’ennesima dimostrazione dei pasticci dell’assessore Piana, della Lega e della Destra di Toti in fatto di tutela del territorio. Un’altra pessima figura da parte di chi non tiene in nessun conto ambiente e sostenibilità”, così il Gruppo Pd in Regione Liguria alla notizia dell’impugnativa da parte del consiglio dei Ministri.

L’inserimento di Urbe nel Parco del Beigua, previsto da questa legge, è stato un passo nella direzione giusta, che ha infatti trovato la nostra approvazione, mentre fin da subito abbiamo contestato l’idea di ridurre l’estensione delle aree protette, e ora le motivazioni del Consiglio dei ministri lo confermano. E’ indispensabile avviare un percorso che vada nella direzione opposta rispetto a quello intrapreso dalla Giunta Toti che, in totale contraddizione rispetto allo sviluppo e alle necessità del territorio, riduce le aree protette anziché ampliarle”.

La destra in Liguria – proseguono i consiglieri del Gruppo PD in Regione – ci prova da anni, prima con la legge ‘Tagliaparchi’ della Lega, poi impugnata, e con tante altre iniziative tese a depotenziare le aree protette regionali e a bloccare la creazione di nuovi Parchi Nazionali, come quello di Portofino, oppure la mancata estensione dei confini del Parco dell’Antola; delle Alpi Liguri o del Aveto, riducendo le superfici e sottraendole alla tutela naturalistica e paesaggistica senza coinvolgere il Ministero della Cultura.  Il pasticcio di oggi è solo l’ultimo di una destra contro l’ambiente e la sostenibilità”

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