Albissola Marina. “Una serie di aumenti stanno rendendo una situazione già difficile ancora più insostenibile“. A lanciare il grido di allarme Giovanni Poggi, storico ceramista che, a novant’anni, porta ancora avanti con grande dedizione e spirito di sacrificio l’attività della fabbrica-laboratorio San Giorgio di Albissola Marina.
“La crisi del settore ceramico e delle attività come la nostra è iniziata nel 2008, poi è stata aggravata dalla pandemia da Covid e ora deve fare i contri anche con il caro prezzi delle materie prime e dell’energia – afferma Poggi -. Ora stiamo già soffrendo per un aumento generalizzato delle materie prime di cui si fonda il nostro lavoro, a breve arriverà anche la bolletta dell’energia che si prevede parecchio salata”.
Nella ditta impiegata anche la famiglia. Nonostante stiamo parlando di un’azienda storica e importante del territorio crocevia di grandi artisti come Jorn, Fontana, Fabbri, Salino (per citarne solo alcuni), ma anche nuovi giovani artisti internazionali provenienti da Danimarca, Francia e Germania, “abbiamo seriamente rischiato, in questi tempi, di chiudere i battenti – spiega il fratello Piero -. Per fare un esempio del grande sacrificio fatto, Giovanni ha dovuto privarsi di alcune opere di grandi autori come Jorn e Lam, del valore di migliaia di euro, per salvare l’azienda”.
GLI AUMENTI
Ma ora un po’ di numeri. Di quanto sono aumentate le materie prime? “L’argilla, gli smalti, i colori, i trucioli hanno subito un aumento del 6/7 per cento – risponde Giovanni Poggi -. I costi delle cassette ad hoc di legno che utilizziamo per trasportare in sicurezza le ceramiche, da prima del Covid a ora, sono triplicati: da 80 euro ora ne costano trecento”.
L’effetto si sentirà anche sul prezzo dei prodotti finiti per i clienti? “Per il momento non abbiamo aumentato il costo dei nostri prodotti, ma se la situazione continua così saremo costretti a fare degli aggiustamenti. Ci dispiace per i clienti ma altrimenti non riusciamo a sopravvivere” aggiunge Giovanni. “Ogni nostro prodotto è frutto di un grande lavoro – illustra il fratello Piero -. Per realizzare le sfere di Natale, simbolo della nostra azienda, ad esempio sono richiesti ben novi passaggi tra la realizzazione a mano della pallina, le varie cotture e i vari passaggi per rendere il prodotto artigianale perfetto”.
Com’è la situazione vendite ora? “Il nostro settore sta pagando pesantemente questa crisi che vede sempre più persone comprare oggettistica più economica e non artigianale. Fortunatamente in questi giorni ci è arrivata un’importante commissione dall’Emilia Romagna, che ci permette una boccata d’aria, ma ordini di questa portata sono sempre più una rarità“.