Approfondimento

Le stragi di mafia del ’92 e il ruolo di Matteo Messina Denaro in “Matteo va alla guerra”, l’ultimo libro del giornalista Giacomo di Girolamo

Un punto di vista inedito per comprendere quei mesi che segnarono, per sempre, la storia del nostro Paese

Giacomo di Girolamo

Liguria. Si intitola “Matteo va alla guerra” l’ultimo lavoro del giornalista Giacomo di Girolamo. Un libro che, a trent’anni dalle stragi del ’92 questo, rappresenta un prezioso tassello che propone un punto di vista inedito per comprendere quei mesi che segnarono, per sempre, la storia del nostro Paese.

“Matteo va alla guerra” non vuole essere la biografia dei boss Totò Riina e Matteo Messina Denaro né, tanto meno, un resoconto della storia in cui si intrecciano depistaggi e “trattative”. Piuttosto individua un preciso momento storico, i primi anni Novanta, e un preciso luogo, la Sicilia occidentale, e lì scava in profondità per capire e raccontare per la prima volta il punto cieco in cui nasce una delle pagine più nere della nostra storia recente.

Su questo nucleo si dipana il racconto di come furono decise da Cosa Nostra le strategie criminali nella roccaforte mafiosa del territorio compreso nella provincia di Trapani e di come fu funzionale a tale disegno il giovane Matteo Messina Denaro, ancora oggi uno dei latitanti più ricercati, che non solo partecipò alla guerra contro lo Stato, ma approfitto del caos di quegli anni per attuare un ricambio generazionale dentro l’organizzazione mafiosa, lasciando di fatto lui al comando.

Un punto di vista inedito sulle stragi del ’92, una scelta stilistica e metodologica, quella di Di Girolamo, definita dalla critica “spiazzante”, in quanto narra una torbida vicenda, ancora non del tutto chiarita, dalla “parte del male”.

“Dopo aver scritto tanto, tantissimo, di mafia – dichiara Giacomo Di Girolamo – mi è parso evidente che ci fossero alcune tessere mancanti nella ricostruzione del mosaico di quegli anni. Molto si è parlato delle stragi, a volte troppo, e paradossalmente più andiamo avanti, più sembra che qualcosa sfugga. Ho deciso di tornare all’origine di tutto, al territorio: perché il territorio racconta, sempre. E questo un giornalista lo sa. Mi sono accorto così che è rimasta ad oggi nell’ombra l’influenza dell’ala trapanese di Cosa Nostra nella realizzazione delle stragi. Questo racconto, ancora, mancava. Questo libro completa di fatto un mio lavoro di ricerca, avanti e indietro nel tempo, che mi ha portato a scrivere saggi come ‘L’invisibile’, la prima biografia di Matteo Messina Denaro, e ‘Cosa Grigia’, sulle nuove forme criminali che attraversano il Paese”.

Giacomo Di Girolamo, giornalista e scrittore, è direttore del portale Tp24.it e di radio Rmc 101 e collabora con il quotidiano Domani. Per le sue inchieste su criminalità organizzata e corruzione ha vinto nel 2014 il “Premiolino”, uno fra i più antichi e importanti premi giornalistici italiani. È autore di vari libri tra i quali: “Gomito di Sicilia” (Laterza, 2019) e “L’invisibile. Matteo Messina Denaro” (il Saggiatore, 2010, 2017), “Contro l’antimafia” (il Saggiatore, 2016), “Dormono sulla collina” (il Saggiatore, 2014), “Cosa Grigia” (il Saggiatore, 2012, finalista al “Premio Piersanti Mattarella”). Ha realizzato con Matteo Caccia il podcast per Audible “Matteo va alla guerra”, finalista agli Italian Podcast Awards e vincitore della categoria Miglior Sound Design.

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