Promossi e bocciati...

La debacle della Lega si abbatte su Piana: delusione Biasotti, mentre sorride Pastorino

La mancata elezione dell'esponente leghista e il boom di Fdi potrebbe rimescolare le carte in vista del rimpasto nella giunta Toti

piana biasotti Pastorino

Liguria. “Un ottimo risultato per il centro destra che potrà lavorare in modo compatto. Congratulazioni ai nostri rappresentanti che continueranno a sostenere la Liguria a Roma con la solita tenacia che contraddistingue la Lega”. E’ il commento del vice presidente della Regione Liguria e assessore regionale Alessandro Piana sull’esito del voto per le politiche 2022.

Ad ora nessun riferimento alla debacle della Lega, che di fatto gli ha impedito la scalata a Roma. Piana, infatti, candidato nel collegio plurinominale del Senato, è rimasto escluso e non sarà parlamentare.

Sicuramente per l’esponente leghista una delusione, anche rispetto alle aspettative, ma il diretto interessato afferma: “Ringrazio i militanti, i sostenitori e tutti coloro che hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo del nostro territorio!”, un messaggio a caldo, in attesa della conferenza stampa della Lega in Liguria.

Piana, ora, dovrà anche fare i conti anche con il prossimo rimpasto nella giunta per l’elezione di due attuali assessori regionali (Berrino e Cavo), con l’incognita sulle possibili rivendicazioni di Fdi e un riassetto delle stesse deleghe che potrebbe spostare gli attuali equilibri interni del governo regionale.

Ma non solo, la mancata elezione di Piana potrebbe stoppare anche un possibile ingresso savonese nella giunta regionale, considerando che tra i nomi papabili c’era quello di Paolo Ripamonti. Tuttavia, lo scenario è ancora da definire e per Toti non sarà una partita semplice alla luce dei risultati di queste elezioni politiche.

Delusione, intanto, anche per l’ex presidente di Regione ed ormai ex senatore Sandro Biasotti: “Me lo aspettavo? No, ero convinto di farcela perché la coalizione era data vincente di oltre 10 punti, ma la sinistra ha avuto molti più voti rispetto al risultato nazionale. Sono rammaricato perché ho perso di poco” ha detto.

A negargli il quarto mandato consecutivo, stavolta sotto le insegne totiane di Noi Moderati, è stato Luca Pastorino, vincitore del collegio uninominale Genova Levante alla Camera per il centrosinistra, che lo ha battuto per poco più di un migliaio di preferenze. Il centrodestra in questa porzione di Liguria si è fermato al 35,4%, superato dal centrosinistra al 36%.

“In Liguria – osserva Biasotti – abbiamo preso parecchi voti in meno rispetto alle elezioni di quattro anni fa e rispetto al trend nazionale. È un fatto da studiare”. Analisi simile a quella del governatore Giovanni Toti, che ha notato come al centrodestra siano mancati circa 20 punti percentuali rispetto alle ultime amministrative. Perché? “Chi governa non è mai premiato alle urne, un po’ per il discorso della sanità, un po’ perché in genere viene premiato chi sta all’opposizione”, risponde l’ex senatore.

Il progetto centrista di Noi Moderati secondo Biasotti non è da buttare via: “Avremo parecchio tempo per ragionare, credo comunque che un centro moderato sia inevitabile. Noi non siamo stati premiati ma abbiamo fatto tutto in 20 giorni, un mese”. E poi qualche responsabilità viene attribuita al simbolo: “Era difficile, pasticciato, si faticava a distinguerlo da altri”.

Cosa farà da domani il 74enne Sandro Biasotti? “Intanto continuerò a fare l’imprenditore, poi darò una mano come ho sempre fatto a Toti e Bucci e a chi vorrà essere aiutato con la mia esperienza. Del resto non mi aspettavo nemmeno di essere candidato, è stata una sorpresa che dessero due collegi a Noi Moderati e uno a me”.

E Giorgia Meloni, premier in pectore? “Ha stravinto, anche se io avrei preferito che gli altri partiti prendessero. Non credo che avrà alcun problema né con Forza Italia né con la Lega. I problemi sono nazionali, a partire dalla crisi energetica. Lei avrà l’opportunità di governare, ma anche la maturità e la saggezza per farlo”. Ma i timori dell’Europa? “Ogni Stato ha la sua democrazia, lei ha vinto le elezioni”, conclude Biasotti.

Biasotti è stato sconfitto nel suo collegio da Luca Pastorino, sindaco di Bogliasco, deputato uscente di Leu e candidato come indipendente di centrosinistra, che l’ha spuntata per circa 1.300 voti, attestandosi poco oltre il 36%. La sua elezione rappresenta l’unica “macchia” nella vittoria schiacciante di Meloni e soci, anche in Liguria.

“Abbiamo dato battaglia per fare il meglio possibile, sapevamo che era difficile ma le cose si fanno per vincere – ha commentato in mattinata Pastorino -. Abbiamo messo in fila un po’ di cose: il Pd non è crollato e a Genova è rimasto al 25%, Azione e Italia Viva hanno preso voti e su quello contavo, forse mi aspettavo un risultato più basso del M5s. In un collegio così grande, per quanto uno faccia, non può raggiungere tutti. Ho fatto una campagna porta a porta con la rubrica telefonica davanti e tanta gente mi ha dato una mano”.

“Di sicuro il contesto di partenza era complicato. Aggiungiamo che Toti è sparito e tutto sommato abbiamo ottenuto un buon risultato personale”. Su oltre 73mila voti al centrosinistra, infatti, più di 5mila sono andati al solo Pastorino senza preferenze di lista.

Ora Pastorino, già eletto nelle fila del Pd nel 2013 per poi iniziare un lungo pellegrinaggio a sinistra, compreso il recente avvicinamento al sindaco di Milano Beppe Sala, potrebbe tornare nel gruppo Dem: “Ne parlerò con loro, ci devo ancora pensare. Nel gruppo misto non andrò mai. Mi piacerebbe collaborare con gli altri. Ne parlerò col segretario Simone D’Angelo o con chi mi chiamerà”.

Al di là della vittoria personale resta una bruciante sconfitta a livello nazionale. Che cosa si è sbagliato? “Il Pd sconta la partenza al governo, così come lo sconta la Lega. La campagna di comunicazione è però fondamentale: bisognava essere più incisivi, più semplici. È una campagna che ha avuto più inciampi in un contesto che non era tra i più favorevoli”. D’altra parte “il Pd sconta commenti ingenerosi su iniziative per il lavoro che invece ci sono state”. E le alleanze? “Sono nate in un clima di governo, non era certo una situazione fluidissima”.

Adesso a governare sarà il centrodestra: “Ora è meglio se facciamo un po’ di opposizione – ha rimarcato Pastorino -. Intanto Giorgia Meloni avrà un compito durissimo, quello di risolvere l’emergenza bollette. Tra loro non vanno proprio d’accordo, anche Berlusconi mi sembra ringalluzzito. Il centrosinistra litiga, è vero, ma il centrodestra litiga tantissimo, anche se lo fa vedere meno”.

C’è un rischio democratico? “Credo di sì, spero di essere smentito. Se il suo atlantismo è quello di Trump, se vota a favore di Orban e se tira la volata a Orban, si rischia di minare un asse che va corretto ma è quello che ci serve ora” ha concluso il deputato ligure.

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