Richiesta di intervento

Il ministro Orlando in visita a Sanac, Bombardier e Bormioli: “Regione Liguria poco attiva sulle crisi industriali”

Il ministro del lavoro Orlando in visita nel savonese: "Per Sanac faremo passi nelle prossime ore". I sindacati: "Urgente una risposta dalla politica locale e nazionale"

Vado Ligure. “Tutte hanno una difficoltà che nasce dal costo dell’energia e per questo interverremo durante questa settimana. Sulle crisi industriali quando non ci sono risposte dall’alto ci vorrebbe una mobilitazione dal basso. Regione Liguria non sempre è stata particolarmente attiva sulle crisi industriali“. Lo ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando dopo la visita nel savonese in Sanac, Bombardier e Bormioli.

E ha approfondito alcuni aspetti: “Ognuna di queste ha problemi diversi, la Bormioli principalmente legati al costo dell’energia, Bombardier ha esistenza di cambiare gli investimenti e sbloccare gli investimenti di risorse già destinate. Nel caso di Sanac dobbiamo affrontare la conseguenza di trasformazione dell’ex Ilva che oggi deve essere completamente ripensata. Il governo ha stanziato un miliardo di euro per un aumento di capitale di Ilva e si potrà dare risposte alla crisi di Sanac”.

“La seguiremo con attenzione – rassicura Orlando -. Non è accettabile che un’eccellenza nell’ambito della produzione dei refrattari per l’acciaio si impoverisca e indebolisca, mentre esiste ancora una domanda in questo campo, mentre un committente importante come Ilva si rivolge ad altri. E’ necessario rivedere le scelte di Ilva e come riprendere un percorso di investimenti. Su questo faremo passi nelle prossime ore“.

Attendiamo una risposta dalla politica dopo 10 anni in questa situazione. Il credito con Acciaierie d’Italia è di 30 milioni e necessita di un intervento.  E’ deprimente vedere una fabbrica chiusa”, ha detto Alessandro Bonorino. Fa eco Marco Giavina: “Parliamo di 80 famiglie, non riusciamo a capacitarci di come lo Stato non riesca ad aiutare questa azienda, siamo esausti. Vogliamo una risposta decisa e seria“.

Si aggiunge un duro commento del segretario provinciale della Cgil Andrea Pasa: “È inaccettabile il silenzio del ministero dello sviluppo economico Giorgetti. In due anni non è stato capace di risolvere una che sia una crisi industriale e non ha mai convocato nessun incontro per risolvere quelle savonesi. Uno schiaffo a un intero territorio. È la fotografia della poca, pochissima autorevolezza politica della regione Liguria in tema di industria e politiche industriali. È uno scandalo. Aziende strategiche per l’intero paese lasciate morire. Senza un ruolo da parte del governo e del ministero”.

L’INCONTRO TRA MINISTRO E SINDACATI

“Per quanto riguarda Bombardier abbiamo espresso la richiesta di avere garanzie in merito al finanziamento richiesto dalla società al MISE, finanziamento necessario per la realizzazione del piano industriale presentatoci ormai un anno fa e che prevede la costruzione di un nuovo capannone destinato alle attività di grande manutenzione. Il carico di lavoro sulle attività di service generato da tale investimento, insieme alla produzione delle locomotive DC3 ed a quella di parte del nuovo treno ad idrogeno, dovrà garantirà allo stabilimento di uscire dalla difficile situazione che si protrae da ormai dieci anni e di tornare a parlare di sviluppo produttivo ed occupazionale”, ha spiegato Andrea Mandraccia, segretario provinciale della Fiom Cgil.

“L’assicurazione che Invitalia, società del Ministero dell’Economia, sta lavorando su tale richiesta e che non ci sono problematiche di natura ‘politica’ rappresenta certamente un fatto importante, ma serve un’accelerazione per evitare di allungare le tempistiche dell’investimento e mettere quanto prima in sicurezza il sito e la condizione occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori – ha proseguito Mandraccia -. Così come è necessario che le commesse, particolarmente quelle di Mercitalia per la produzione di nuove locomotive merci, vengano rapidamente sbloccate per garantire quanto più carico di lavoro fino a che l’investimento non sarà completamente realizzato. Il settore ferroviario e quello della mobilità in generale sono centrali e lo saranno per molti anni, tanto è vero che molte sono le risorse del PNRR destinate a questo settore; crediamo pertanto che questa opportunità debba essere assolutamente concretizzata”.

“Per quanto riguarda Piaggio Aerospace, e conseguentemente LaerH che di Piaggio è fornitore strategico, abbiamo sottolineato come ad oggi la situazione nella procedura di individuazione del soggetto acquirente non abbia avuto gli sviluppi che ci erano stati esplicitati dal commissario Nicastro durante l’ultimo incontro dello scorso 26 luglio. Il prossimo incontro fissato per il 22 settembre sarà importante per capire lo stato dell’arte ma è evidente come un ulteriore allungamento dei tempi, o addirittura la prospettiva di un nuovo bando, sia pericolosi se non vengono quantomeno garantita la liquidità necessaria per continuare ad assicurare quantomeno gli investimenti correnti. Rispetto ai carichi di lavoro è stato importante lo sblocco della nuova commessa di sei P180 per il Ministero della Difesa ma rileviamo come lo stabilimento inizi ad essere in difficoltà per la mancanza di materiali. Bisogna pertanto necessariamente sgomberare il tavolo da qualsiasi ricaduta negativa che l’allungamento dei tempi di vendita può comportare e definire una soluzione industriale in grado di dare chiare prospettive produttive ed occupazionali attraverso l’individuazione di una nuova proprietà in grado di fare investimenti necessari per l’attuazione di un nuovo piano industriale”.

“Il piano industriale – prosegue Mandraccia – dovrà prevedere il mantenimento degli attuali assetti aziendali e dei siti produttivi, il rafforzamento dell’occupazione e possibilmente la reinternalizzazione dei lavoratori e delle attività esternalizzate in LaerH che sono essenziali per la completezza del ciclo produttivo. Si dovrà partire dalle attuali certezze, ossia la produzione dei P180, la definizione dell’iter di certificazione del P1HH e l’attività nel settore motoristico, sia produttivo che manutentivo. Infine ricordiamo ancora una volta come i piani industriali debbano essere discusse nelle sedi opportune, e da questo punto di vista il silenzio del MISE rispetto alle tante sollecitazioni arrivate non è certamente positivo. Si tratta anche di una questione di rispetto per centinaia di lavoratrici e di lavoratori che, dopo anni di preoccupazioni, hanno il diritto di avere informazioni certe sulla vertenza che li coinvolge. Lo stesso vale ovviamente per i lavoratori di LaerH, il cui destino deve essere legato a quello di Piaggio”.

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