Lettera al direttore

Vecchi tempi

Centocinquant’anni di ferrovia e qualche ora di emozioni

di Gianluigi Taboga

Treno storico Genova-Ventimiglia

Ho potuto sperimentare quanto la gente sia affezionata ad una Italia, che pur lontana negli anni, resta vicina nel cuore.

Alle 11,40 di oggi 18 settembre 2022 c’è in stazione a Loano una discreta folla che attende il treno come accadeva 150 anni fa. L’attesa è intercalata da saluti, abbracci e strette di mano, anche tra sconosciuti che hanno in comune un unico desiderio : festeggiare un treno che passa e va verso i ricordi di un’Italia a cavallo di due secoli di storia.

Il treno arriva sferragliando, con i finestrini gremiti di gente che si sbraccia salutando. mentre a terra tanti si apprestano a salire salutati da chi resta e riprende la scena con i telefonini da ogni angolazione.

Lunga sosta che si protrae ad Albenga con altrettanti convenevoli ammirando una coppia che si presenta in stazione con elegantissimi abiti, stile primi anni del novecento; lui con un cappello Borsalino, lei con un delizioso cappellino e un ombrellino da vera lady ! Un successo e un gran entusiasmo che diventa contagioso.

Su tutto il tratto che costeggia il mare, ancora gremito di bagnanti , viene tributato un vero e straordinario omaggio al treno storico e ai suoi viaggiatori con uno scambio inverosimile di saluti a braccia levate. Sarà l’emozione di aprirsi agli altri in momenti così difficili, sarà la giornata di sole così bella, in un panorama così incantevole, fatto sta che sembrava di essere in un altro mondo ed in un’altra epoca. Era tempo che non mi capitava nulla del genere, eppure oggi ho compiuto 83 anni e nella mia vita ne ho viste di cotte e di crude,

Resta però un ritorno alla realtà, e quando, dopo Andora, alla luce del sole e allo splendore del mare è subentrato il buio delle gallerie, tutto è piombato nel silenzio. E’ stato come un brusco ritorno in un mondo che nutrendosi di tecnologia, relega i veri valori della vita e le bellezze della natura nel buio di un tunnel senza uscita.

Se un’ Italietta come quella appena unificata nel 1861, in 12 anni e con i mezzi di allora , era riuscita a fare un vero capolavoro perché oggi non ne abbiamo più la capacità?

La risposta è piuttosto facile e spontanea : allora avevano Cavour !

Gianluigi Taboga
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