Aperta

Caccia, l’Osservatorio Savonese Animalista: “Un autentico macello che impedisce alle persone di fruire della natura senza rischi”

"L'unica buona notizia per la fauna è che i cacciatori sono ogni anno sempre meno e sempre più anziani, salvo qualche donna in più; ma la strage di animali è assicurata"

caccia generica

Liguria. “Riapre la caccia in Liguria oggi, 20 settembre. E ciò malgrado gli alberi abbiano ancora un folto fogliame e la visibilità nei boschi sia di poche decine di metri e saranno probabilmente presenti escursionisti, biker e, soprattutto, cercatori di funghi, secondo il consueto atteggiamento dei politici della Regione Liguria, che nega a questi ultimi il diritto di fruire della natura senza rischi”. Lo afferma, in una nota, l’Osservatorio Savonese Animalista (Osa).

“Dalle 6,15 (è ancora notte) alle 19,15 (è quasi notte), grazie ad un calendario approvato dalla giunta regionale nel solo rispetto degli appetiti venatori, i cacciatori potranno sparare a lepri, conigli selvatici, quaglie, tortore, starne, merli, colombacci, germani reali, gallinelle d’acqua, tordi bottacci, folaghe, alzavole, codoni, fischioni, mestoloni, marzaiole, canapiglie, frullini, beccaccini; cornacchie, gazze e ghiandaie; e dal 1° ottobre si aggiungeranno altri animali (merlo, allodola, beccaccia, tordo e sassello, cesena, porciglione, cornacchie, ghiandaia, fagiano di monte, gazza e volpe)”.

Per Osa “l’unica buona notizia per la fauna è che i cacciatori sono ogni anno sempre meno e sempre più anziani, salvo qualche donna in più; ma la strage di animali è assicurata dal tetto massimo di abbattimenti, un autentico macello: durante l’intera stagione potranno uccidere ‘solo’ 50 allodole, 25 quaglie e codoni, 20 fagiani e beccacce, 10 morette ed 8 lepri e starne”.

“Ed il 2 ottobre si apre la caccia al cinghiale, con fucili aventi gittata utile (e pericolosa) di centinaia di metri, in boschi con visibilità di pochi metri; i cinghiali ovviamente scapperanno, percorreranno decine di chilometri al giorno e potranno ancora entrare nelle zone rosse di peste suina, con il pericolo di mescolarsi con soggetti positivi e, praticamente, favorendo la diffusione della malattia: complimenti alla Regione Liguria”.

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