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Aborto, Brunetto: “Legge 194 va rispettata, così come i sanitari obiettori: ma chi ricorre all’interruzione di gravidanza dev’essere tutelato”

"Alle pazienti va sempre assicurata la possibilità di essere sottoposte a questo tipo di intervento. Ma bisogna fare un importante lavoro di prevenzione nelle Case di Comunità e nei consultori"

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Liguria. Brunello Brunetto, già primario della struttura complessa di anestesia e rianimazione degli ospedali di Savona e Cairo Montenotte e oggi consigliere regionale e presidente della commissione sanità, interviene sulla querelle innescata dall’ordine del giorno con cui il Pd chiedeva di garantire la piena attuazione della legge 194 e il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza senza difficoltà per le donne che accedono alle strutture regionali.

L’ordine del giorno, che impegnava anche a “sostenere nelle sedi più opportune la richiesta del Parlamento europeo di inserire il diritto all’aborto legale e sicuro nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea”, è stato approvato con 21 voti favorevoli, quelli dell’opposizione e di una parte della maggioranza. Al voto non hanno partecipato gli esponenti di Fratelli d’Italia, che hanno deciso di astenersi dal voto. Una scelta che ha scatenato una ridda di polemiche, specie dai banchi della minoranza.

Toti ha affermato: “Per quanto mi riguarda la legge 194 non solamente è intoccabile in tutti i suoi principi ma è un baluardo di libertà e come tale non ho avuto problemi, anche cogliendone un filo di strumentalità, a votare un ordine del giorno in tal senso”. E poi ha “assolto” gli alleati: “Immagino sia stato un voto di astensione per sottolineare una provocazione o così l’hanno vissuta da Fdi. Mi sembra che FdI e Giorgia Meloni abbiano più volte sottolineato che non è un obiettivo né tattico né strategico del governo modificare quella legge”.

Ora sul tema interviene anche Brunetto, che subito precisa: “Quando c’è, una legge va rispettata e applicata. E la legge 194 va sempre applicata quando richiesto. Quando in un ospedale è presente un reparto di ostetricia ed è possibile effettuare una interruzione volontaria di gravidanza in sala operatoria, alle pazienti va sempre assicurata la possibilità di essere sottoposte a questo tipo di intervento. Quando ero in servizio al Santa Corona di Pietra Ligure, le interruzioni venivano effettuate al martedì pomeriggio e non c’è quasi mai stato il rischio che le sedute saltassero. Al San Paolo di Savona, invece, gli interventi erano svolti al venerdì mattina perciò poteva succedere che, in caso ad esempio di sciopero, gli interventi potessero essere annullato o rinviati. Quando c’era questo rischio, mi attivavo personalmente per fare in modo che ci fosse sempre uno spazio dedicato alle interruzioni volontarie di gravidanza, in maniera tale che il diritto della donna di essere sottoposta a questo trattamento fosse garantito sempre e comunque. Anche in caso di adesione allo sciopero di anestesisti non obiettori. Un diritto non va mai sospeso. Una donna può cambiare idea e rinunciare a sottoporsi ad intervento anche quando si trova già sul tavolo operatorio. E verrà sempre rispettata. Ma la donna non deve arrivare a discutere di questa scelta quando è già in ospedale”.

“Pur essendo attività ‘elettive’ – aggiunge Brunetto – le sedute già programmate vanno effettuate e gestite alla stregua di urgenze. La scelta di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza è del tutto personale della donna, che può decidere di sottoporvisi anche all’insaputa del compagno. Essere dunque costretti a rimandare un intervento, ad esempio per uno sciopero, può dunque costituire un problema per la paziente”.

Secondo Brunetto, prima di ragionare sulla possibilità o meno di ricorrere alla interruzione volontaria di gravidanza, bisogna valutare bene cosa si faccia per prevenire le eventuali gravidanze non desiderate: “Da anestesista, ho partecipato a centinaia di interruzioni di gravidanza – spiega – Sottolinearlo è superfluo, ma mai nessuna donna che si è sottoposta a questo tipo di intervento lo ha mai fatto in modo spensierato; anzi, ciascuna di loro ha sempre manifestato una profonda sofferenza. Prima di ragionare sull’interruzione di gravidanza, credo vada fatto un lavoro importante più a monte. La prevenzione va iniziata nelle scuole e, dopo l’età scolare, anche in contesti socio-economico fragili. La prevenzione e un’educazione sessuale chiara ed accurata sono gli strumenti principali perché sempre meno donne si trovino poi costrette a ricorrere all’interruzione di gravidanza e quindi a fronteggiare profonde crisi personali”.

Secondo Brunetto “l’ospedale non è il luogo deputato a trattare queste problematiche, ma è quello adatto a risolverle. La proposta di dotare di uno sportello di ascolto e dissuasione alla interruzione di gravidanza ogni ospedale con un reparto di ostetricia va rivista. Ora che il sistema sanitario ligure si doterà di Case di Comunità e quindi ci sarà un importante spostamento della rete territoriale, i luoghi adatti a questo lavoro di prevenzione sono le stesse Case ed i consultori: grazie alla presenza di psicologi e ostetriche, sono questi i luoghi idonei ad aiutare una persona in dubbio se tenere o meno un bambino. Ovviamente nei consultori territoriali deve prestare servizio personale non obiettore: se così non fosse, ogni caso verrebbe trattato in maniera non imparziale. E invece ogni persona deve poter scegliere la soluzione migliore per sé senza condizionamenti esterni né pregiudizi. Il non obiettore, infatti, accetta e sostiene sia la donna che vuole partorire che la donna che non vuole tenere il bambino. Invece l’obiettore ha già fatto una scelta di campo e perciò potrebbe forzare la decisione della donna, che poi finirebbe per pagarne le conseguenze. I consultori, dunque, sono i luoghi migliori per un pre-colloquio, un confronto che preceda l’interruzione di gravidanza e che aiuti la donna nella sua scelta e anche a trovare strumenti di sostegno economico (se l’unico problema che spinge all’interruzione è l’incapacità di provvedere economicamente al proprio figlio)”.

“Sull’onda dell’emotività – aggiunge Brunetto – qualcuno ha proposto di abolire, per i professionisti della sanità, la possibilità di esercitare l’obiezione di coscienza. Come non si tocca la legge 194 così va garantita anche la possibilità di dichiararsi obiettori nei confronti dell’interruzione volontaria di gravidanza. Come medico, io non sono obiettore per scelta personale e per mie convinzioni, ma ho sempre rispettato i colleghi che esercitavano questo diritto”.

Secondo Brunetto andrebbe fatta una “riflessione seria anche sulla interruzione volontaria di gravidanza farmacologica e non chirurgica. In questo ambito tra le Regioni c’è parecchia disomogeneità: alcune la pratica, in altre è assolutamente contrastata, altre si sono astenute rispetto alla scelta. Personalmente cercherò di portare l’attenzione sul tema in una delle prossime riunioni della commissione. Senza preconcetti, ma per fare l’interesse delle donne, della loro salute fisica e psichica in un momento per loro difficile e drammatico. Un momento che, non solo da parte del personale sanitario ma anche della politica, va affrontato con serietà senza pregiudizi e con il solo desiderio di aiutare queste persone preda dello sconforto e della disperazione”.

“Ho sentito spesso persone affrontare tematiche difficili e serie come questa con sicumera e una superficialità da ‘so tutto io’. Questo senza mai essere stati neppure una volta vicino ad una persona costretta ad affrontare una interruzione volontaria di gravidanza. Capire cosa ci sia dietro è impossibile senza averlo visto da vicino. Perciò è necessario essere rispettosi e prudenti e valutare ogni scelta con la massima cautela”.

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