Epidemia

Vaiolo delle scimmie, morto il primo italiano. Anche in Liguria crescono i casi confermati

Bassetti insiste: "Unico modo per proteggerci? Vaccinare subito gli omosessuali maschi tra 18 e 45 anni"

vaiolo delle scimmie

Liguria. Cresce l’apprensione per la diffusione del vaiolo delle scimmie dopo la morte del primo italiano: si tratta di Germano Mancini, 50enne comandante dei carabinieri di Scorzè in provincia di Venezia, che si trovava in vacanza a Cuba. In Italia sono saliti a 714 i casi accertati secondo il ministero della Salute. Intanto l’infettivologo genovese Matteo Bassetti rilancia: subito vaccino per gli omosessuali maschi tra 18 e 45 anni.

In Liguria per ora sono 16 le persone infette, una in più rispetto all’ultima rilevazione. La situazione più grave si registra in Lombardia con 308 casi confermati, seguita dal Lazio con 128 e dal Veneto a quota 48.

” Lo sostengo da maggio che si tratta di una infezione tutt’altro che blanda – ha scritto oggi Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova -. Quando i numeri crescono così violentemente (siamo a 50mila casi accertati nel mondo) può succedere che ci siano casi gravi anche mortali. Unico modo per proteggerci? Prevenzione e vaccinazione da destinare subito a giovani uomini omosessuali tra i 18 e i 45 anni“.

D’altro canto il direttore dell’istituto Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, butta acqua sul fuoco: “La notizia del primo decesso tra i cittadini italiani contagiati da vaiolo delle scimmie non deve allarmare la popolazione. Salvo casi eccezionali, la malattia decorre in modo benigno, senza complicanze gravi, con la guarigione che sopraggiunge dopo due o tre settimane”.

Secondo dati forniti dallo Spallanzani, a fronte di oltre 42 mila casi notificati in paesi non endemici, quindi al di fuori dell’Africa centrale e occidentale, i decessi sono stati solo 5, pari a una letalità di 1,2 su 10mila. La malattia interessa oggi solo dei gruppi di popolazione e il vaccino disponibile, che è l’antivaioloso di terza generazione, ha una elevata capacità di protezione (almeno 85%) dalla malattia.

All’istituto romano sono già state vaccinate 500 persone a rischio contagio. “Sempre nel nostro Istituto stiamo conducendo studi sulla memoria immunologica delle persone a suo tempo vaccinate contro il vaiolo – afferma Vaia -. I dati preliminari indicano che oltre il 90% delle persone che erano state vaccinate oltre 40 anni fa per il vaiolo, hanno anticorpi che reagiscono con il virus del vaiolo delle scimmie, talora anche in quantità elevata. Questi dati dimostrano che il vaccino antivaioloso e’ in grado di stimolare una risposta immunitaria forte e duratura, anche a distanza di molti anni”.

Mancini originario della provincia di Pescara e risiedeva a Noale. È deceduto domenica sera. Era arrivato nell’isola, insieme con un gruppo di amici, lo scorso 15 agosto. Appena due giorni dopo aveva cominciato a stare male, tanto che poi, il 18 agosto, è stato necessario ricoverarlo all’ospedale. Le sue condizioni sono peggiorate mentre era in terapia intensiva. È stato documentato come primo caso di vaiolo delle scimmie a cuba.

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