Liguria. Non apparteniamo alla corrente entusiasta che parla di una forte, solida e strutturale ripresa del turismo, del “tutto completo e peccato non avere più camere”, di un futuro ormai radioso per l’intero comparto.
Un po’ è un’opinione nostra, un po’ ci aiutano pareri di persone competenti e pure qualche numero aiuta a inquadrare meglio il discorso.
Chi più di altri si espone su questo fronte è Andrea Valle, presidente di Federalberghi Savona, che in molte occasioni ha inquadrato il problema con occhi disincantati.
“Rispetto a 20 anni fa – è il suo pensiero – gli alberghi sono scesi da 800 a poco più di 300. Le prenotazioni arrivano all’ultimo momento, le strutture si riempiono nei week end, ma in settimana ci sono spesso camere libere, anche in questo periodo”.
Poi snocciola i problemi che gettano ombre sul futuro: il costo esorbitante e ormai insostenibile delle bollette, i prezzi delle materie prime, la carenza di personale, l’abusivismo delle seconde case.
C’è chi aggiunge che negli hotel il telefono squilla di rado e non con un flusso costante, che il livello della clientela non è certo di prima qualità, nel senso che si contratta pure sui dieci euro, che arrivano disdette anche all’ultimo momento e senza una ragione precisa. Dopo giugno e luglio sarebbe in calo anche la presenza dei turisti del Nord Europa, ormai concentrati sugli impegni invernali di abitudini, scuola, lavoro.
Ci siamo limitati agli alberghi come punta di diamante della nostra economia turistica, poi ovviamente ci sono i B&B, i campeggi, i locali notturni, gli stabilimenti balneari.
Da questi ultimi arrivano notizie più confortanti (sia per la presenza di italiani sia di stranieri, ovviamente russi a parte), ma non dovunque.
I locali notturni se la cavano però, a seconda della capienza, non sono sempre pieni zeppi e sono alle prese con una certa concorrenza scriteriata che ha sempre afflitto il comparto: si copia il programma del locale vicino quasi per dispetto. Un segno di immaturità imprenditoriale che si registra da tempo.
Anche dagli eventi arrivano segnali non sempre ottimi, nel senso che alle manifestazioni, come quelle dei vari Comuni, che già si organizzavano prima del Covid, non corrisponde lo stesso livello di partecipazione.
Ne sapremo di più dopo questo periodo di Ferragosto, con l’arrivo di settembre e poi dell’autunno con le sue criticità, compresa la riapertura di tutti i cantieri autostradali.
Ben lieti, ovviamente, che le nostre impressioni siano errate.