Savona. Sono 20, forse 25. “Ma qui c’è solo chi ha saputo dell’iniziativa e poteva venire, sicuramente siamo molti di più”, dicono convinti. Sono tutti clienti dell’Autoscuola Fontana. Si sono ritrovati davanti alla sede di via Guidobono perché hanno letto un post che “convocava” tutti i clienti arrabbiati per martedì alle 18. Ci sono italiani e stranieri, uomini di mezza età e ragazze giovani. Non si conoscono tra loro, hanno solo una cosa in comune: hanno tutti pagato per un servizio che – sostengono – non hanno mai ricevuto.
E’ la protesta andata in scena nel tardo pomeriggio di ieri a Savona. Galeotta la sospensione dell’attività per 3 mesi decisa dagli uffici della Provincia di Savona: la causa starebbe in ripetuti inadempimenti da parte dell’autoscuola segnalati dalla Motorizzazione. Sul dettaglio al momento non ci sono informazioni (dalla Provincia nessuno parla e l’azienda, contattata da IVG, si è limitata a far sapere tramite il proprio avvocato che “risponderà nelle sedi opportune”). Ma secondo indiscrezioni il provvedimento sembrerebbe legato alle certificazioni di alcuni istruttori.
Di questo, però, i clienti davanti all’autoscuola nulla sanno. Per loro la chiusura è stata solo il campanello d’allarme: “Allora i problemi che stavo avendo non sono un caso”. Il tam tam sui social ha confermato loro che c’erano altri a vivere situazioni simili. Le vicende che raccontano, infatti, sono diverse tra loro, ma hanno due comuni denominatori: l’insoddisfazione verso l’operato dell’autoscuola e il fatto di vantare un “credito” per prestazioni mai ricevute.
C’è chi, come Andres, afferma di aver pagato per guide che non è mai riuscito a ottenere: “Ne ho fatta solo una in otto mesi – racconta – Ogni volta che chiedevo di farne altre mi dicevano che la moto era dal meccanico“. E c’è chi, come Stefania, ha pagato per un esame che poi non ha potuto dare: “Ci siamo iscritti circa un anno fa, avevo pagato il conto ma non avevo ricevute. L’ho fatto notare ai titolari che mi hanno detto di non preoccuparmi, avrebbero sistemato tutto. Quando mia figlia è andata a dare l’esame, però, è stata fermata: ci è stato detto che c’erano dei problemi, ma non ci è stato spiegato di che genere. Le è stato detto che avrebbe dovuto darlo come privatista la settimana successiva”.

“Abbiamo pagato per ottenere il CQC, ma alla Motorizzazione non risulta niente” spiegano invece Donatella e Benson. Il CQC (Carta di Qualificazione del Conducente) è un attestato che consente di svolgere attività di carattere professionale legata all’autotrasporto. “Mia figlia ha iniziato il corso l’anno scorso nel mese di giugno – racconta Donatella – È stato pagato tutto in anticipo. Il corso sarebbe dovuto terminare entro dicembre, poi hanno sospeso le lezioni per tre mesi causa Covid. Alla fine delle lezioni, gennaio/febbraio, le è stato detto che la Motorizzazione aveva annullato questo corso, in quanto il direttore aveva trovato delle irregolarità. Allora le è stato proposto dalla titolare di fare altre 100 ore ‘regalate’ (il che non è vero, dato che erano state già pagate). A questo punto abbiamo detto che non ci interessava più il corso e che volevamo ci venisse restituita la quota pagata. Ci sono stati restituiti solo 400 euro, il restante no. La motivazione? Ci hanno detto che non potevano perché essendo stati pagati nel 2021, il bilancio era stato chiuso“.
Disavventura simile la riferisce Benson: “Prima dell’iscrizione ho informato che sarei dovuto andare via il mese di aprile e mi è stato detto che non ci sarebbero stati problemi. Così ho pagato la quota. A febbraio ho iniziato le lezioni, poi ad aprile le ho saltate come da accordi, quando sono rientrato ho ripreso il corso il 20 maggio. Ho chiesto più volte quante ore avevo frequentato e nessuno mi ha mai risposto. Mi sono così rivolto alla Motorizzazione per delucidazioni e ho scoperto che tutte le ore che ho frequentato da febbraio a marzo sono state annullate, il conteggio sarebbe ripartito a maggio. Ma dall’autoscuola nessuno mi aveva informato“. E la beffa continua: “Mi è stato poi comunicato che il corso avrebbe ripreso a luglio, poi la prima settimana di agosto. Venerdì 5 sono tornato per fare le lezioni e quel giorno ci è stato comunicato che la scuola sarebbe stata sospesa per tre mesi”.

Le storie sono tante: “Gabriele stamattina avrebbe dovuto fare l’esame – racconta la madre – Quando è venuto nei giorni scorsi voleva fare ancora due guide ma gli è stato detto che c’erano dei problemi. Ieri ha provato a mettersi in comunicazione con la scuola guida ma non ha risposto nessuno, è venuto sul posto e ha trovato chiuso. Poi abbiamo visto su internet della riunione a cui siamo venuti per capire cosa stesse succedendo. Hanno detto di appoggiarci ad Albisola e che non avremmo dovuto pagare nulla, perché avrebbero sostenuto loro tutte le spese. Stamattina abbiamo chiamato e ci è stato comunicato di andare lunedì perché sono in ferie”.
Anche a Luca è stato detto di rivolgersi ad Albisola: “A novembre abbiamo pagato 600 euro in anticipo, mia figlia ha fatto l’esame di teoria, ma non senza problemi: non me lo prenotavano e dicevano che c’erano dei problemi, di rimandare. Ha fatto poi le guide, senza firmare, e poi ci è stato detto di andare ad Albisola, dove dobbiamo pagare altri 240 euro per l’iscrizione ad una nuova scuola, più tutte le guide. Abbiamo parlato con loro, la signora ci ha detto che venerdì mattina ha preso tutte le pratiche dell’autoscuola Fontana e che, essendo un’altra autoscuola, non avrebbe avuto alcun tipo di collegamento o responsabilità”.
Tra i presenti serpeggia la rabbia. Qualcuno propone di rivolgersi alle associazioni di consumatori e di fare una class action; la preoccupazione più comune, però, è quella di come poter ottenere il rimborso di quanto già versato. O, perlomeno, riavere indietro le pratiche che in questo momento si trovano chiuse all’interno dell’ufficio, per potersi rivolgere altrove. C’è chi ha scritto alla Provincia, chi alla Motorizzazione, altri hanno tentato di contattare la titolare, e prende corpo l’idea di una querela ai carabinieri. In uno dei due gruppi whatsapp dedicati alla vicenda ci sono 68 persone: difficile che si arrendano senza dare battaglia.