Liguria. Si è conclusa quasi all’una di notte la direzione del Partito Democratico riunita al Nazareno per approvare le candidature da presentare alle elezioni politiche del 25 settembre. Liste ormai definite, quindi, anche per la Liguria, sebbene restino da compilare alcuni spazi e non ci sia ancora l’ufficialità sui nomi scelti per i collegi uninominali.
Nel collegio proporzionale della Camera, in cui saranno eletti in tutto 6 deputati per effetto della riforma, il capolista sarà lo spezzino Andrea Orlando, già ministro del Lavoro nel governo Draghi. Poi sono certi i nomi di Valentina Ghio, segretaria regionale del partito e sindaca di Sestri Levante, e Alberto Pandolfo, consigliere comunale a Tursi ed ex segretario provinciale. A rappresentare il Ponente ci sarà Aurora Lessi, consigliera comunale di Savona. Da definire le altre due pedine.
Per il Senato riecco Lorenzo Basso, già deputato nella precedente legislatura, che correrà stavolta come capolista. E poi un’altra genovese, Cristina Lodi, rieletta a giugno in Consiglio comunale, e Giancarlo Furfaro, coordinatore di Articolo Uno in Valpolcevera. Nel collegio proporzionale saranno eletti a Palazzo Madama tre senatori tra tutte le forze politiche.
Ancora da ufficializzare le candidature per i quattro collegi uninominali della Camera e per i due del Senato. Secondo indiscrezioni, però, un posto dovrebbe essere garantito all’ex capogruppo di Tursi Alessandro Terrile, che aveva ritirato la candidatura alle comunali dopo le polemiche per la nomina ad amministratore delegato di Ente Bacini. Mentre rimane fuori il deputato uscente Franco Vazio, molto forte nel Ponente (QUI il suo commento). Almeno due posti, poi, dovrebbero essere riservati alle altre forze della coalizione (Impegno Civico e Sinistra Italiana-Verdi).
“Avrei voluto ricandidare tutti i parlamentari uscenti. Ma è impossibile per la riforma del taglio dei parlamentari ma anche per esigenza di rinnovamento”, ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, aprendo la riunione. “Potevo imporre persone mie ma non l’ho fatto perché il partito è comunità”, ha aggiunto, spiegando che ha “chiesto personalmente sacrifici ad alcuni. “Mi è pesato tantissimo. Quattro anni fa il metodo di chi faceva le liste era: faccio tutto da solo. Io ho cercato di comporre un equilibrio. Il rispetto dei territori è tra i criteri fondanti delle scelte”. Letta sarà candidato come capolista alla Camera in Lombardia e Veneto.