Savona. Per l’ospedale San Paolo sono previsti oltre 26 milioni di investimenti. Per gli interventi in atto la somma stanziata è di 13 milioni e 809 mila euro per neurologia, anatomia patologica al quinto piano, gara in itinere per gli ascensori al quarto, quinto e sesto piano e il rifacimento dell’impianto anticendio, ampliamento del pronto soccorso. Poi si aggiungono altri 14 milioni di euro divise in due gruppi di investimenti: 7 milioni e 450 mila euro per il rifacimento facciate e terrazze, ammodernamento impianti levatori, rifacimento spogliatoi, nuova tac nel nuovo pronto soccorso, adeguamento impianti elettrici, revisione centrale frigorifera, ammodernamento di varie attrezzature. Inoltre ci saranno 6 milioni e 658 mila euro dal Pnrr: digitalizzazione dei Dea, sostituzione risonanza, mammografo e angiografo cardiologico, acquisizione di un ecografo di alta fascia, sostituzione di radiologia diretta nel pronto soccorso.
“Sono interventi che vedranno la luce nel giro di un anno e mezzo indicativamente. Sarebbe da folli investire queste risorse se non ci fosse la reale convizione di potenziarlo“. A dirlo il direttore generale di Asl2 Marco Damonte Prioli in audizione in terza commissione consiliare in merito alle preoccupazione di un possibile depotenziamento del nosocomio savonese.
“Per quanto riguarda il centro ictus confermo che il cronoprogramma ad oggi è rispettato. Ieri sono arrivati gli arredi e i lavori sono stanzialmente conclusi. Ad agosto finiranno le fasi di collaudo dei lavori, dal mese di settembre procederemo a una riorganizzazione per attivare il centro. Domani verrrano espletate le prime prove per il direttore di struttura complessa neurologia dell’ospedale San Paolo. Al momento – sottolinea – stiamo comunque assistendo le persone”.
“Per l’angiografo multidisciplinare – prosegue il direttore generale – abbiamo attivato la procedura per la selezione del personale e procederemo con l’ampliamento dell’orario di questo strumento”.
Per quanto riguarda i punti nascita, “ad oggi non ho nessuna novità da questo punto di vista“, ha rassicurato Prioli. E prosegue: “L’ambulatorio di chirurgia pediatrica è chiuso da 2 anni e nel frattempo il Gaslini ha preso in carico le pediatrie delle varie Asl liguri, ma nel momento in cui si chiederà l’apertura si provvederà”. Il piano socio sanitario “è di stretta competenza regionale”.
Per quanto riguarda la mancanza di personale: “Dovremmo limitare gli accessi al pronto soccorso. Nel prossimo periodo con l’avvento degli investimenti del Pnrr, la nostra idea è di spingere sul territorio in modo da avere un filtro. Una buona parte delle persone che accedono al pronto soccorso potrebbero trovare una risposta anche sul territorio. Ora siamo in un momento in cui abbiamo anche difficoltà a coprire i turni di guardia medica. La carenza di personale è un problema a livello nazionale“.
“L’ospedale rappresenta un tassello importante della rete sociosanitaria per quanto riguarda gli interventi di medio-alta complessità e il trattamento delle acuzie, ma non rappresenta nel futuro il punto di risposta principale – sostiene Prioli -. La prevenzione dovrebbe prendere il primo posto. L’integrazione tra i punti di accesso e il domicilio sarò il futuro”.
Il sindaco Russo ha riferito in commissione che a seguito della visita del presidente e assessore alla sanità Toti ha scritto al governatore per invitarlo in consiglio comunale, ma non ha ancora ricevuto risposta formale. Ha dichiarato ai media che non sono temi da consiglio comunale. Nella lettera Russo aveva chiesto delucidazioni in merito al rischio della chiusura del punto nascite nel nosocomio savonese, la chiusura della chirurgia pediatrica del San Paolo, e il Piano Socio Sanitario del quale “le amministrazioni locali nulla sanno, nonostante le reiterate richieste”.
“Al netto delle difficoltà oggettive, sembrerebbe esserci una programmazione lungimirante – ha sottolineato il consigliere Alessandra Gemelli -. Al momento liste di attesa infinite, tempi raddoppiati per interventi chirurgici, l’angiografo non funziona h24, il pronto soccorso è in estrema difficoltà, c’è un grave ritardo nella presa in carico dei bambini disabili, del centro ictus se ne parla da una ventina d’anni e speriamo sia ormai pronto per l’apertura, l‘idea dell’attuazione del Gaslini diffuso ci fa preoccupare“.
Prioli chiede di poter intervenire nuovamente per poter leggere e commentare insieme i numeri relativi agli indicatori di salute della popolazione savonese. “Nei primi 6 mesi il numero di decessi da gennaio a giugno è identico dal 2019 al 2022, invece nel 2020 c’è stato un picco che è riconducibile al Covid”, fa un esempio il direttore generale.
“Parlare di salute e Istat mi crea difficoltà anche se dobbiamo fare i conti con le risorse. Anche solo una persona salvata è importante per la nostra società”, ha replicato il consigliere Daniela Giaccardi.