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Ospedale Albenga, Ciangherotti al sindaco: “Senza PS si moriva anche quando il PD lo ha chiuso”

Il consigliere forzista: "No a lezioni di morale da parte di chi strumentalizza le paure per ottenerne un ritorno nelle urne"

NON USARE Ciangherotti Riccardo Tomatis

Albenga. “Non accetto lezioni di morale da parte dello stesso partito che nel 2012 ha deciso di chiudere il pronto soccorso di Albenga. La salute è un diritto che appartiene ad ogni cittadino. Un diritto che il PD ha deciso di indebolire pesantemente con un provvedimento politico. Oggi il sindaco Tomatis governa la città grazie al sostegno dei dem. Il pronto soccorso è chiuso da dieci anni, eppure Tomatis tre anni fa non ha esitato a incassare il supporto dello stesso partito, il PD, che aveva decretato la morte del PS. È evidente come le ambizioni personali del nostro sindaco abbiano scavalcato di gran lunga gli interessi dei cittadini albenganesi”. A dichiararlo è il consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia Eraldo Ciangherotti.

Il consigliere forzista torna sulla raccolta firme organizzata per chiedere la riapertura del pronto soccorso ingauno: “Sono favorevole al ritorno dell’Ospedale di Albenga con tutti quei reparti, pronto soccorso compreso, che il Partito democratico ha chiuso dieci anni fa. Da sempre sostengo l’enorme potenziale del Santa Maria di Misericordia e in questi mesi ho sempre cercato di indicare al governatore Toti la strada giusta da seguire – spiega Ciangherotti -. Tuttavia, non si può assistere in silenzio di fronte a chi sta cavalcando le paure delle persone pur di provare a raccogliere consensi. Tomatis invoca l’unità del consiglio comunale, ma allo stesso tempo cerca di mettere il cappello sopra a tutte le iniziative per la riapertura del pronto soccorso per la cui chiusura, nel 2012, non scese in piazza a manifestare per non schiacciare i piedi all’allora assessore alla sanità claudio Montaldo, grande sostenitore dei Centri salute come fucine di voti”.

“L’ospedale di Albenga – prosegue il capogruppo ingauno – deve rivestire un ruolo cruciale per la sanità savonese. Non solo perché stiamo parlando di una struttura nuova e all’avanguardia, ma anche per la sua posizione. I cambiamenti sono parte integrante del mondo sanitario. Lo stiamo vedendo a livello nazionale, dove le crisi di vocazione appaiono sempre di più come una emorragia inarrestabile (pensiamo al numero sempre più grande di medici che non vogliono più lavorare al pronto soccorso)”.

Aggiunge ancora Ciangherotti: “Rispetto le persone che hanno deciso di lasciare la loro firma per la riapertura del pronto soccorso – conclude il capogruppo forzista – e come loro auspico la riapertura del Pronto soccorso di Albenga e di tutti quei reparti chiusi dal Partito democratico tra il 2011 e il 2013, ma allo stesso tempo invito quei cittadini a prendere le distanze da chi per anni ha taciuto di fronte alla chiusura, salvo svegliarsi negli ultimi mesi per convenienza elettorale. Oggi Albenga è governata da un sindaco che amministra grazie ai voti di un partito che ha determinato la chiusura del pronto soccorso. Oggi, per Tomatis, senza pronto soccorso si muore, ma sino a qualche anno fa si viveva serenamente”.

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