28 anni dopo

Lo strano caso del dottor Nan, il senatore savonese candidato in Antartide

Fu in Parlamento ininterrottamente dal 1994 al 2008, oggi il centrodestra punta su di lui per aggiudicarsi i voti degli italiani in Africa, Asia e Oceania

Enrico Nan
Enrico Nan a Quiliano ai tempi di Forza Italia

Savona. Ieri abbiamo gridato che Savona rischia di restare senza parlamentari. Forse ci siamo sbagliati. In realtà c’è, infatti, un senatore savonese che ha concrete chance di essere eletto: e se avremo un rappresentante a Roma dovremo ringraziare surfisti e pinguini…

Il candidato in questione infatti è l’uomo scelto dal centrodestra per la circoscrizione Africa-Asia-Oceania-Antartide. Su 200 senatori, 4 vengono eletti dagli italiani all’estero: se anche in Congo o in India il centrodestra dovesse essere in vantaggio come nei sondaggi nazionali, a rappresentare i Mario Rossi di Tokyo e Melbourne sarebbe il savonesissimo Enrico Nan, avvocato penalista e politico di lungo corso.

Nato a Pietra Ligure nel 1953, è un nome, per usare un eufemismo, “non nuovo” alla politica: fu tra i fondatori di Forza Italia, e nelle file delle varie coalizioni di centrodestra è stato in Parlamento ininterrottamente per ben 4 legislature, dal 1994 al 2008. Il curriculum è lungo: è stato Segretario di Presidenza della Camera dei Deputati, membro della Commissione Giustizia, membro della Commissione Finanze nonché membro della XIV Commissione Parlamentare Permanente “Politiche dell’Unione Europea”, relatore della proposta di legge sull’usura, proponente per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla vicenda bond argentini, vicepresidente della commissione dedicata all’affare Telekom Serbia. Mentre in Liguria ha ricoperto l’incarico di coordinatore regionale di Futuro e Libertà per l’Italia.

Non esattamente un novellino, insomma. Ora, dopo anni di pausa, torna in pista: non però sul territorio savonese, dove ha sempre raccolto i suoi voti (soprattutto nell’ex collegio di Albenga), ma all’estero. E se il legame con l’Antartide e coi suoi pinguini magari sfugge, quello con Africa e Asia è legato alla sua attività professionale: Nan, esperto di finanza internazionale, vive oggi a Dubai (anche se torna regolarmente a Pietra Ligure) ed è specializzato in consulenza per paesi dell’Est e Africa Orientale, in particolare Kenya e Tanzania (ma è attivo anche altrove, ad esempio in Costa Rica o nel Principato di Monaco).

Un italiano all’estero, insomma. Che, però, ha fatto politica per decenni per il territorio savonese e potrebbe quindi rappresentarne le istanze e i temi. “Ho accettato questo incarico consapevole di avere davanti una competizione molto difficile – spiega Nan a IVG – ma a me le competizioni difficili piacciono“. Il suo compito sarà convincere a scegliere il centrodestra gli oltre 200.000 italiani che vivono in Asia, Africa e Oceania. Alle elezioni politiche del 2018 gli elettori erano precisamente 236.449: a votare andarono in 66.983 (il 28,33%). Per inciso, il 31% di loro scelse il Pd. “Sì, qui ha sempre vinto il centrosinistra – conferma Nan – ma ora sento un cambiamento. Vedo che le persone hanno voglia di partecipare, comincio a essere ottimista”.

Impossibile stimare la quantità di voti provenienti dall’Antartide: in quel continente non esistono stati né residenti, e i pochi voti dei ricercatori italiani presenti tra i ghiacci confluiscono (o almeno, così è stato per il referendum del 2016) nelle statistiche della Nuova Zelanda. Nan in realtà dovrà convincere soprattutto australiani e sudafricani: nel 2018 metà degli elettori viveva nello stato dei canguri, un altro 10% in Sudafrica.

Votare non è semplicissimo: “Le ambasciate devono trasmettere i documenti elettorali agli elettori, e non sempre li raggiungono – racconta Nan – Poi l’elettore deve imbustare e spedire la scheda via posta al consolato. Ecco perché in genere non vota più del 30% degli aventi diritto”. Infine all’estero il nome per la preferenza va scritto, non è già prestampato come in Italia, quindi i voti vanno letteralmente conquistati.

“Gli italiani all’estero hanno molti problemi che non sono mai stati affrontati – prosegue l’aspirante senatore – C’è tanto da fare, perché il collegio è enorme e i tempi sono molto stretti: è una campagna profondamente diversa da quelle tradizionali, sarà impegnativa e faticosa”. Nan però è fiducioso: “Questa volta le possibilità ci sono, credo che il miracolo si possa fare“.

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