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Per un pensiero altro

Gente da mercato

"Per un Pensiero Altro" è la rubrica filosofica di IVG: ogni mercoledì, partendo da frasi e citazioni, tracce per "itinerari alternativi"

Generico agosto 2022

“Quando il saggio indica la luna lo sciocco osserva il dito – si interrompe per un sorso di un buon dolcetto di Ovada vinificato bianco e ben fresco e poi prosegue – ma se il saggio è considerato tale dalla gente ecco che il politico lo prende sottobraccio, si guarda intorno per assicurarsi che la sua qualificata frequentazione sia notata dai media, solleva lo sguardo al cielo e osserva compiaciuto … la punta del proprio naso”. Quando è in vena di caustica ironia meglio non stuzzicare l’amico Gershom Freeman, così mi limito ad ascoltare il silenzio che si dilata nella valle davanti a casa sua per raggiungere le sabbie candide del golfo di Squillace. È accaduto solo qualche giorno fa e ora le riflessioni che si aggrovigliavano voraci nella mia mente provano a divenire espressione di “un pensiero altro”. Credo che “il politico” oggetto della graffiante satira di Gershom, non sia poi così lontano dal “chiunque che costituisce la gente”. So bene che “la gente” quando parla dei politici li battezza come “loro”, a chi non è mai occorso di affermare o condividere il malessere espresso dall’espressione: “Ci chiedono il voto per un certo programma e poi “loro” fanno quello che vogliono”? Forse è facile definire il senso del “loro”: sono quelli che stanno nei palazzi del potere, quelli che guadagnano troppo e lavorano troppo poco, quelli del “credete a quello che dico e non badate a quello che faccio”, quelli che “sono uno di voi” ma non usano i mezzi pubblici, non fanno la spesa al supermercato e non hanno memoria di chi siano i voi di cui parlano. Più complesso raccogliere in una anche sfumata e ampia definizione il senso del termine “gente”.

Chi è gente? Gente è chi parla attraverso luoghi comuni o per slogan condivisi così da non doversi assumere responsabilità in prima persona, gente è chi ama mettere etichette individuali o di gruppo per rendere tanto più semplice quanto più superficiale il proprio rapporto con l’altro, gente è chi litiga perché non sa parlare e ancor meno ascoltare, gente è chi ama più raccontare ciò che ha fatto piuttosto che viverlo profondamente nel farlo, gente è chi è cattivo con il perdente e invidioso verso chi vince, gente è chi si adagia sul “sentire comune” che è quello di nessuno e nessuno lo sente, gente è chi si condanna alla banalità rappresentandosela come buon senso, gente è la moltitudine del “si dice” e della chiacchiera. Illuminanti le parole di Heidegger in “Essere e tempo”: “La totale infondatezza della chiacchiera non è un impedimento per la sua diffusione pubblica, ma un fattore determinante. La chiacchiera è la possibilità di comprendere tutto senza alcuna appropriazione preliminare della cosa da comprendere. La chiacchiera garantisce già in partenza dal pericolo di fallire in questa appropriazione. La chiacchiera, che è alla portata di tutti, non solo esime da una comprensione autentica, ma diffonde una comprensione indifferente, per la quale non esiste più nulla di incerto. […] La chiacchiera non è il risultato di un inganno voluto. Essa non ha il modo d’essere della consapevolezza. Le basta dire e ridire perché si determini il capovolgimento di un buco aperto in un buco otturato. Infatti, ciò che è detto viene senz’altro assunto come «dicente qualcosa»: basta aprire la bocca per chiacchierare”. Non era certo questo il primo obiettivo della speculazione heideggeriana, ma mi sembra abbia ben descritto sia il politico gershomiano che il “chiunque che costituisce la gente”.

Una rappresentazione perfetta di quanto stiamo analizzando può essere rappresentata dalla “filosofia del mercato”; non nel senso della logica che sottende l’invadenza delle regole economiche nella vita di ognuno e la subalternizzazione dell’uomo al denaro, provo a chiarire ricorrendo a un’immagine ben nota e certo condivisa. In un mercato di bancarelle venditori e potenziali acquirenti si può assistere alla pallida monocromia apparentemente multicolore e festosa di un gran vociare collettivo ad alta voce, che bello, tutti possono gridare qualunque cosa che ogni voce viene inghiottita dalla polifonia del mercato. Niente di grave, un momento di festoso depensamento, non è mia intenzione demonizzarlo, lo utilizzo solo per sottolineare che il volume esagerato delle urla del venditore si abbraccia indistinguibilmente a quello delle conversazioni “della gente”, chi urla di più crede forse di ottenere di più, l’unico esito è un rumore nel quale ogni singola voce equivale a quella di chiunque altro: quale meraviglioso esempio di ugualitarismo. Infatti è impossibile distinguere la parola di un poeta, di un filosofo o di un santo dal farneticare di un pazzo o dalla sciocchezza di uno stupido. La domanda da porsi mi sembra sia: a chi conviene tanto frastuono? Per certo non a chi ha qualcosa da dire e vorrebbe condividerla, magari assumendosi meriti, responsabilità o malinconie di quanto afferma; molto più probabile sia più contento l’imbecille che si trova incredibilmente a parlare sullo stesso piano del genio acquisendo il fondato diritto di pensarsi identico a lui. Mi sembra ora lampante il nesso tra la filosofia del mercato, la chiacchiera e il si dice, il linguaggio svuotato di contenuto e il lessico politico che è assoluta mercificazione del sé.

Giuliano Capecelatro, giornalista e sottile analista della società, ha scritto: “Parole contro parole, nulla contro nulla: l’una vale l’altra. Martin Heidegger, senza nemmeno poter chiamare in causa facebook e twitter, aveva già capito i confini della tirannide delle banalità in cui noi oggi viviamo”. Mi sembra una meravigliosa e tragica sintesi della realtà dei nostri giorni quella della “tirannide della banalità”: all’imperante dilagare del nulla si contrappone un ottuso fanatismo, all’inesistenza del contenuto l’assioma del vero e del giusto, ai sacerdoti delle sterili ovvietà i guru delle assolute certezze. Ma la responsabilità di rendere quanto si dice, sempre che sia ciò che si pensa, pregno di chi lo afferma non è contemplata. Le alternative sono la capacità di replicare nel numero di ascoltatori e nella ossessiva ripetizione lo slogan più orecchiabile così da renderlo “assurdamente autorevole” oppure l’avvallo di quanto asserito da parte della verità che, dal trono divino sul quale la si vuol far risiedere, s’è andata ad accoccolare nelle tasche di qualche saccente opinionista o, per dirla con Gershom, di qualche polituncolo da strapazzo. E ora eccolo lì il polituncolo di turno, il portavoce de “la gente”, sottobraccio a un disorientato pensatore, con lo sguardo rivolto al cielo e la vista che si ferma alla punta del naso, la mistificazione più meschina fenomenizzatasi in un sedicente essere umano in cerca di consensi. E la chiacchiera dilaga, si espande in onde concentriche generatesi intorno al nulla così che si possa cogliere come vero il cerchio che si dilata senza interrogarsi sulla causa che lo ha generato. Ma il “sentire comune” è il pallido oscillio delle onde oramai lontanissime dal centro, è il depositario e testimone di una verità che non richiede e non consente verifiche.

Se domandassimo a chiunque se si riconosce ne “la gente”, non come subdolamente afferma il polituncolo del nostro esempio, chi non dichiarerebbe di avvertirsi come altro rispetto alla folla anonima deprivata del diritto-dovere alla responsabilità? Mi piace tentare una sorta di epilogo ricorrendo al laconico linguaggio di un severo pensatore contemporaneo: “Detesto la gente, mi piacciono le persone, amo l’essere umano”.

Per un Pensiero Altro è la rubrica filosofica di IVG, a cura di Ferruccio Masci, in uscita ogni mercoledì.
Perchè non provare a consentirsi un “altro” punto di vista? Senza nessuna pretesa di sistematicità, ma con la massima onestà intellettuale, il curatore, che da sempre ricerca la libertà di pensiero, ogni settimana propone al lettore, partendo da frasi di autori e filosofi, “tracce per itinerari alternativi”. Per quanto sia possibile a chiunque, in quanto figlio del proprio pensiero. Clicca qui per leggere tutti gli articoli

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