Fischio d'inizio

Calcio, anche per gli arbitri sta iniziando una nuova stagione. Il messaggio di un ex fischietto locale: “Umiltà e autorevolezza, mai autoritarismi”

La lettera di Riccardo Oliveri, arbitro dilettante degli anni 70' che ha anche avuto modo di dirigere l'amichevole tra il Finale e la Juventus di Trapattoni

Generico agosto 2022

Finale Ligure. Con la pubblicazione delle designazioni di Coppa Italia (Eccellenza e Promozione) inizia una nuova annata anche per la classe arbitrale.

Un’attività non semplice per il vasto quantitativo di pressioni che si generano nel svolgerla ma che, quando sono superate, si rivela anche affascinante e singolare.

Uno contro tutti, tre contro tutti? Un modo di dire che non dovrebbe trovare applicazione, siccome gli arbitri sono parte integrante del gioco del calcio. A volte però, sfortunatamente, accadono eventi che non hanno nulla a che fare con lo sport, soprattutto nei confronti di chi è alle prime armi. Tuttavia è l’esperienza sul campo a formare le nuove generazioni, in qualsiasi ambito, ma è proprio in quella arbitrale che la lucidità svolge un ruolo cruciale per il superamento degli ostacoli.

In zona ci sono diversi profili promettenti, o che stanno aspettando il salto di categoria, o che stanno per iniziare dalle leve più piccole. Per loro c’è un messaggio di un ex collega, ormai da tanti anni fuori dal calcio, ma che ha calcato il campo con grande passione: Riccardo Oliveri, arbitro dilettante degli anni 70′  della sezione di Savona.

Oliveri ha militato tra le varie categorie liguri e, ricordando anche il suo aneddoto più emozionante, si è voluto rivolgere in prima persona a tutti quanti i fischietti attualmente in attività, augurando loro di poter fare una stagione soddisfacente rimanendo sempre “umili e autorevoli, mai autoritari“.

Il messaggio:

“Sono trascorsi ormai molti anni da quella mia esperienza che consiglio ai ragazzi, un’occasione di conoscenza da vicino di un mondo tanto discusso da noi italiani. I livelli non sono sovrapponibili, ma vi garantisco che trovarsi a dirigere certi incontri in campetti di periferia è formativo almeno quanto, se no di più, di alcuni incontri di livello superiore.

Quando ci venne consegnata la divisa ci dissero ”Ricordati che la tua gara è la più importante di ogni altra”. Sembra strano, ma questo è quanto rimane nella mente di un arbitro di ogni serie. Naturalmente poi per fare carriera ci vuole una grande passione e, vista la velocità attuale del gioco, un‘ottima preparazione e soprattutto un talento che non tutti possiedono in egual misura.

Io essendo un estroverso mal mi adattavo alle regole, ma debbo dire che era un mio difetto in quanto, se non vi fosse una certa rigidità, sarebbe durissimo gestire una così corposa mole di lavoro. Anche in questa attività sportiva, oltre ad una buona attitudine, occorre avere anche doti caratteriali assai rilevanti ed una buona dose di costanza, cosa che in me non era eccellente. Questo difetto mi portò a considerare conclusa la mia esperienza dopo aver diretto, per un disguido della F.I.G.C. nelle designazioni, l’amichevole che la Juventus allenata dal Trapattoni con i vari Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Bettega e Virdis (che il “Barone” Causio chiamava pecoraio per via della sua reticenza nel trasferirsi a Torino) disputatasi al Borel di Finale per l’amicizia che legava il compianto “farfallino” alla città.

La mia età ormai non più verde mi suggerì di lasciare quello che per un lungo tempo è stato il mio divertimento. Dopodiché, per un breve periodo, feci parte del Comitato Provinciale di Savona come sostituto Giudice Sportivo, ma non era la stessa cosa di essere parte attiva in mezzo al campo, anche se rimanevo nell’ambiente.

Mi rimaneva sempre in mente la frase “la tua gara è la più importante di ogni altra” ed è questa frase che consiglio ai giovani che si avvicinano a questa disciplina.

Auguro a tutti coloro che si apprestano ad iniziare la stagione ogni bene. Ricordatevi sempre di affrontarla con umiltà ed autorevolezza, non sconfinando mai nell’autoritarismo poiché, di qualsiasi livello sia la gara, sarete giudicati da chi la gara la pratica, ma il più severo dovrà essere il vostro giudizio per poter avere la possibilità di emergere sportivamente e moralmente“.

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