Memoria

A Savona un corteo per ricordare gli attacchi fascisti in città di cent’anni fa: “Una pagina drammatica”

Ritrovo alle 18.30 in piazza Chabrol

Assalto fascista Savona
Foto tratta dal volume Savona nel primo decennale del regime fascista

Savona. Sono passati cent’anni dall’assalto fascista al Comune di Savona e alla Camera del Lavoro. Questi episodi saranno ricordati con un corteo che giovedì 4 agosto alle 18.30 partirà da piazza Chabrol alle 18.30, poi si passerà in via Pia e via Sacco. Al termine del corteo, intorno alle ore 19, con gli interventi del Sindaco Marco Russo, del Segretario Generale della Camera del Lavoro Andrea Pasa e del professore Giuseppe Milazzo, sarà inaugurata la targa commemorativa a cura del Comitato cittadino della Resistenza antifascista di Savona e della Fondazione Centofiori.

La manifestazione nasce dall’iniziativa del Comune di Savona, della Cgil con il Sindacato dei Pensionati, i sindacati di categoria e di tutte le associazioni democratiche che aderiscono al Comitato Cittadino della Resistenza Antifascista di Savona. “Il valore del lavoro dovrebbe tornare ad essere centrale in un momento in cui la campagna elettorale inizia a entrare nel vivo”, ha sottolineato il segretario provinciale della Cgil Andrea Pasa in occasione della presentazione dell’evento.

“In quei giorni di 100 anni fa i fascisti occuparono il Comune di Savona, attaccarono e distrussero la Camera del Lavoro. Come in molte altre parti del paese, i luoghi di aggregazione e rappresentanza del mondo del lavoro furono occupati, distrutti militarmente, vennero perseguiti ed arrestati sindacalisti e lavoratori attivisti e fu messa al bando ogni forma di sindacato e associazione democratica – ricorda la Cgil -. Nella storia del paese, così come in quella del nostro territorio, molti sono gli avvenimenti di quel periodo di cui occorre tenere ben vivo il ricordo. E’ una pagina drammatica della nostra storia, di un paese che pagò un prezzo altissimo per la riconquista della libertà“.

Cs Cgil attacchi fascisti 4 agosto 1922

“Dover assistere, dopo un secolo di cambiamenti radicali in campo economico, sociale, scientifico, tecnologico, ad episodi che richiamano quella pagina è semplicemente sconvolgente. Così come è sconvolgente il solo confronto tra foto e filmati in bianco e nero un pò sfocati di allora e quelli a colori e ben definiti di oggi: quelli relativi all’assalto della sede della CGIL Nazionale dello scorso ottobre ed agli atti che con sempre maggior frequenza stanno colpendo le sedi delle Camere del Lavoro e del sindacato nei territori”.

“In periodi e contesti tanto diversi quelle immagini mantengono lo stesso significato: quello di episodi violenti che non possono trovare giustificazione alcuna e che confermano la necessità di continuare a coltivare e tenere ben viva quella memoria collettiva figlia della guerra di liberazione che rappresenta il primo argine per la prevenzione di atti che ricordano un passato che non può e non deve tornare”, hanno concluso dalla Cgil.

“Queste iniziative hanno un grandissimo valore, sia per la diffusione della conoscenza che la comprensione delle motivazioni”, ha sottolineato Mauro Righello, presidente di Isrec.

Assalto fascista Savona
L'occupazione del palazzo del Comune di Savona - Foto tratta dal volume Savona nel primo decennale del regime fascista

“Da quest’anno il 4 agosto si aggiunge alla collana di eventi e di manifestazioni dedicate all’Antifascismo e alla memoria di fatti savonesi, come quelli del primo marzo, del 5 aprile, dell’8 maggio e del 27 dicembre – dice il sindaco Marco Russo – Ricordare serve alla nostra memoria di città democratica e quindi alla nostra capacità di progettare il futuro. Questo drammatico episodio di 100 anni fa ci aiuta a rafforzare la consapevolezza dell’importanza delle istituzioni democratiche, quell’assalto al simbolo della democrazia deve impegnarci oggi a tenere alto l’onore e il decoro delle istituzioni democratiche”.

LA STORIA

Il professor Giuseppe Milazzo ha ripercorso i fatti: “Tutto parte dal 19 luglio 2022 quando al governo Facta viene presentata la mozione di sfiducia, si presenta alla camera, fa un discorso esattamente come è successo due settimane fa. Poi è intervenuto Mussolini e ha detto parole chiarissime: ‘Qui o le cose cambiano o diamo avvio a un moto insurrezionale e non sarà manco più necessario sedere in quest’aula’. Poi è stato proclamato sciopero generale per la libertà messa in pericolo dalle manifestazioni fasciste. Contestualmente viene formato il secondo governo Facta e Mussolini gli dà 48 ore per far cessare gli scioperi”.

Nella notte tra il 3 e il 4 agosto, a bordo di convogli ferroviari, di camion, di automobili, giungono a Savona centinaia di Camicie Nere, armate fino ai denti, provenienti dal Carrarese, dalla Lomellina e dall’Alessandrino. Come avrebbe detto molti anni dopo Francesco Bruzzone, il Prefetto della Liberazione, se per i fascisti quelle furono delle giornate storiche, per tutti coloro che credevano nei valori della democrazia e della libertà, quella giornata segnò l’inizio della Resistenza alla dittatura. I fascisti iniziarono immediatamente a bastonare e a picchiare a sangue tutti coloro che erano noti e conosciuti come attivisti e simpatizzanti comunisti, repubblicani, socialisti e anarchici, bruciando le loro bandiere, facendo irruzione nelle loro case, devastandole e umiliandone gli occupanti. Vennero poi assalite la Società Generale di Mutuo Soccorso in via San Lorenzo e la sede del Circolo dei Ferrovieri in via dei Mille.

La città era tappezzata da manifesti in cui era riportato il divieto per il sindaco, i membri della giunta, i consiglieri comunali di andare in Comune e a 7 dirigenti politici fu ordinato di lasciare la città entro le le 20 del 5 agosto (il futuro Segretario del Partito Socialista Unitario Italo Diana Crispi, il Segretario del Partito Socialista Italiano Pippo Callandrone, il Presidente del Consorzio Sbarchi e Imbarchi Adenago Chiavacci, il Segretario del Consorzio Autonomo delle Cooperative Socialiste Ugo Alterisio, il Presidente dell’Ospedale San Paolo Pippo Callandrone, il Segretario della Camera del Lavoro Giovanni Michelangeli ed il dirigente comunista Lorenzo Moizo). E’ stato dato permesso di fare rientro a Savona dopo tre settimane previo giuramento di dimettersi dai rispettivi partiti, a non far più politica attiva.

La sera del 5 agosto invadono la Camera del Lavoro, vengono presi fotografie, giornali e documenti e portati in piazza della Maddalena dove vengono poi bruciati”, ha concluso.

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