A millesimo

Si è spento a 89 anni Nello Bellone, la figlia: “Uomo sincero e saggio dalla battuta benevola. Mancherai”

Simona: "E' stato un padre esemplare che ha dedicato tutta la sua vita per il bene e la sicurezza della famiglia"

Candela

Millesimo. E’ mancato all’età di 89 anni Nello Bellone, ricordato dalla figlia come “padre esemplare che ha dedicato tutta la sua vita per il bene e la sicurezza della famiglia”.

Nello si è spento nella sua abitazione di Millesimo mercoledì 20 luglio, il funerale è stato celebrato nelle cappelle San Rocco.

Quando era in vita, si è “prodigato per la salute della primogenita Sara che aveva bisogno di assidue cure al Gaslini di Genova, in secondo luogo assicurandosi che alla cara moglie Celestina Febbretti, e alla secondogenita Simona, non mancasse mai nulla in casa, neanche affetto e presenza per affrontare ogni avversità, lavorando instancabilmente anche più del dovuto” tiene a dire la figlia Simona.

“Ricordava sempre con orgoglio le avventure olimpioniche del suo collega ed amico colonnello dei Carabinieri Raimondo D’Inzeo, campione olimpionico, il quale aveva accompagnato ovunque alle gare equestri, in cui era carabiniere alla Caserma Pastrengo, ed anche con trepidazione eventi che lo videro protagonista di sventate rapine ed inseguimenti di delinquenti in radiomobile alla Caserma Podgora, in una Roma che lo aveva accolto a braccia aperte per lavoro per oltre 30 anni, in quei maledetti ‘anni di piombo’, in cui fu anche autista di grandi personalità come il Generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa e il Presidente del consiglio dei Ministri Aldo Moro” continua a raccontare Simona.

“Ma nel suo cuore rimase sempre il suo paese Riofreddo di Murialdo, dove nacque e visse infanzia ed adolescenza contribuendo per ‘l’Osteria del Pino’ gestita dai cari genitori Pietro e Nora Bellone, con anche i suoi amati fratelli Luciano, Sergio e Mariarosa, ai tempi in cui veniva alimentata l’elettricità autonomamente in paese con la società Bellone, e la strada da Ferriera Nuova a Riofreddo di Murialdo, veniva costruita a “roidi”, giornate per ogni componente di famiglia Riofreddese, e lui se ne faceva carico anche per tanti parenti attivamente”.

nello bellone
Nello Bellone

“Il lavoro nei boschi divenne la sua seconda missione lavorativa per oltre 25 anni, e dopo il taglio e carico soprattutto dei suoi amati faggi, lasciava rigorosamente pulito e riserve giovani e sane per la ricrescita del verde, polmone salutare valbormidese – prosegue la figlia -. Si prodigò senza riserve per costruzioni e restauro degli immobili di famiglia, ed anche per realizzare molteplici opere in Riofreddo di Murialdo, collaborando per i restauri della Cappella di San Rocco e Parrocchia Madonna degli Angeli, per la realizzazione e fondazione del Museo degli antichi mestieri ‘C’era una volta’, ripristinando le feste patronali per oltre 16 anni, al fianco della cara moglie Celestina e stimata figlia Simona, curando con lei la ricerca fotografica del libro sul paese di Riofreddo di Murialdo del 1998, nonché per il censimento della storia religione ed arte dei 18 Comuni dell’Alta Val Bormida (in corso di realizzazione)”.

“Seguì con fedeltà ed orgoglio sempre la figlia Simona, supportando ogni sua iniziativa artistica, culturale e storica per la Val Bormida, con eventi e pubblicazioni, con le associazioni culturali ‘Riofreddo Insieme’ e “caARTEiv”. Era sempre presente attivamente in sede ‘caARTEiv’ a Millesimo in piazza Italia, e protagonista da oltre 20 anni delle premiazioni letterarie, mostre e concerti, accogliendo calorosamente artisti da tutta Italia, anche ai pranzi conviviali e buffet in omaggio a tutti i presenti. Era in ultimo orgoglioso di accompagnare per tanti anni in auto alle visite mediche il suo caro e compianto fratello dottor Bellone Sergio, ovunque in Val Bormida era richiesto per assistere anziani al proprio domicilio”.

“Mancheranno i suoi utili consigli, da uomo semplice, sincero e saggio, nonché il suo sorriso e la sua battuta benevola sempre pronta, ad ogni stretta di mano amica” conclude la figlia, poi una poesia per lui:

“Volgi ancora il tuo sorriso al mio sguardo

ch’io non possa mai perdere la tua forza.

Continua a lavorare ora in preghiera

per il pane del cielo degli Angeli.

Chiamami ancora per indicarmi la via

che ti accoglie fiero e saggio in Paradiso”

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