Liguria. “Speriamo di chiarire in contraddittorio e questa volta in modo oggettivo. Se saranno, come noi siamo certi, rispettate le regole per le quali la colpevolezza deve essere accertata legalmente e fuori dalla favola, e quindi nel rispetto dei fatti, emergerà che il ponte è crollato per un vizio costruttivo. Questa è la ragione per la quale 43 persone sono morte in un modo spaventoso e assurdo”. A dirlo, prima dell’inizio del processo per il crollo del ponte Morandi, è Giovanni Accinni, l’avvocato che insieme a Guido Carlo Alleva difende l’ex ad di Aspi Giovanni Castellucci.
“L’ingegnere Castellucci non ha nessuna responsabilità penale rispetto a quanto gli è stato contestato – ha sottolineato -. Il rispetto per chi è morto in un modo tanto assurdo è di una compartecipazione totale. Faccio presente che anche l’innocente se venisse condannato diventerebbe a sua volta una vittima”.
Accini ha poi aggiunto: “Credo che tutti desiderino potere avere un accertamento della verità, quindi una giustizia con verità nel rispetto effettivo delle regole del processo e perciò anche del contraddittorio delle parti nel rispetto di quelli che sono effettivamente i fatti e non una forma di vendetta”.
Alleva ha ribadito che la corrosione era invisibile e non poteva essere notata. “Il rinvio dei lavori sarà uno degli aspetti che discuteremo, ma conta che nessuno si potesse rendere conto. Questo processo deve essere fatto come tutti gli altri, nel rispetto dei diritti degli imputati, innocenti sino a sentenza definitiva. Castellucci darà il suo apporto in maniera approfondita, seria e tecnica perché si arrivi alla verità e per chiarire se ci sono delle responsabilità, non si sottrae. Finalmente parleremo di cause, di cui non si è parlato nell’incidente probatorio né nell’udienza preliminare”.