In coro

Pnrr, patto tra la Liguria e i sindacati ma c’è preoccupazione: “Senza governo a rischio gli investimenti”

Il presidente Toti: "Abbiamo bisogno di un interlocutore a Roma". Col nuovo accordo saranno monitorate le ricadute occupazionali

Generico luglio 2022

Liguria. Firmato, questa mattina, il protocollo che istituisce i tavoli periodici di lavoro tra Regione Liguria e Cgil, Cisl e Uil: obiettivo garantire un confronto costante e monitorare le ricadute occupazionali del Piano di ripresa e resilienza.

“Questa firma – commenta Toti – cade in un giorno importante per la tenuta del governo italiano e quindi del prosieguo di un Pnrr che ha bisogno di avere un interlocutore a Roma perché il piano è nazionale e gli investimenti vengono indirizzati da Roma”. Ma c’è davvero il rischio concreto che si possano perdere fondi se si interrompe questa fase di governo? “C’è il rischio concreto che si rallentino i prossimi investimenti – riflette Toti -. Quelli che sono stati stabiliti e firmati andranno avanti, così come l’Italia andrà avanti anche senza il governo Draghi: ci mancherebbe altro, siamo una grande democrazia. Detto questo è chiaro che il Pnrr è solo ai primi vagiti, siamo a 8 mesi di programmazione, abbiamo davanti un lungo tratto di strada da fare e l’interlocuzione col governo è appena iniziata. È evidente che oggi un’interruzione del governo Draghi farebbe perdere un interlocutore almeno per i prossimi mesi”.

“La crisi di governo è indubbiamente un problema per tutti perché mette a rischio tutto il percorso – gli fa eco, segretario generale della Cgil Liguria -. Ci vorrebbe un senso di responsabilità generale che porti a fare una discussione nel merito e non sulla base delle giacche dei partiti. Noi siamo interessati a fare questo. La preoccupazione è molto forte anche perché siamo nel mezzo di una guerra che farà schizzare in alto i prezzi, come è successo con la nuova diga di Genova. Draghi bis? Noi saremmo per una stabilità di governo che non ci porti a discutere di questioni di partito, ma di questioni del Paese, a partire dalla finanziaria. O si danno soldi a lavoratori e famiglie o il problema non sarà la maggioranza di governo ma una situazione esplosiva dal punto di vista sociale”.

“Sta già arrivando una montagna di risorse che deve servire a portare benefici – commenta Luca Maestripieri, segretario generale della Cisl Liguria -. Fino ad oggi mancava lo strumento per verificare le reali ricadute su lavoratori, famiglie e pensionati. Sette miliardi sono tanti, devono servire a fare le infrastrutture, la transizione ecologica e digitale, ma soprattutto a dare più benessere a partire da più posti di lavoro come quantità ma anche qualità e sicurezza dell’occupazione”. E aggiunge Mario Ghini, segretario generale della Uil Liguria: “È un protocollo importante perché ci permette di affrontare le ricadute occupazionali sul futuro, un modo diverso da quello che abbiamo seguito fino ad oggi: non informative ampie ma informative di dettaglio che ci permetteranno di analizzare i vari bandi ogni volta che usciranno”.

Ciascun tavolo sarà convocato con regolarità e potranno essere invitati i rappresentanti delle amministrazioni. Gli incontri si concentreranno sull’attuazione degli interventi e dei progetti di investimento, sulle riforme settoriali, sulle ricadute economiche e sociali, sugli effetti sulle filiere produttive e industriali, ma anche l‘impatto diretto e indiretto sui territori e i vari settori socioeconomici, con una particolare attenzione sulle ricadute riguardanti le condizioni di lavoro e l’occupazione.

Oltre a questo, i tavoli si concentreranno sul monitoraggio della transizione digitale ed ecologica, sull’occupazione giovanile e femminile, sulla coesione territoriale e sull’inclusione sociale con specifico riferimento alle persone fragili, con disabilità e non autosufficienti. I momenti di confronto approfondiranno il tema dell’utilizzo delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano nazionale complementare anche in relazione agli interventi previsti dai Fondi strutturali e di investimento europei e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione. In particolare si tratteranno i temi delle politiche necessarie ad assicurare processi di riconversione (come automotive, energie rinnovabili, siderurgia, economia circolare, digitalizzazione e sistemi di reti di telecomunicazioni, pubblica amministrazione) con particolare riferimento alle politiche industriali.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.