Appello

Ospedale Albenga, il comitato scrive al prefetto: “Cittadini esasperati, violato ogni giorno il diritto alla salute”

Il sindaco Tomatis: "Può essere sottoscritta dai cittadini. E' il grido d'allarme della nostra comunità"

Albenga. Una lettera al Prefetto di Savona è la nuova iniziativa del comitato pro ospedale di Albenga a difesa del pronto soccorso del Santa Maria di Misericordia. ”Un comitato apartitico sicuramente apolitico e tale deve rimanere ha presentato una richiesta al Prefetto, è un grido di allarme della nostra comunità nei confronti dello Stato. Il documento, che al suo interno ha punti molto importanti, potrà essere sottoscritto dai cittadini”. Con queste pariole il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis illustra l’iniziativa del Comitato pro ospedale.

“Ho pazienti che rinunciano a farsi curare, pur di non andare a Santa Corona, perché spaventato da quello che sta succedendo in quell’ospedale – ha proseguito Tomatis -. Siamo arrivati al punto che anche i pazienti che arrivano in ambulanza hanno tempi di attesa di almeno due ore prima del loro ingresso al pronto soccorso. Un territorio che resta sguarnito dalle ambulanze perché sono ferme al Santa Corona”.

Alla presentazione dell’iniziativa hanno preso parte associazioni del comitato, gli assessori Alberto Passino e Marta Gaia, consiglieri comunali minoranza e maggioranza Giorgio Cangiano, Gero Calleri e Roberto Tomatis. I consiglieri di maggioranza e gli assessori comunali dichiarano la loro disponibilità a verificare le firme che saranno allegate alla lettera che sarà inoltrata al Prefetto in merito alla situazione sanitaria del territorio. Affermano: “Questa è ‘la’ battaglia del territorio. Il presidente Toti deve rendersi conto della realtà dei fatti. Le difficoltà su strade e autostrade sono quotidiane. Le situazione sanitaria territoriale versa ormai in condizioni drammatiche. Il pronto soccorso di Santa Corona è in costante sofferenza, nonostante l’alta professionalità del personale sanitario. Riaprire il pronto soccorso di Albenga è una scelta possibile e necessaria, non solo il nostro territorio, ma anche per il comprensorio pietrese. Purtroppo fino ad oggi siamo stati inascoltati”.

“Il Comitato Pro Ospedale, con il quale stiamo portando avanti questa battaglia, ha deciso di scrivere al Prefetto per informarlo di quella che è diventata ormai una situazione insostenibile e pericolosa, noi riteniamo convintamente di aderire a questa iniziativa e di continuare sinergicamente la battaglia per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini, per questo ci dichiariamo disponibili per verificare le firme che saranno allegate alla lettera da inviare al Prefetto. Dobbiamo essere ascoltati e continueremo, così come abbiamo fatto fino ad oggi, ad impegnarci per avere risposte chiare e concrete dagli organi competenti”.

Al primo cittadino ingauno fa eco il portavoce dei Fieui di caruggi Gino Rapa: “La presenza di politici di vario colore conferma che il comitato è antipolitico. Toti è lontano dalla realtà e per lui la sanità funziona e va tutto bene. Toti non trova il tempo di occuparsi di queste cose. È molto grave, però riesce ad essere sempre presente ad ogni sagra, festa. Nella nostra zona è giunta al punto di non ritorno. Ho visto video girati da parenti inaccettabili. Ringrazio la Chiesa che dimostra di essere lungimirante, solidale e il sostegno del nostro vescovo. Mi auguro che ci sia un risveglio di coerenza dei nostri politici. La lettera al Prefetto nasce dal basso e invitiamo associazioni e cittadini a firmare”.

Comitato pro ospedale lettera prefetto

IL  TESTO DELLA LETTERA

A Sua Eccellenza Enrico Gullotti, Prefetto di Savona i sottoscritti cittadini segnalano quanto segue:
1. La situazione sanitaria nel comprensorio albenganese è giunta a un punto drammatico. La perdurante volontà dell’amministrazione regionale di non riaprire il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Albenga, che – pur declassato a Punto di Primo Intervento – superava i 23.000 accessi l’anno provoca quotidianamente il collasso del pronto soccorso dell’ospedale di Pietra Ligure, non in grado di smaltire decine e decine di pazienti in attesa. Addirittura persone anziane, sofferenti, costrette ad attendere più di 10 ore prima di essere visitate, sedute su una sedia e spesso neanche su quella. Medici e infermieri perennemente sotto pressione, col rischio anche di commettere gravi errori di valutazione. Scene non da società civile, ma da bolgia infernale, cui sono costretti ad assistere ogni giorno familiari dei pazienti e militi delle ambulanze.

2. La popolazione è molto esasperata e c’è il timore che la forte rabbia, la tensione e lo sdegno possano diventare – cosa che nessuno si augura – incontrollabili. Di continuo, soprattutto sui social, si sentono testimonianze drammatiche che spesso si concludono con l’invito alle forze dell’ordine, alla Procura, al Prefetto, a “chi di dovere” a intervenire prima che sia troppo tardi, per evitare proteste più forti dovute al perdurare di tali inaccettabili condizioni.

3. Viene violato ogni giorno l’articolo 32 della Costituzione Italiana (la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti) senza che nessuno intervenga a farlo rispettare. Non esiste più sul territorio la possibilità di prenotare esami o visite mediche, neanche a carattere di urgenza, in tempi accettabili se non a pagamento o in strutture lontane impedendo di fatto le cure a persone anziane, fragili, sole, economicamente deboli, senza rispetto per la citata Costituzione.

4. L’amministrazione regionale rifiuta ogni confronto con la popolazione del territorio e, ancora più grave, con le Istituzioni che rappresentano i cittadini. Addirittura nell’occasione della consegna alla città di Albenga di medaglia d’oro al valore civile il presidente della Regione non ha presenziato e non ha inviato suoi rappresentanti con chiaro intento punitivo verso Albenga e il suo territorio.

5. Costruire un ospedale di comunità in una zona priva di strutture sanitarie può essere una soluzione accettabile. Declassare un ospedale vero, con camere operatorie all’avanguardia, in posizione baricentrica, moderno, costruito grazie ai lasciti degli avi degli attuali abitanti per realizzare una sorta di cronicario è inconcepibile e forse potrebbe essere materia per la Corte dei Conti.

La segnalazione di quanto sopra a Lei, Signor Prefetto, è un invito a intervenire con sollecitudine prima che la situazione degeneri e raggiunga un punto di non ritorno. Affinché nessuno possa dire: “Non lo sapevo”.

leggi anche
Ad Albenga la grande marcia per l'ospedale
Nel weekend
Albenga, nella sede della Croce Bianca la raccolta firme pro ospedale

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.