Il caso

Manutenzione ascensori senza certificazioni, azienda savonese sotto accusa: 1500 condòmini rischiano il fermo impianto

Iglina, Biggi, Riva e Gottardi contro Omega Srls: "Impianti delicati, non ci si può improvvisare". La replica dell'amministratore: "Disdette nell'interesse dei condomini, e le abilitazioni servono solo per la manutenzione straordinaria"

ascensore generica

Savona. Hanno assunto la manutenzione di circa 60 ascensori a Savona e dintorni. Ma, secondo Arpal e Asl, lo avrebbero fatto senza avere le necessarie certificazioni di legge e senza personale dipendente munito di patentino. E così, ora, circa 1500 persone rischiano di trovarsi da un momento all’altro con l’ascensore fermo perché il contratto di manutenzione è considerato non valido.

A finire nel mirino è la Omega Srls, società con sede legale a Varazze. A far scoppiare il caso sono stati i titolari di altre quattro aziende locali (Riva, Iglina, Biggi e Gottardi) che nel gennaio 2021 si sono viste revocare in blocco i contratti di manutenzione ascensori di tutti i condomini gestiti dallo studio di amministrazione “Il Millesimo”. Un anno e mezzo di ricorsi ed esposti ha portato a una ispezione di Asl e Arpal che hanno rilevato alcune irregolarità. E ora il Comune di Savona dovrebbe (almeno stando alla legge) disporre il fermo impianto. Per la “gioia” di chi vive nei condomini.

IL CASUS BELLI: LE DISDETTE

A gennaio 2021 lo studio di amministrazione “Il Millesimo” (i titolari sono Cristina Giorgia, Angelo Cavallo e Stefano Caorsi) disdice, in blocco, tutti i contratti di manutenzione ascensori dei condomini amministrati. “Abbiamo ricevuto una disdetta cumulativa su tutti gli impianti – raccontano gli ascensoristi – che sono passati tutti contemporaneamente alla Omega Srls”. Riva perde 5 impianti, Biggi 3, Iglina 14, Gottardi ben 20; sorte simile tocca anche ad aziende più piccole o alle grandi multinazionali.

Inizialmente alcune ditte tentano la strada del dialogo con una lettera in cui chiedono all’amministratore le ragioni della revoca, ma invano: uno studio legale (a nome de Il Millesimo) intima espressamente alle ditte di non interferire con le dinamiche interne dei condomini. E così il 1 aprile 2021 scatta la disdetta, e vengono sostituiti sia i nottolini che consentono di accedere agli impianti sia le targhette che negli ascensori indicano l’impresa di manutenzione (quelli nuovi riportano la dicitura “Omega Elevators”).

FASE 1, IL RICORSO: “Decisione dell’amministratore, mancano i verbali e i condomini non sanno”

I titolari di alcune imprese estromesse scoprono però man mano che la decisione di cambiare manutentore è stata assunta unilateralmente dallo studio di amministrazione: non esistono delibere assembleari in cui i condomini chiedono il cambio. “E in molti casi – sostengono – i residenti sembrano addirittura essere all’oscuro dell’operazione“. Il legale di fiducia propone quindi un ricorso d’urgenza in tribunale, ritenendo la disdetta illegittima.

Il giudice nel luglio 2021 dà essenzialmente ragione a Valerio Mina (Riva ascensori) e Giovanni Iglina (Iglina e Biggi), dichiarando la disdetta inefficace perché data in assenza di preventiva delibera: la scelta del manutentore, infatti, è competenza dell’assemblea condominiale e non dell’amministratore. Ciononostante il tribunale rigetta il ricorso urgente. Le aziende infatti avevano motivato l’urgenza con il rischio – vista l’illegittimità delle disdette – di dover ancora rispondere legalmente di eventuali problemi. Un rischio che però secondo il tribunale non sussiste: il cambio chiavi rende impossibile un loro intervento e quindi le “esonera” di fatto da ogni responsabilità. Le aziende devono quindi portare avanti la loro battaglia per altre vie.

FASE 2, L’ESPOSTO: “Azienda senza i requisiti di legge”

A questo punto ai due imprenditori si unisce anche Antonio Sacco (Gottardi) e il trio presenta un esposto a Prefettura, Comune, Arpal, Asl e Camera di Commercio, tutti enti che a vario titolo sono coinvolti nella questione ascensori, per segnalare che Omega Srls non avrebbe i requisiti per assumere legalmente la manutenzione degli impianti. “Per legge – sostengono – il condominio è tenuto ad affidarla a un’azienda che ha i requisiti tecnici e il certificato di abilitazione”. Quindi o una ditta individuale il cui titolare ha il patentino, o una società che all’interno ha del personale col patentino e un responsabile tecnico individuato in base al decreto ministeriale 37/2008.

I tre scoprono invece che la Omega Srls, la società a cui lo studio Il Millesimo ha affidato la manutenzione degli impianti, è una società unipersonale (con 300 euro di capitale) iscritta alla Camera di Commercio non con il codice Ateco delle aziende specializzate in ascensori bensì con un codice generico, utilizzato per la piccola manutenzione degli edifici. E che, soprattutto, nessuno in azienda (né la titolare, Alice Parodi, né i dipendenti) è abilitato a questo lavoroil servizio viene materialmente garantito da un professionista esterno a partita iva, con cui l’azienda ha stipulato un contratto di prestazione d’opera. L’accordo, per inciso, è datato 21 dicembre 2020: proprio pochi giorni prima delle disdette. “E questo – sostengono Sacco, Iglina e Mina – nonostante alcuni contratti stipulati tra Omega e i condomini prevedano espressamente la prestazione mediante personale proprio, e addirittura espresso divieto di subappalto”.

“Il Dpr 162/99, che regolamenta la manutenzione degli ascensori, richiede che il titolare del contratto di manutenzione abbia obbligatoriamente un incaricato tecnico nell’organico della società – insistono Mina, Iglina e Sacco – L’art. 15 stabilisce l’obbligo di affidare la manutenzione a una persona munita di un certificato di abilitazione o a una ditta specializzata“. Tradotto: di fatto l’azienda per legge deve avere internamente le competenze e le abilitazioni, non è sufficiente un “subappalto”. Una versione però contestata da “Il Millesimo”, di cui più avanti riportiamo la replica.

C’è poi un ulteriore dettaglio. Gli ascensori costruiti dopo il 2000 hanno, per legge, una Sim per collegarsi alla centrale operativa. Che in alcuni impianti, nonostante siano trascorsi 18 mesi, non sarebbe ancora stata sostituita: il servizio verrebbe quindi garantito dalle schede telefoniche dei “vecchi” manutentori. “Un paradosso – racconta Sacco (Gottardi) – in questi mesi mi è capitato di ricevere chiamate di emergenza per alcuni loro impianti e dover contattare Omega per comunicare loro che avevano un ascensore fermo”.

L’ISPEZIONE: PER ARPAL E ASL IRREGOLARE ANCHE IL NUMERO DI EMERGENZA

Il 3 settembre 2021 arriva l’accesso ispettivo: Arpal e Asl si recano nella sede legale di Omega Srls a Varazze (che poi è lo studio del commercialista, dato che la sede operativa è invece ad Albissola) per verificare quanto contenuto nell’esposto. L’esito viene comunicato agli ascensoristi e a Prefettura, Comune e Camera di commercio solo a giugno 2022, e il responso è chiaro: il codice Ateco non è quello specifico, l’azienda “non ha personale dipendente in possesso di idoneo certificato di abilitazione” e quindi “si ritiene che la Omega Srls non sia una ditta specializzata e abilitata a fare manutenzione sugli ascensori“.

Non solo, anche il numero fornito per il servizio di emergenza non va bene: è un semplice cellulare, “che non è in grado di fornire i richiesti requisiti di costante funzionamento e bidirezionalità delle comunicazioni“. Mentre le aziende del settore si appoggiano tutte a call center specializzati, proprio per garantire una risposta 24 ore su 24.

IL RISCHIO: IMPIANTI FERMI E 1500 PERSONE “A PIEDI”

Ora l’esito degli accertamenti è stato trasmesso da Arpal al Comune di Savona, che – dice la legge – è il soggetto tenuto a intervenire ordinando “l’immediata sospensione del servizio“. Ad oggi non è ancora accaduto: “Non abbiamo notizia di alcun provvedimento – confermano Iglina, Mina e Sacco – e 1500 persone viaggiano ogni giorno su ascensori che dovrebbero rimanere fermi“. Lo stallo è legato alle osservazioni difensive trasmesse al Comune da Il Millesimo, che contesta le conclusioni di Arpal. La palla ora è in mano allo Sportello Unico per le Attività Produttive: in ballo ci sono una cinquantina di impianti (alcuni dei 60 ascensori iniziali sono stati riaffidati in questi mesi ai manutentori originali).

In attesa di sviluppi, i tre non mollano: “Facciamo questo lavoro da una vita. Per garantire gli standard dobbiamo studiare e spendere: Iglina e Biggi hanno 10 tecnici abilitati, Riva 7, Gottardi 3. Ci sentiamo umiliati e vogliamo arrivare fino in fondo. Il nostro obiettivo è ristabilire la verità delle cose e togliere dal mercato un soggetto potenzialmente pericoloso: un ascensore è un impianto tecnologico delicato e sofisticato per il quale ci vogliono competenze, non ci si può improvvisare. Questa vicenda è nata in concomitanza con il dramma della funivia del Mottarone: senza fare speculazioni sulle tragedie, non devono esistere soggetti che si improvvisano, si mettono sul mercato e giocano con la sicurezza degli utenti. Chiederemo i danni, e se li otterremo devolveremo le cifre in beneficenza“.

LA REPLICA: “Loro un ‘cartello’, disdette nell’interesse dei condomini. E le abilitazioni servono solo per la manutenzione straordinaria”

La titolare di Omega Srls si trova al momento all’estero, e non è stato possibile concederle il diritto di replica. A rispondere agli ascensoristi è allora Angelo Cavallo de Il Millesimo. Primo punto, le disdette in assenza di delibera del’assemblea: “Nell’interesse supremo dei nostri clienti, che sono i condòmini, noi abbiamo chiesto ai fornitori di aggiornare i contratti in essere, che in qualche caso erano scaduti da 20 anni. Alcuni erano ancora in lire… Abbiamo quindi chiesto di proporci un eventuale sconto e darci la possibilità di controllare i lavori eseguiti. In assenza di risposta entro il termine stabilito, abbiamo inviato le disdette. Non c’è bisogno di attendere 6 mesi per l’assemblea, proprio nell’interesse del condominio: se ci accorgiamo che un contratto non va bene, secondo noi è un obbligo e un dovere di un amministratore intervenire per ottenere i contratti migliori per i suoi clienti. E il ‘cartello’ degli ascensoristi presente a Savona dovrebbe accettare la concorrenza, invece di cercare di metterci in cattiva luce in tutti i modi”.

C’è poi la questione delle certificazioni: “Il Millesimo sostiene che la ditta Omega Srls ha i requisiti che servono – afferma Cavallo – Il Dpr 162/99 infatti non si applica alle manutenzioni ordinarie: in realtà non è nemmeno richiesto il patentino, si tratta di un intervento che non necessita personale specializzato. Il patentino è richiesto solo per la manutenzione straordinaria. In ogni caso, proprio per maggiore garanzia, Omega si avvale del subappalto di un ascensorista patentato”.

Ora non resta che attendere la decisione del Comune: “Dopo l’esito comunicato da Arpal, il nostro legale ha scritto al Comune contestandolo nel merito – spiega Cavallo – Siamo in attesa. Confido che nessun ascensore venga bloccato finché il Comune non risponderà al nostro avvocato, o almeno lo speriamo: altrimenti saremo costretti ad adire alle vie legali, visto il danno fatto ai condomini“.

Si precisa che la “Omega Srls” di cui si tratta nell’articolo è quella che ha sede legale a Varazze (Savona): non ci sono legami con omonime aziende che hanno sede in altre parti d’Italia.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.