Focus Sanità

Microbiologia

Laboratorio analisi del San Paolo, direttrice Lillo: “Condiziona oltre il 70% delle scelte mediche. Manca personale ma non l’ambizione”

"Personale fondamentale, tra il 2020 e il 2021 abbiamo prodotto più di 200mila test molecolari. Ora puntiamo alla medicina personalizzata"

Savona. Medicina personalizzata, prevenzione alla farmacoresistenza, sorveglianza delle infezioni ospedaliere ed extraospedaliere attraverso una diagnostica rapida. Sono queste le sfide future che ha deciso di intraprendere il laboratorio analisi del San Paolo di Savona.

Nonostante la grande carenza di personale e i limiti che pone la situazione continuiamo a orientarci verso l’implementazione di nuove attività“. Non ci gira tanto intorno la dottoressa Flavia Lillo, direttrice del Laboratorio Analisi dell’ospedale savonese: il problema della mancanza di personale è evidente in Asl2, ma la voglia di continuare a far evolvere questa specificità è forte. Lo scorso giovedì è stato ufficialmente inaugurato il nuovo impianto robotizzato per l’analisi dei campioni biologici che sostituisce buona parte del lavoro che prima veniva realizzato a mano, una vera innovazione in Italia, la centesima installazione mondiale e la prima che viene utilizzata in Liguria.

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“Come tutti, vuoi per Quota 100, vuoi per una serie di pensionamenti che hanno ridotto sostanzialmente l’organico – in particolare i tecnici di laboratorio -, per politiche formative un po’ antiquate e forse anche per modelli organizzativi che nel passato hanno puntato più sulla centralizzazione, stiamo soffrendo molto la carenza di personale sia al San Paolo che al Santa Corona” spiega Lillo. Una nota di speranza: “Ma si tratta di un problema che stiamo cercando di affrontare con concorsi, sperando di arrivare a un tempo non molto remoto a rinormalizzare la situazione” aggiunge.

Nonostante ciò, possiamo dire che il laboratorio di analisi savonese gode di buona salute. Al di là delle difficoltà e di questi limiti noi continuiamo a progettare nuove diagnostiche – afferma la dottoressa Lillo -, ci stiamo orientando verso l’implementazione di attività legate alla medicina personalizzata, quindi al sequencing, alla diagnostica più complessa e ci stiamo focalizzando moltissimo sulla crescita delle attività relative alla microbiologia, ovvero alle infezioni sia ospedaliere che extraospedaliere e al grosso problema dell’antibiotico resistenza che ormai è diventato un problema generalizzato. Si punta molto sulla prevenzione della farmacoresistenza, sulla sorveglianza delle infezioni e sulla diagnostica rapida perchè anche nella microbiologia ci sono delle patologie cosiddette tempo-dipendenti, cioè patologie nelle quali l’immediatezza delle diagnosi, e soprattutto di terapia, sono fondamentali per salvare la vita del paziente. Pensiamo alle meningiti, alla sepsi e alle infezioni batteriche invasive in linea generale”.

Generica

La medicina di laboratorio è considerata un po’ ‘Cenerentola’ di tutte le attività di sanità pubblica – mette in evidenza la direttrice -, in realtà rappresenta il cardine di tutte le attività che vengono svolte in ospedale. Un esame di laboratorio è coinvolto in tutte le parti dell’assistenza sanitaria, a partire dalla prevenzione (quando si parla di screening, ad esempio), alla diagnosi quando si parla di identificare una malattia e alla cura quando si tratta di gestire l’efficacia terapeutica e del follow up. Dando qualche numero, più del 70% delle scelte mediche è condizionata da un esame di laboratorio”.

La fase più aggressiva della pandemia ha dimostrato la grande importanza del laboratorio. Illustra Lillo: “In pochissimo tempo tutti i laboratori si sono dovuti ‘riciclare’ rispetto a una nuova attività che era urgente, impellente e gravosa dal punto di vista numerico. In tutti gli ospedali sono infatti nati dei laboratori dedicati all’attività in particolare di biologia molecolare, un’attività piuttosto complessa dal punto di vista della gestione del processo, ma che ha sopportato carichi importantissimi nel corso di tutta la pandemia e sempre con una disponibilità del laboratorio 7 giorni su 7 e spesso 24 ore su 24; proprio perchè il dato di positività o negatività al Coronavirus condiziona e ha condizionato anche la gestione sia delle entrate che delle uscite da ospedali o strutture Covid”.

I dati sono chiari: “Nel corso del 2020 il laboratorio aveva una produttività di test di biologia molecolare che non superava le poche migliaia, tra il 2020 e il 2021 abbiamo prodotto più di 200mila test molecolari all’anno, con una produttività giornaliera che ha raggiunto picchi di più di mille test al giorno” .”In tutto questo è doveroso ringraziare la disponibilità e la dedizione del personale che ha lavorato e lavora ancora oggi in laboratorio: nonostante le difficoltà ha sempre dato la piena disponibilità a rendere quello che è il nostro servizio” tiene a dire la dottoressa.

“Anche il Santa Corona di Pietra Ligure ha un laboratorio di grandi dimensioni – aggiunge Lillo -. Numericamente ha una produttività abbastanza simile al San Paolo: se parliamo di 2 milioni e 800 di esami all’anno sull’hub di Savona, Santa Corona ne gestisce circa un milione. Però bisogna dire che il laboratorio pietrese non è speculare a quello savonese. Storicamente nel laboratorio di Savona sono state centralizzate più attività specialistiche di secondo livello rispetto a quanto avveniva nel Santa Corona. Tuttavia, adesso anche il Santa Corona ha delle attività di altissima specializzazione come la parte dell’autoimmunità che è stata centralizzata. Tuttavia hanno una stessa importante problematica, quella della mancanza del personale” conclude.

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