Italia. Periodo massimo di isolamento ridotto a 10 o 15 giorni (non più 21) e “ritorno alla libertà” dopo un solo test negativo e 48 ore senza sintomi: la quarantena “light” proposta nei giorni scorsi dalle Regioni dovrebbe presto diventare ufficiale. Seppur il ministro alla Salute Roberto Speranza intende seguire la strada della prudenza per evitare che si allenti l’attenzione (i casi sono in discesa, ma restano alti), nei prossimi giorni si attende la nuova circolare del ministero che conterrà le nuove regole.
Ad incidere sui nuovi protocolli Omicron 5: secondo l’Ordine dei Medici, infatti, molte persone contagiate da questa variante, la più diffusa in questo momento, non accusano sintomi oppure li hanno lievi e scoprono di essere positivi solo nei giorni successivi. E in alcuni casi ci si negativizza in meno di una settimana. Le nuove regole quindi interverranno anche in queste situazioni, evitando che si debba attendere almeno una settimana (come attualmente previsto) per effettuare il tampone. Potranno quindi uscire dalla quarantena coloro che non hanno più sintomi da 48 ore e che sono risultati negativi al test effettuato in farmacia.
Come detto, la volontà è quella di accorciare anche il periodo massimo di isolamento domiciliare, ora fissato a 21 giorni. Il limite dovrebbe essere ridotto a 15 o 10 giorni, così come richiesto nel documento presentato al ministero della Salute dalle Regioni, documento su cui sono d’accordo anche i tecnici.
Per quanto riguarda invece l’autunno, quando si tema l’esplosione di “Centaurus” (così è stata ribattezzata Omicron BA.2.75), l’idea dei governatori è quella di eliminare la quarantena per gli asintomatici e introdurre l’obbligo della mascherina Ffp2 nei locali al chiuso e all’aperto in caso di assembramento o contatti ravvicinati. Per chi non dovesse rispettare le misure, stesse “punizioni” previste oggi per chi viola l’isolamento nonostante l’obbligo, ovvero arresto da 3 a 18 mesi e multa da 500 a 5mila euro.
Su questo aspetto però è aperto il dibattito: da una parte i “rigoristi” secondo cui queste regole potrebbero favorire la diffusione del virus, che a causa del freddo sarebbe già superiore; dall’altra invece coloro che ritengono che questa misura permetta di attenuare il fenomeno dei positivi non dichiarati, obbligandoli almeno ad indossare la mascherina.