Liguria. “La gestione della sanità non può essere derubricata a una semplice operazione di marketing, seppur di un marchio prestigioso come il Gaslini: il rischio principale che si sta correndo con il progetto Gaslini diffuso è quello di depotenziare di professionalità le terapie territoriali, tutto l’opposto dell’obiettivo che si è data la giunta. All’interno delle stesse Asl stanno già arrivando continue richieste di trasferimento di personale da pediatria ad altri reparti, per non perdere il rapporto di lavoro nella sanità pubblica e non passare in capo al Gaslini. Le conseguenze possiamo solo immaginarle: se le Asl perdono personale in pediatria e le carenze non vengono recuperate da nuove assunzioni, il bilancio alla fine sarà negativo”.
A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Roberto Arboscello, dopo la discussione in aula della sua interrogazione sul trasferimento del personale dalle strutture territoriali per dare vita al Progetto del Gaslini diffuso.
“La risposta che ci ha dato la giunta, che il personale delle Asl vanno in comando al Gaslini solo fino a dicembre 2022 e hanno tre mesi per recidere il contatto, è una risposta insufficiente per tranquillizzare il personale sul suo futuro, perché non si sa cosa succederà dopo. Questa incertezza – argomenta il consigliere Dem – non aiuta le persone a scegliere, che pur di non rischiare di perdere la loro posizione chiedono un trasferimento di reparto.
Di fronte alla scelta della giunta Arboscello si domanda: “Non poteva esserci un altro modo per migliorare le operatività delle pediatrie? Non si potevano ad esempio aprire delle convenzioni temporanee anziché cedere tutte le pediatrie? La via maestra – conclude il consigliere – doveva essere ancora una volta il potenziamento della sanità pubblica in questo modo si va nella direzione opposta cercando di allungare una coperta già troppo corta”.