Comunicazioni

Draghi in Senato: “Bisogna ricostruire il patto”. Toti: “Ancor più convinti e orgogliosi di votarlo”

Il premier apre alla prosecuzione del governo: "Colpito dall'appello dei sindaci, ma serve un consenso ampio". E si rivolge ai parlamentari: "Non dovete rispondere a me, ma agli italiani"

draghi

Roma. Apre alla prosecuzione del governo, il premier Mario Draghi che questa mattina ha parlato al Senato. Nell’esecutivo, però, non dovrebbe esserci  il Movimento 5 Stelle, visto che i grillini in aula non hanno mai applaudito.

“L’unica strada se vogliamo ancora stare insieme è ricostruire da capo questo patto con coraggio, altruismo, credibilità – ha detto il presidente del Consiglio – A chiederlo sono soprattutto gli italiani. La mobilitazione di questi giorni a favore della prosecuzione del governo è senza precedenti e impossibile da ignorare”.

Draghi si è detto colpito in particolare da due appelli: “quello di circa 2mila sindaci”, tra cui anche il savonese Marco Russo, e quello “del personale sanitario, gli eroi della pandemia, verso cui la nostra gratitudine è immensa”.

Le dimissioni, ha spiegato il premier, sono state “una scelta tanto sofferta quanto dovuta” perché “è venuto meno il patto di fiducia che ha tenuto insieme questa maggioranza. Non votare la fiducia al governo di cui si fa parte ha un significato politico evidente – ha detto Draghi riferendosi al Movimento 5 Stelle -. Non è possibile ignorarlo perché vorrebbe dire ignorare il Parlamento, non è possibile contenerlo perché vorrebbe dire che chiunque può ripeterlo, non è possibile minimizzarlo perché viene dopo mesi di strappi e ultimatum”.

Perché ora il governo vada avanti con un presidente del Consiglio “che non si è mai presentato agli elettori” serve un “sostegno più ampio possibile”, ha ricordato Draghi: “Feci esplicitamente riferimento allo spirito repubblicano governo che si sarebbe poggiato sul presupposto dell’unità nazionale” che “in questi mesi è stata la miglior garanzia di legittimità democratica ed efficacia dell’esecutivo”.

Poi ha passato in rassegna i risultati raggiunti e si è rivolto alle forze politiche: “Il merito di questi risultati è stato vostro, della vostra disponibilità a mettere da parte le differenze con pari dignità e rispetto reciproco. La vostra è stata la migliore risposta all’appello del presidente della Repubblica. Mai come in questi momenti sono stato orgoglioso di essere italiano“. Poi però, “purtroppo col passare dei mesi a questa domanda di coesione dai cittadini le forze politiche hanno opposto il crescente desiderio di distinguo e divisioni”.

Draghi ha quindi spiegato nel dettaglio i punti del programma di governo, tra cui la riforma fiscale, la riforma delle pensioni, la conferma del sostegno militare all’Ucraina, i rigassificatori a Piombino e Ravenna, la revisione del reddito di cittadinanza e del superbonus. “I partiti e voi parlamentari siete pronti a riscostruire questo patto? Siete pronti a confermare quello sforzo che avete compiuto nei primi mesi e che si è poi affievolito? Sono qui solo perché gli italiani lo hanno chiesto. Questa risposta non la dovete dare a me ma a tutti gli italiani”, ha concluso.

La giornata a Palazzo Madama sarà ancora lunga. I gruppi hanno complessivamente cinque ore e mezza per discutere sulle comunicazioni di Draghi, poi ci sarà il voto di fiducia che sicuramente confermerà l’esistenza di una maggioranza, ancora incerta tuttavia nel suo perimetro.

Tra gli scenari ipotizzati ora c’è una nuova scissione del Movimento 5 Stelle con una parte del gruppo pronta a sostenere il governo Draghi. Resterebbe all’opposizione solo l’ala più vicina a Giuseppe Conte, cioè quella che in Liguria rappresenta la corrente di maggioranza, almeno per quanto riguarda i vertici locali.

Nelle scorse ore è stato chiarissimo su Facebook il coordinatore regionale Roberto Traversi, unico parlamentare ligure rimasto nel movimento dopo le varie scissioni: “Nella congiunta ho espresso il vivo desiderio di non far parte di nessun tipo di governo, non ci sono più le condizioni – ha scritto pubblicando una sua foto insieme a Giuseppe Conte -. I finti alleati sono sempre più spregiudicati, usano nei nostri confronti toni sempre più aggressivi e fanno bene perché sanno che non siamo la stessa cosa. I nostri che volevano farci diventare come gli altri se ne sono andati, altri speriamo che se ne vadano di corsa, noi abbiamo da fare tante cose per i cittadini italiani”.

Da Genova il capogruppo del M5s a Tursi, Luca Pirondini, conferma una linea espressa già ai tempi dello strappo operato da Di Maio: “Se non accolgono nulla di quello che proponiamo, non vedo gli estremi per stare nel governo. C’è un continuo attacco al reddito di cittadinanza che è diventato il problema del Paese, mentre pensavamo che il problema fossero le mafie e le corruzione. Il Movimento 5 Stelle nell’ultimo anno e mezzo ha digerito anche troppo”.

Toti: “Dopo discorso Draghi ancora più convinti e orgogliosi di votarlo”

“Dal primo istante abbiamo detto che avremmo votato la fiducia a Mario Draghi, oggi dopo aver sentito il discorso del Premier la voteremo orgogliosamente!”. Lo scrive su Facebook il presidente della Liguria e di Italia al Centro, Giovanni Toti.

“Il progetto di modernizzazione dell’Italia tracciato dal Presidente del Consiglio si contrappone in modo netto alla fuga dalla responsabilità del dibattito politico di queste ore – afferma – Il Governo vada avanti deciso, il nostro compito invece è quello di lavorare per cambiare la politica e ridare al Paese progetti e una classe dirigente all’altezza”.

E poi conclude: “Ricreazione finita: governare vuol dire decidere e fare per l’Italia e gli italiani! Noi ci siamo”.

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