Lettera al direttore

Ricordo

Aldo Pastore: la vocazione per gli altri

di Franco Astengo, Elio Ferraris, Bruno Marengo, Sergio Tortarolo

aldo pastore

E’ già stato scritto: la scomparsa di Aldo Pastore ha privato il movimento democratico savonese di uno dei suoi più saldi punti di riferimento nella storia di questi ultimi cinquant’anni.

Attraverso il beneficio della memoria sono state percorse le tappe del suo impegno culturale, sociale e politico: da erede della più limpida tradizione antifascista, alla militanza nel PCI, all’aver ricoperto incarichi di grande reponsabilità nell’amministrazione della Città, a livello nazionale e nel presiedere alcune delle istituzioni più care ai savonesi.

Nel cercare di analizzare al meglio possibile la sua opera appare necessario addentrarci meglio in un aspetto che forse potrebbe apparire in un qualche modo marginale.

Aldo Pastore è stato prima di tutto un medico: lo è stato al di là dell’aver sempre mantenuto l’esercizio della professione anche nei momenti di maggior impegno politico e istituzionale nella Camera dei Deputati, quando tornava al venerdì da Roma e continuava a ricevere i suoi pazienti appartenenti,per la gran parte, a quella classe operaia che costituiva ancora il nerbo vitale della “Savona del Lavoro”.

Aldo ha esercitato il mestiere di medico diremmo in una forma di “vocazione per gli altri”: una sorta di ” credo” recitato laicamente nel corso della sua fatica quotidiana che lo portava a far coincidere la salute pubblica con l’idea profonda del miglioramento complessivo delle condizioni di vita dei ceti più umili, nel segno della solidarietà e dell’uguaglianza.

Così è stato in quella sua prima inchiesta sulle condizioni di lavoro all’ACNA di Cengio attraverso la quale si sollevò finalmente il tema del rapporto tra salute in fabbrica e condizione generale del territorio, in tempi nei quali questo livello di analisi era totalmente trascurato anche dalla sociologia più attenta alle condizioni del mondo del lavoro.

Così è stato con la vera e propria “invenzione” dei servizi sociali a Savona nel duplice riferirsi all’infanzia costruendo la rete degli asili nido e agli anziani con l’assistenza domiciliare.

Lavorando in quella direzione Pastore dimostrò anche una peculiarità dei comunisti di allora, ben oltre gli ideologismi e le dispute politologiche: la peculiarità rappresentata dal rivolgersi al “concreto” e alla possibilità di applicazione della scienza alla vita di tutti i giorni, alla condizione materiale di donne e uomini (non ha caso una delle sue opere più importanti ha il titolo “Scienza ed utopia”).

In quel modo Pastore incontrò altri filoni del pensiero solidaristico ed egualitario: da un socialismo con venature “fabiane” ai principi di sussidiarietà di matrice cattolica.

Quegli incontri posti fuorono posti su di elevato piano etico e culturale dando anche spunto a pubblicazioni importanti dedicate sia alla realtà locale sia a una visione globale dello sviluppo e del futuro.

Gli scritti di Aldo Pastore hanno così testimoniato di una ricerca aperta tra descrizioni e riflessioni di un umanesimo intenso e moderno.

Savona ha goduto nel corso del tempo della presenza di medici che hanno corrisposto agli ideali pratici cui si è ispirato Aldo Pastore : viene spontaneo così collocare la sua opera in un filone savonese partito da Ambrogio Aonzo, il medico socialista filantropo capace di percorrere le strade della piccola Savona della fine dell’800 per assistere gratis i poveri e nel contempo condurre grandi battaglie in consiglio comunale a favore della sanità pubblica e dell’igiene urbana,

Un itinerario storico attraversato da altre figure delle quali ricordiamo soltanto pochi nomi come quelli di Corrado Perelli, Armando Poggio, Franco Varaldo.

Persone da non dimenticare cui accostare la memoria di Aldo Pastore.

Franco Astengo, Elio Ferraris, Bruno Marengo, Sergio Tortarolo

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