Sentenza

Albenga, nel mirino l’area della nuova ferrovia: annullamento parziale del Puc. Tar accoglie ricorso di Cerruti

Il sindaco: “Valuteremo la sentenza, probabilmente ci opporremo”. Ma il progetto di raddoppio e il Puc (nella sua interezza) non sono a rischio

Albenga - veduta aerea

Albenga. “Un Comune, quando redige un Puc, non ha autonome competenze nel disciplinare opere strategiche di rilevo nazionale in assenza di un valido e vigente piano strategico nazionale”.

È questa, in sintesi, la motivazione principale che ha portato il Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) della Liguria ad accogliere il ricorso contro il Comune di Albenga, presentato dalle due società collegate “Impresa Cerruti spa” e “Cerruti GB srl”, assistite dal legale Mauro Vallerga e proprietarie di diversi terreni nell’albenganese dove “gestiscono da più di 60 anni, attività artigianali connesse alla produzione e lavorazione di materiali lapidei”.

Un accoglimento, quello del ricorso ad opera del Tar, che ha portato “all’annullamento dei provvedimenti impugnati (la delibera del consiglio comunale di Albenga del 22 ottobre 2015, recante ‘Approvazione Progetto Piano Urbanistico Comunale’)”, ma “limitatamente alle aree di proprietà delle società ricorrenti”.

Andiamo con ordine. Alla fine degli anni ’90, il Consiglio dei Ministri ha autorizzato un progetto di raddoppio della linea ferroviaria Andora-Finale, localizzando ad Albenga la sede della nuova stazione ferroviaria.

Ne è nato un contenzioso che si è concluso nel 2013, con un accordo tra Cerruti ed Rfi, che “obbligava quest’ultima a ridurre la superficie da espropriare in dipendenza della realizzazione della nuova stazione di Albenga, da 37.237 mq a 19mila mq circa, ed a rilasciare attestazioni di compatibilità tecnica per ogni intervento già progettato o in via di progettazione da parte delle società ricorrenti”.

Ma il Puc, approvato nel 2015, dal Comune di Albenga ha invece “riconfermato il vincolo su tutte le aree di proprietà Cerruti, includendo le stesse in un nuovo Distretto Urbano di Trasformazione a matrice infrastrutturale denominato ‘B’ e destinato ad accogliere la Stazione Ferroviaria di Nuovo impianto”. 

Secondo il Tar il Comune “avrebbe dovuto avere riguardo all’attuale e pregressa utilizzazione produttiva delle aree, e dunque alla loro naturale vocazione, a maggior ragione in considerazione della decadenza del precedente vincolo espropriativo”. 

Sempre secondo il Tar, “l’avere invece condizionato l’attuazione di qualsiasi trasformazione edilizia nel distretto ad un accordo di programma – dunque, ad una convenzione tra enti pubblici, escludendo l’iniziativa privata, – e l’aver ammesso soltanto gli interventi funzionali ai servizi legati alla mobilità ferroviaria appare obiettivamente lesivo delle proprietà fondiarie delle società attrici”.

Le società di Cerruti, che avevano presentato anche una serie di osservazioni al Puc poi respinte, si sono ritenute “lese dalle previsioni del Piano Urbanistico Comunale adottato dal Comune di Albenga”. 

E il Tar ha accolto il ricorso “annullando i provvedimenti impugnati, limitatamente alle aree di proprietà delle società ricorrenti, e condannando il Comune di Albenga al pagamento, in favore delle società ricorrenti, delle spese di giudizio, quantificati in 3mila euro”. 

Come si evince chiaramente dalla sentenza del Tar, va specificato che il Puc nella sua interezza non è a rischio così come il nuovo progetto di raddoppio ferroviario e conseguente realizzazione della nuova stazione. 

“Ora valuteremo la sentenza del Tar con attenzione e prenderemo una decisione. Ma posso annunciare che, con ogni probabilità, ci opporremo”,  ha spiegato il sindaco Riccardo Tomatis. 

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