Memoria

Varazze ha ricordato le vittime del bombardamento del 13 giugno 1944

Causò 55 morti e numerosi feriti, oltre alle case distrutte nel centro storico di via Malocello e di via Carattino

Varazze Cerimonia Bombardamento

Varazze. L’anniversario del bombardamento aereo subito da Varazze il 13 giugno 1944, che causò 55 morti e numerosi feriti, oltre alle case distrutte nel centro storico di via Malocello e di via Carattino, è stato ricordato nella mattinata di lunedì (stesso giorno dell’evento) con una cerimonia ufficiale che ha coinvolto numerosi cittadini, e ospiti della colonia balneare, consci dell’importanza di non dover dimenticare una tragedia che segnò la città con profonde ferite, ancora oggi aperte nel cuore della comunità.

Un corteo con le autorità civili e militari, associazioni varie di impegno sociale e culturale, con il gonfalone del Comune, alle 10.30 ha raggiunto via Malocello, dove è stata posta una corona d’alloro alla lapide che ricorda le vittime del tragico evento.

Il sindaco Luigi Pierfederici, con accorate parole di cordoglio per tanti concittadini periti nell’incursione aerea, si è soffermato sulla necessità di operare uniti per preservare la pace, dono da difendere come bene prezioso, ieri come oggi al centro della nostra stessa sopravvivenza.

Una cerimonia veramente partecipata, questa del 2022, senza dubbio sull’onda emozionale di ciò che accade in Ucraina, che ha fatto riflettere sul passato, sul presente e sul futuro della nostra società, Pietro Spotorno e Mario Traversi, testimoni oculari del bombardamento, hanno raccontato le fasi salienti di quella tragedia, dopo la benedizione alla targa che ricorda le vittime, impartita di Fra Candido Capitano (O.P,), Cappellano Militare del Corpo Alpini.

Varazze Cerimonia Bombardamento

La giunta comunale al completo, presente anche il consigliere della Regione Liguria, già sindaco delle città, Alessandro Bozzano, ha partecipato alla cerimonia, nella commozione delle note del “Silenzio”, che hanno suggellato il dolore di Varazze per i suoi figli, periti all’alba di una radiosa giornata di giugno del 1944, che i lenti rintocchi del campanone di Sant’Ambrogio, come ogni anno, alle 7.10, avevano riportato la città a quella data infausta.

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