Operazione "money laundering"

Truffe sentimentali e informatiche, rintracciato il 30enne ricercato: era all’aeroporto di Milano rientrato da Istanbul

Su di lui pendeva un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Savona il 4 aprile: si era reso irreperibile dal suo domicilio in Val Bormida

carabinieri aeroporto milano

Savona/Milano. Le indagini dell’operazione “Money Laundering” avviate dal Comando Provinciale Carabinieri di Savona che avevano permesso l’arresto di 19 persone per riciclaggio di denaro ricavato da truffe “sentimentali” e truffe informatiche hanno condotto, nella serata di ieri, al fermo di un 30enne di origini nigeriane all’interno dell’aeroporto di Milano Malpensa.

Su di lui pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Savona il 4 aprile in quanto indagato per reati di associazione per delinquere e riciclaggio internazionale di denaro proveniente dalle truffe on-line, in particolare quelle “sentimentali” e “man in the middle”, associandolo al carcere di Busto Arsizio (VA) a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Savona.

I militari del Comando Provinciale Carabinieri di Savona, del dipendente Nucleo Investigativo e coadiuvati dal personale della Polizia di Frontiera, all’esito di ininterrotte ricerche sono finalmente riusciti a rintracciare il ricercato K.F.E., 30enne nigeriano, residente nella provincia di Savona, richiedente asilo politico, tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Era su un aereo proveniente da Istanbul (Turchia).

All’atto del fermo sono state sequestrate varie carte di credito che aveva con se, due cellulari e la documentazione finanziaria. L’indagato, il 3 maggio scorso, all’atto dell’esecuzione dell’operazione si era reso irreperibile dal suo domicilio nella Val Bormida. Il fermato è stato pertanto messo a disposizione della locale Autorità Giudiziaria.

L’OPERAZIONE

L’operazione, nella cui fase esecutiva sono stati impegnati oltre 100 militari del comando provinciale di Savona, coadiuvati dagli altri comandi territorialmente competenti, dal 15° Nucleo Elicotteri e dal Nucleo Cinofili Carabinieri di Villanova d’Albenga, giunge al termine di una complessa indagine svolta dai carabinieri del nucleo investigativo, nel corso della quale sono stati raccolti gravi indizi sulla esistenza di un’organizzazione criminale internazionale in grado di riciclare ingenti somme di denaro illecitamente ricavate da truffe online, perpetrate in diverse aree del territorio italiano, in Nigeria e in altri Paesi tra il 2019 e il 2021.

L’indagine era stata avviata nell’estate del 2020 e si è sviluppata sia attraverso attività di tipo tradizionale, con osservazioni, controlli e pedinamenti, sia documentale e tecnica, con l’esplorazione dei rapporti finanziari utilizzati dagli indagati e l’acquisizione della relativa documentazione bancaria, con conseguente analisi di oltre 14.000 transazioni finanziarie, che ha permesso l’individuazione delle movimentazioni illecite concernenti la ricezione di denaro provento di delitti (truffe on-line) da diversi paesi del mondo, la successiva sistematica dispersione in giroconti, prelievi in contanti, operazioni extra conto e web, rimesse attraverso money transfer nella provincia di Savona.

Secondo quanto emerso allo stato attuale delle indagini, il denaro, proveniente prevalentemente da diverse varianti delle “truffe alla nigeriana”, in particolare quella “sentimentale” e quella “man in the middle”, era ricevuto dagli indagati attraverso contatti diretti tra gli scammer, operanti prevalentemente in Nigeria, e vari connazionali in Italia, soprattutto in questa provincia.

IL MODUS OPERANDI

Come avvenivano i raggiri? La “truffa sentimentale” o “internet romance scam” era un raggiro rivolto soprattutto a persone perbene e donne sole di età comprese tra i 25 e gli 80 anni, psicologicamente fragili e, quindi, vulnerabili, selezionate dai malviventi perché affette da depressione, da malattie oncologiche o croniche ed invalidanti, vedove o separate/divorziate, gravate da situazioni personali difficili, con le quali gli scammer, fingendosi persone importanti o professionisti di alto livello (medici, imprenditori, appartenenti a forze armate occidentali, medici in teatri di guerra, cantanti famosi, ecc.), intrecciano sui diversi social network relazioni virtuali facendo leva spesso su sentimenti di pietà e compassione, e raggirando, in questo modo, le vittime che, pur non conoscendo la vera identità degli scammer, sono indotte ad effettuare nel tempo ripetute dazioni di denaro, anche molto cospicue.

Sulla base degli elementi finora raccolti è possibile affermare che sono stati cagionati danni patrimoniali di rilevante gravità (sino a oltre 200.000 euro a persona), cui si devono aggiungere le rilevanti ripercussioni sotto il profilo psicologico dovute al sentimento di vergogna provato nel rendersi conto, infine, di essere state illuse e raggirate. Sono state individuate 433 vittime della tipologia di truffa sopra descritta, residenti nelle province di Savona, Genova, Imperia, Milano, Bergamo, Lecco, Varese, Torino, Alessandria, Novara, Trento, Padova, Verona, Venezia, Bologna, Arezzo, Livorno, Roma, Teramo, Napoli, Foggia, Lecce, Cosenza, Catania e all’estero.

L’altra tipologia di truffa è quella del “man in the middle”. Questo tipo di raggiro informatico consiste nel violare le comunicazioni di un’azienda allo scopo di “sostituirsi” ad essa, clonandone l’identità e le relative pagine internet, oppure i relativi clienti e fornitori, in modo da far dirottare i pagamenti verso i conti correnti dell’organizzazione criminale. I malfattori entrano nella posta elettronica di un’azienda o di un suo dipendente utilizzando diversi metodi, come e-mail di phishing e/o l’invio di malware. Gli scammer hanno così modo di interporsi nella corrispondenza tra azienda e clienti/fornitori, riuscendo ad indirizzare il denaro sui conti da loro indicati. Sono state individuate strutture ricettive truffate nelle province di Savona, Imperia, Milano, Venezia, Livorno, Roma e Napoli.

Come riportato nell’ordinanza emessa dal Gip, il denaro illecitamente ricevuto era poi trasferito ad altri nigeriani residenti in provincia di Savona, i cosiddetti “prestaconto” (quasi tutti richiedenti asilo politico, perlopiù disoccupati, senza alcun reddito lavorativo lecito o lavoratori saltuari e in 3 casi beneficiari del Reddito di Cittadinanza) e da questi proiettati su altri molteplici conti correnti da loro opportunamente aperti (sono stati individuati 108 rapporti finanziari in ben 30 istituti di credito ubicati in tutta la provincia di Savona), oppure su carte di credito o prelevato in contanti, infine trasferito in Nigeria con money transfer, operazioni web, hawala o di persona con voli aerei, trattenendo delle percentuali, in alcuni casi del 25%.

I RISULTATI DELL’OPERAZIONE DEI MILITARI

L’attività investigativa ha determinato l’emissione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Gip del tribunale di Savona, su richiesta della Procura della Repubblica di Savona, nei confronti di 29 indagati per i reati di associazione per delinquere finalizzata alle truffe e al riciclaggio internazionale di denaro, ed altre 47 persone denunciate a piede libero per il reato di riciclaggio, e la contestuale esecuzione di 29 perquisizioni personali e domiciliari.

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