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Tirreno Power, Uniti per la Salute: “Indagine epidemiologica non necessaria? Allibiti, per fortuna lo decide la Magistratura”

Dopo le parole dell'ingegner Giancarlo Fruttuoso che ha parlato in veste di consulente della difesa durante l'udienza di ieri

Tirreno Power

Vado Ligure. “L’inquinamento è sempre stato basso, non è necessaria alcuna indagine epidemiologica”. Sono queste in breve le dichiarazioni rilasciate ieri nell’aula del tribunale di Savona, durante l’udienza nel processo Tirreno Power, da Giancarlo Fruttuoso, ingegnere, docente all’Università di Pisa ed esperto di problematiche relative all’impatto ambientale. Parole che hanno turbato, e non poco, l’associazione Uniti per la Salute

“Nell’udienza di ieri per il processo per disastro sanitario e ambientale a carico di 26 fra dirigenti e amministratori della Tirreno Power è stato nuovamente ascoltato come consulente delle difese l’ing Fruttuoso – raccontano – Così continua l’audizione dei molti consulenti delle difese nell’intento di scalfire l’impianto accusatorio. Anche durante le precedenti esposizioni di altri consulenti delle difese abbiamo dovuto ascoltare, tra l’altro, che le emissioni della centrale (ricordiamo ben oltre un milione di tonnellate di carbone bruciate all’anno) non avrebbero influito sulla qualità dell’aria. In quella circostanza abbiamo chiosato su come questa affermazione  abbia dolorosamente colpito la nostra sensibilità e a nostro parere anche un elementare senso logico. Oggi siamo arrivati al punto di ascoltare, nell’esposizione dell’ing. Fruttoso, secondo quanto riportato nel comunicato della stessa Tirreno Power,  che ‘in base alla norme nemmeno c’era motivo di fare un’indagine epidemiologica’”.

“Come cittadini che vivono e respirano su questo territorio – sottolineano da Uniti per la Salute – siamo allibiti e possiamo affermare: meno male che quelle indagini sono state disposte ed eseguite dai periti incaricati dal Magistrato che hanno evidenziato i gravi problemi sulla salute e sull’ambiente. Non osiamo immaginare cosa sarebbe successo senza quelle indagini,  peraltro avvalorate dal successivo studio di coorte effettuato da un gruppo di scienziati del CNR”.

E poi aggiungono: “Abbiamo sentito in aula il prof. Bianchi, dirigente di ricerca del CNR, uno tra i più importanti epidemiologi a livello nazionale e internazionale, che ha illustrato diffusamente lo studio di coorte e ribadito in aula gli esiti con i drammatici numeri sulla mortalità emersi su questo territorio dove si è evidenziato che nei 12 comuni considerati, nelle aree a maggiore esposizione a inquinanti sono stati riscontrati eccessi di mortalità per tutte le cause (sia uomini che donne) del 49%, con punte del 90% per malattie dell’apparato respiratorio negli uomini. Esiti in linea con lo studio dei consulenti della Procura della Repubblica Crosignani-Franceschi-Scarselli”.

“Come cittadini possiamo concludere dicendo che fortunatamente in questo nostro Paese, come in ogni altra democrazia, le decisioni sulle indagini epidemiologiche (almeno sino ad oggi) non dipendono dai consulenti delle aziende, ma dalle valutazioni degli Enti di ricerca indipendenti e dalla Magistratura”, chiosano da Uniti per la Salute.

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