Preoccupazione

Terapia del Dolore, continua la protesta dei pazienti: “Caos sulla cannabis terapeutica, per noi vitale”

Un'altra voce tra i pazienti che chiede certezze sul proseguimento del trattamento sanitario

Pietra Ligure. Alla fine i timori espressi dai pazienti della Terapia del Dolore del Santa Corona sembrano essere confermati, almeno stando alle ultime testimonianze arrivate alla nostra redazione. Ultima, ma solo in ordine di tempo, quella di M.P.E, un’insegnante che da circa tre anni é in cura presso il centro pietrese, orfana del primario Marco Bertolotto andato in pensione, non senza polemiche sul proseguimento dell’attività sanitaria, la quale ha presentato negli ultimi tempi criticità sul fronte dell’approvigionamento dei farmaci e medicinali a base di cannabis.

“Sono una delle persone in cura con i cannabinoidi. Questa alternativa mi ha permesso di tornare a vivere in modo dignitoso, facendo fronte ad un dolore lombare continuo. Ora, la situazione del reparto di eccellenza di Terapia del Dolore pone dei forti dubbi sul mantenimento da parte della Asl di questo reparto terapico” afferma.

“Sono stata contattata per un appuntamento con un medico mercoledì 15 giugno al Santa Corona, ma lunedì mi hanno telefonato e sospeso la visita e il trattamento programmato a data da destinarsi; ieri nuova chiamata per un nuovo appuntamento il 21 giugno, ma all’ospedale di Savona”.

“Sono malata e sola, devo andare fino a Savona, con problemi di trasporto e costi elevati. A che ora? Alle 8 del mattino. Vuol dire per un malato che cerca di controllare il dolore con l’olio di fiori di cannabis e altro in aggiunta alzarsi per forza di cose verso le 5.30 e raggiungere la meta…” aggiunge ancora la donna.

“Inoltre, dovrò dimostrare di essere malata in quanto le cartelle cliniche lasciate dal dottor Bertolotto – che si è sempre battuto per i suoi pazienti in cura -, a quanto pare, non hanno nessun valore!”

E ancora: “Tutto è fumoso nonostante alcune affermazioni dell’Asl 2, creando ancora maggiore preoccupazione sul proseguimento delle cure, che per tanti – come la sottoscritta – hanno portato a grossi risultati”.

“L’auspicio è che lo staff medico che andrà a sostituire il dottor Bertolotto sia illuminato nella mente e nella coscienza, anche perché tra il 2021 e il 2022 il farmaco a volte non é stato consegnato e la sofferenza si è fatta sentire, costringendoci a dosare le gocce e quindi il medesimo trattamento indicato, senza contare il costo elevato del medicinale che rende impossibile un acquisto a livello privato”.

“Rispetto a queste considerazioni, al dolore fisico si aggiunge anche un dolore morale…” conclude l’insegnante savonese.

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