Liguria. Resta alta la preoccupazione per quanto riguarda la situazione siccità in Liguria (e non solo) per i prossimi giorni e per l’intero periodo estivo. Lo hanno spiegato oggi i tecnici di Arpal, alla fine della riunione di giunta regionale che ha stabilito, come annunciato, le linee guida per gli Ato, gli ambiti di servizio idrico, e i Comuni per iniziare a gestire il problema della scarsità di acqua dovuta alle poche precipitazioni.
Divieto di irrigazione e annaffiatura di giardini e prati, divieto di lavaggio di cortili e piazzali, divieto di lavaggio di autoveicoli con esclusione degli autolavaggi, divieto di riempimento di piscine private, fontane ornamentali e vasche da giardino: queste le misure di limitazione degli usi dell’acqua per finalità diverse da quelle potabili e produttive ritenute necessarie da Regione Liguria, che ha inviato ai Comuni e agli Enti di governo degli Ambiti per il servizio idrico integrato un’apposita comunicazione con le ‘linee guida’, in base alle risultanze del monitoraggio effettuato dagli Osservatori degli usi idrici, istituiti nell’ambito delle Autorità di Distretto del Po e dell’Appennino Settentrionale, che tornerà a riunirsi la prossima settimana.
Che poi sono “norme di buon senso, una misura più di sensibilizzazione culturale che non di efficacia materiale, ma comunque funzionale”, ha spiegato l’assessore alla Protezione civile della Regione, Giacomo Giampedrone.
Questo in base alle risultanze del monitoraggio effettuato dagli osservatori degli usi idrici, istituiti nell’ambito delle Autorità di Distretto del Po e dell’Appennino Settentrionale. Dalle analisi emerge, infatti, in Liguria una situazione di criticità idrica, soprattutto nel ponente, e un elevato rischio per l’uso di acqua potabile a causa del perdurare dell‘assenza di precipitazioni significative fin dall’autunno 2021, situazione aggravata dal periodo estivo caratterizzato dall’aumento delle temperature, dalla scarsità di piogge e dall’aumento dei consumi in ragione della stagione turistica.
“Il documento di giunta fotografa lo stato dei due bacini in cui la Liguria è inserita – spiega Giampedrone –, cioè il bacino del Po e il bacino dell’Appennino settentrionale, il primo ha un’alta severità idraulica da qualche settimana, quindi il massimo grado, mentre il secondo è stato classificato come severità media ma la tendenza nelle prossime settimane vede una riconvocazione dell’osservatorio che di fatto innalzerà, se non per tutto, sicuramente per il ponente della Liguria, il livello a severità massima”.
Questo è il primo provvedimento che la Regione adotta in attesa di collaborare, con tutte le Regioni, a costruire i criteri per accedere allo stato di emergenza. “… Che nelle prossime settimane potrà essere varato dal governo nazionale e mi pare di capire che la Liguria si candidi purtroppo a pieno titolo a fare parte di quelle regioni interessate dallo stato di emergenza” aggiunge l’assessore regionale.
“Stiamo lavorando con il Dipartimento nazionale e le altre Regioni per la costruzione dello status emergenziale – ribadiscono ancora il presidente della Regione Liguria e l’assessore alla Protezione civile – Il bacino del Po è al massimo livello di severità idraulica, mentre quello dell’Appennino settentrionale è a severità media, anche se riteniamo plausibile che, dopo la riunione dell’Osservatorio in programma la prossima settimana, si passerà al massimo livello anche per questo bacino”.
“Le previsioni al momento non sono ottimistiche. Riteniamo quindi che queste azioni siano assolutamente necessarie per prevenire un aggravamento della situazione e scongiurare nei prossimi mesi estivi il rischio di razionamenti di acqua e disagi concreti a cittadini e turisti. È bene agire fin da subito, auspicando il più presto possibile un intervento del Governo con misure specifiche” concludono Toti e Giampedrone.
Il quadro previsionale elaborato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine rivelano, tra la fine di giugno e i primi luglio, una anomalia in un’ampia zona e in particolare su Italia e Liguria. Per quanto riguarda le precipitazioni, nel mese di luglio, per la Liguria si prevedono precipitazioni sotto la media o al massimo coincidenti con la media climatologica, con temperature molto alte, un clima torrido e secco, nel segno dei cambiamenti in atto. La responsabile del centro meteo Arpal chiarisce: “Sono previsioni basate su valutazioni probabilistiche – precisa – quindi passibili di errore ma in ogni caso danno indicazioni sul trend, e questo vede fino a fine luglio un’anomalia positiva di temperature, quindi temperature al di sopra della media fino a fine luglio, ma soprattutto un’anomalia negativa sulle precipitazioni per luglio, agosto e settembre, quindi precipitazioni al di sotto della media climatologica”. E ancora: “I dati sono particolarmente critici – continua Trovatore – perché non ci danno la speranza che nei prossimi mesi pioverà di più”.
Arpal ha anche provato a ipotizzare due scenari, uno più ottimistico e uno più pessimistico, sulle condizioni in cui verserà il principale invaso genovese, il lago del Brugneto. Anche in questo caso, in una situazione “di crisi vicina ai minimi storici – afferma l’esperta di previsioni – nell’ipotesi positiva di precipitazioni si vede una risalita dell’invaso alla fine del periodo estivo, ma secondo quella pessimistica si può osservare l’azzeramento della risorsa”.

Regione ha invitato tutti gli enti interessati ad assumere le azioni individuate per contenere l’uso della risorsa idrica, attuando anche un’attività di vigilanza e controllo, con relazioni quindicinali sui risultati raggiunti da inviare al Dipartimento Ambiente e Protezione Civile e ai rispettivi Enti di Governo dell’Ambito.
A giugno in Liguria si è verificata un’impennata delle temperature, sia minime che massime, con valori ben al di sopra delle medie climatologiche, con un conseguente aumento delle esigenze di utilizzo dell’acqua. Anche le portate dei corsi d’acqua sono significativamente inferiori alla media stagionale, nel ponente ligure addirittura prossime ai minimi storici.
Si è registrato inoltre un significativo peggioramento nel mese di maggio, specie nell’imperiese e nel genovese, del cosiddetto SPI ((Standardized Precipitation Index), l’indicatore standard internazionale normalmente adottato per quantificare la situazione di siccità più o meno severa. Risultano in diminuzione tutti i livelli delle falde acquifere, in Liguria prevalentemente freatiche.
In sofferenza idrica l’invaso del Brugneto, nell’entroterra genovese. Per quanto riguarda le precipitazioni, mediamente a Genova, da gennaio a giugno compresi, cadono 537,8 mm: quest’anno ne sono caduti 100,6. Situazione analoga negli altri capoluoghi: a Spezia su una media di 722,3 ne sono caduti 233,8. A Savona su una media di 422,3 ne sono caduti 115,6, a Imperia su una media di 327,2 ne sono caduti 90. A Imperia e Genova non piove da circa 40 giorni. Le ultime precipitazioni registrate nei capoluoghi sono state di lieve entità: 4,6 mm a Imperia; 6,2 a Savona; 1,4 mm a Genova; 1,4 mm alla Spezia.
“Certo, ci preoccupa poi per l’autunno il fatto che gli eventi saranno sempre più estremi e sempre meno lunghi – osserva Giampedrone – quindi gli interventi di prevenzione e difesa saranno messi in grande stress, dovremo iniziare a ripensare le nostre azioni in termini di difesa del suolo, e lo stiamo già facendo, ma è il sistema Paese che deve pensare, e mi riferisco a Mims e ministero dell’Ambiente, a stanziare dei fondi per fare in modo che quest’acqua quando cade possa essere mantenuta il più possibile e sfruttata sui nostri territori e poi c’è un tema di fondo che è ancora più significativo ovvero quello della perdita cronica sulle tubazioni esistenti“.
Infine la dissalazione dell’acqua di mare. “Sul dissalatore – conclude Giampedrone – se ne parla in tutta Italia, è ovvio che ogni sistema che possa consentire di utilizzare l’acqua del mare per obbiettivi diversi è qualcosa su cui ragionare, non so se sia compatibile coi tempi in cui dovremmo muoverci, perché avremmo una necessità immediata di attuare misure di protezione civile, tuttavia potrebbe essere una misura da realizzare sulla base del Pnrr entro il 2026”.