Carcare. Scontro tra i sindacati e Noberasco per il rinnovo del contratto integrativo che scadrà alla fine di giugno. Al centro della discussione le deroghe sulle percentuali dei lavoratori in somministrazione che le organizzazioni sindacali, in accordo con i dipendenti, hanno chiesto di ridurre per “favorire le stabilizzazioni”, trovando però, a loro dire, “forte resistenza da parte dell’azienda”.
“La normativa – spiega Giovanni Tiglio di Filcams Cgil – prevede un massimo del 30% di lavoratori somministrati assunti a tempo determinato e del 20% di somministrati a tempo indeterminato, mentre il contratto di secondo livello, che sarà in vigore fino alla fine del mese, consentiva a Noberasco di raggiungere in entrambi i casi un massimo del 50%. Questo accordo era stato preso tempo fa in ottica di un percorso di stabilizzazione da proseguire negli anni, ma oggi ci troviamo con persone che lavorano nell’azienda da 5 e 6 anni e sono ancora precarie. Per questo l’assemblea dei lavoratori ha votato contro il rinnovo del contratto integrativo, chiedendo una riduzione delle deroghe”.
“La trattativa, dunque, è stata interrotta, vedremo se ci saranno le condizioni per riprenderla, sperando di non trovare ancora la resistenza dell’azienda – sottolinea Tiglio – Lo scopo ovviamente è quello di porre delle condizioni migliorative per i lavoratori e favorire il lavoro stabile, a discapito della precarietà”.
Sulla questione interviene l’amministratore delegato dell’azienda, Mattia Noberasco: “Non siamo noi che abbiamo cambiato idea, il problema è che loro non ci vogliono più concedere quello che ci hanno sempre concesso. E che tra l’altro, non più tardi dell’ultimo rinnovo, hanno sempre definito il contratto integrativo un ‘grande risultato’”, dichiara e poi precisa: “Abbiamo necessità di avere deroghe maggiori perché la nostra azienda è legata ad una tipologia di business che si basa sulla stagionalità, quindi abbiamo bisogno di flessibilità”.
E sulla resistenza posta dall’azienda, l’ad commenta: “Siamo disponibili a valutare le riduzioni delle percentuali, abbiamo proposto infatti di scendere al 40%, ma non siamo disposti ad azzerare questa deroga, altrimenti verrebbe meno il motivo per cui si fa il contratto integrativo. La logica dei sindacati ‘o come diciamo noi o niente’ non va bene, vista anche la situazione di crisi di questo momento, con i prossimi mesi che si prospettano davvero critici a causa del caro energia”.
“Siamo ovviamente ben intenzionati a chiudere l’integrativo – ribadisce Noberasco – ma se vengono meno i presupposti, a causa di quella che sembra un questione politica del sindacato, ognuno farà le sue valutazioni. In oltre 100 anni di attività, l’azienda ha sempre premiato i suoi lavoratori in base ai risultati, senza la necessità di alcuna formalizzazione e così continueremo a fare nel caso la trattativa non dovesse andare a buon fine”.
Mercoledì (22 giugno) ci sarà un nuovo incontro tra le parti e si vedrà se azienda e sindacati riusciranno a trovare un compromesso.