Pensiamoci

Intervista

Savona, politica unita a favore del San Paolo. Storti: “Un lungo elenco di problemi da risolvere e che non possono più aspettare”

Le carenze reparto per reparto, i continui rinvii dei vertici Asl a cominciare dal Centro ictus

Ospedale San Paolo Savona

Savona. Il mondo che ruota attorno al San Paolo è caratterizzato da vecchi e nuovi problemi. La notizia buona è lo sforzo bipartisan delle forze di maggioranza e opposizione in Comune per tutelare l’ospedale, soprattutto nel corso dell’ultima commissione consiliare; quella così così che si riescono a tenere in piedi gli argomenti a sostegno delle molteplici esigenze del nosocomio; quella negativa che mai come oggi il vertice dell’Asl 2, al di là di parole e promesse, sembra asservito ai desideri di Toti che – è risaputo – non ha certo l’ospedale savonese al centro della sua attenzione, nonostante un incontro che potremmo definire non negativo con il sindaco Marco Russo.

Può aiutarci a legare tutto ciò una dichiarazione riassuntiva del Comitato Amici del San Paolo, presieduto da Giampiero Storti, che riportiamo subito e per intero: “Il Comitato Amici del San Paolo considera ottimo il lavoro del sindaco, della terza commissione e del consiglio comunale della Città di Savona per monitorare la soluzione dei più gravi problemi del San Paolo. Amara la soddisfazione del Comitato nel vedere confermata la denuncia dell’inerzia dell’Asl 2, che prosegue da oltre un anno adducendo responsabilità altrui, adesso perfino il quadro internazionale. Per fortuna il sindaco e la commissione unitaria non demordono”.

Presidente Storti, siamo alle solite? E possiamo partire dal Centro ictus, che sembra l’emblema delle promesse non mantenute o perlomeno di ritardi che non finiscono mai?

“Dopo vari solleciti, la commissione è riuscita ad ascoltare il direttore generale dell’Asl 2, Marco Damonte Prioli, solo il 24 marzo. Per quanto riguarda il Centro ictus, continuano i rinvii su allestimento e personale. In realtà non conosciamo ancora la data esatta di quando potrà essere operativo, anche se c’è l’ennesima promessa che ciò potrà avvenire entro fine luglio o primi d’agosto. È vero che ci sono difficoltà burocratiche come quelle per il concorso per il primario, ma è anche vero che altre Asl in situazioni analoghe accelerano molto più della nostra”.

Possiamo riassumere per l’ennesima volta, magari aggiornandolo, l’elenco dei problemi del San Paolo?

“Ci provo, anche se magari non in ordine di importanza. 1) L’angiografo deve poter essere utilizzato h24 e tutti i giorni. 2) Siamo senza Pneumologia e vanno potenziate equipe vascolare e gastroenterologia. 3) Chirurgia della mano, fiore all’occhiello, deve essere messa in condizione di operare al meglio, come un tempo. 4) Chirurgia generale deve poter effettuare interventi di grande e piccola complessità, senza costringere i pazienti ad andare in Piemonte, ed essere dotata di un’efficiente Day Surgery. Non è tutto ovviamente”.

Proviamo a completare.

“Ci preoccupa in modo particolare la situazione di Malattie infettive perché presto il primario Anselmo andrà in pensione e non vorremmo fosse l’occasione per realizzare quel progetto, di cui si parla molto a Genova, di lasciare in pratica questa specialità solo a La Spezia, San Martino e Santa Corona. Noi la nostra proposta l’abbiamo fatta e consiste nell’utilizzare il padiglione Vigiola”.

Lei dunque continua a non essere ottimista.

“E come potrei esserlo? Non dimentichiamo che il San Paolo serve la città e la Val Bormida, il porto con il suo movimento turistico a cominciare dalle crociere che sono ripartite. Siamo ormai alle esigenze pre-Covid anche se il Covid non solo non è scomparso ma sta anzi rialzando la testa. La voglia di combattere quella no, è sempre la stessa, aumentata dal fatto che la compattezza del fronte politico è un’arma molto importante su cui contare, anche se Savona non ha santi politici in Paradiso a differenza di altre zone della provincia”.

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