Lettera al direttore

Senza sosta

L’orfana del 40/

di L.R.

Autobus Savona Tpl Linea
Foto d'archivio

Sono una stagionale come tante, mischio la mia stanchezza all’entusiasmo dei turisti che invadono le spiagge,alle aspettative dei venditori ambulanti che ogni giorno salgono sui bus di linea.

Come spesso accade non ho orari fissi perciò “bazzico”orari non meglio definiti affissi nelle pensiline scoloriti dalle intemperie e spesso dagli anni (luglio 2021).
Per carità c’è internet e un sito (non sempre aggiornato),per carità c’é un call center (non sempre rispondono),insomma per carità non si pretende.

Faccio anche parte di quelle (rare)persone che pagano il biglietto (l’abbonamento in verità) non sono solo i “vu cumprà” a non pagare…ma va beh si dice “siamo in Italia”e ci chiniamo al mal costume che tristemente ci identifica.

A volte finisco tardi,a volte prima ma malgrado l’età mi cimento, scarpette ai piedi, ai cento metri piani perché un bus preso prima significa: prima casa, prima pranzo, prima tutto e perciò prima corro…

Come oggi, che arrivo tre minuti prima dell’orario canonico e del giustificato ritardo.
Siamo sotto il sole inclemente delle 12.35 io e una turista munita di valigia strategicamente posizionata sull’asfalto bollente della fermata.
Pochi minuti e il sospiro di sollievo nel vedere l’agognato bus, si trasforma in un conato nel vederlo, senza rallentare, passare senza fermarsi.

Ora: ho rispetto del lavoro altrui,della fatica nel trattare con una utenza difficile, attendo senza lagnarmi dei ritardi (perchè si sa d’estate è così), non mi lamento se eventuali scioperi sono comunicati in fogli in A4 che la mia miopia fatica a leggere, e neanche quando é capitato una domenica, ci abbiano fatto scendere da un bus marciante x risalire su un’altro, cercando di prenderla in allegria.

Ma il sentimento di abbandono di oggi dovuto all’incuria o al sovrappensiero dell’autista di turno mi ha fatto sentire orfana: di attenzione, di rispetto per la mia di fatica,persino della mia educazione per la quale faccio segno di richiesta di fermata nel salire e spesso ringrazio. Nel mio modo di rispettare le regole imposte indossando la mascherina e lasciando il posto a chi lo merita più di me per anni o patologie.

Insomma resto orfana del 40/ e in ostaggio della noncuranza ormai dilagante.

Grazie per l’attenzione.

L.R.

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