Vamos a ganar

Italia vs Argentina. “La Finalissima” vissuta da Santiago Szerdi, ex giocatore ponentino: “Emozioni fortissime”

Una giornata indimenticabile per ogni tifoso argentino: "Organizzata in un giorno, amo sempre più questo meraviglioso sport"

Generico giugno 2022

Londra. Una passione sfrenata per la propria terra, unita all’amore per il calcio, rendono l’argentino medio uno dei migliori tifosi del panorama calcistico mondiale. I riti che precedono la partita sono quasi più sacri della stessa, con una grande riunione di persone che, per la maggior parte, non si sono mai viste in vita loro, ma per l’Albiceleste diventano tutti fratelli e sorelle.

E nel bel mezzo della festa, c’è proprio un popolo che gli argentini accoglierebbero molto volentieri: siamo proprio noi, gli italiani, che per storia e tradizioni ci avviciniamo molto a loro. Lo abbiamo fatto da migranti, fondando anche una squadra lì (il celebre Boca Juniors, non a caso soprannominati i “Xeneizes“), lo fanno tutt’ora loro per cercare opportunità migliori nel Vecchio Continente. Un altro esempio di unione? Diego Armando Maradona, ovviamente.

Dalle nostre parti possiamo trovare diversi personaggi anche in ambito sportivo. Pensiamo a Cesar Grabinski, Sergio Soldano e coach Carlos Pedrini, tre personalità diverse ma con una storia in comune.

Come è simile anche quella di un ragazzo che ha giocato qui a Ponente, adesso però in terra siciliana per continuare il suo viaggio per il “fùtbol”. Santiago Szerdi, ex centrocampista di Loanesi, Finale e Pietra Ligure, si racconta così:

“Sono un ragazzo argentino nato a Buenos Aires e, fino a quando mi sono trasferito qui in Italia, ho vissuto nella bella città di Banfield. Da quando ho iniziato a camminare ho sempre dato un calcio ad un pallone, mi sono innamorato sin da subito di questo sport. Ho giocato nelle giovanili del Banfield e Los Andes, passando poi in Serie B Argentina con il Claypole e al Liniers, dove mi sono trovato benissimo: siamo stati ad un passo dal vincere la finale, peccato. Dopo 3 gol nelle prima 4 partite, la stagione dopo mi è arrivata una proposta dalla Loanesi. Ne ho parlato un po’ con tutti, dalla mia famiglia al mio mister dell’epoca, che mi ha capito e mi ha accompagnato nella scelta. Dopo le esperienza a Finale e a Pietra mi sono trasferito in Sicilia, nel Nebros dove ho fatto bene e mi vogliono tenere”.

Nonostante il viaggio in Europa, a Szerdi è sempre rimasto quel senso di appartenenza sudamericano. E così, da una “folliaorganizzata il giorno prima, ha colto la palla al balzo in occasione della “Finalissima” tra Italia e Argentina per rivivere la passione di un tempo:

“Tutto è cominciato al compleanno di un mio amico, era il 31 maggio. Ad un bel momento ha buttato lì l’idea di festeggiarlo a Wembley, da me subito accolta con entusiasmo. Parlandone con un mio compagno di squadra in Sicilia voleva venire pure lui: così abbiamo preso 4 biglietti, io e quello del compleanno con lui ed un altro suo amico. Durante i giri ci siamo un po’ separati: loro guardavano i musei, mentre noi eravamo totalmente in clima partita, nel bel mezzo della “previa partita”. Così siamo andati a Trafalgar Square il giorno prima per partecipare la riunione con tutti i tifosi argentini durante la quale si canta e si salta, eravamo circa 500 dalle 17 fino alle 22. Dopo esserci rincontrati per mangiare qualcosa, discutendo ovviamente di ciò che ci avrebbe aspettato il giorno seguente, siamo rientrati in albergo a riposare”.

E la festa ha accompagnato tutto il prepartita: “Siamo partiti verso Wembley con la metropolitana. Gli argentini avevano preparato cibo e bevande della propria terra, senza farsi problemi ad offrirle e a condividere il momento con i tifosi italiani. Questo è stato meraviglioso, un bellissimo esempio di sport e unione”.

Poi il suggestivo ingresso nella “cattedrale del calcio”: “Le emozioni erano forti. Si tratta di uno stadio incredibile e ricco di storia. Sentire il proprio inno nazionale e sapere di stare per vedere i migliori calciatori del mondo, soprattutto per noi che siamo “colleghi”, è stato veramente bello”.

I gol di Lautaro, Dybala e Di Maria hanno mandato in estasi il settore sudamericano: “Io e il mio amico siamo rimasti fino all’ultimo per vedere alzata la coppa, mentre gli altri due ragazzi sono andati via un po’ prima. Abbiamo festeggiato con una metro pienissima, c’era una felicità pazzesca”.

Rientrato a casa, ora Szerdi può tornare a pensare al suo futuro, ma senza troppa fretta: “Qualche proposta mi è arrivata, devo essere sincero: rimanere qui in Sicilia, andare in Toscana oppure tornare in Liguria. Non ho ancora deciso nulla, ma quando lo avrò fatto lo saprete sicuramente. Valuterò bene, adesso ho da pensare alla nazionale argentina di beach soccer”.

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E certo, al cuor non si comanda: quello di Santiago Szerdi batte oltre oceano, per la sua Argentina.

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