Accoglienza

Dall’inferno in Ucraina al mare della Riviera: 15 persone in fuga dalla guerra ospiti a Borghetto

Si tratta di 5 genitori, con mamme e nonne, e 10 bimbi: i più piccoli hanno 5 mesi, i più grandi 4 anni di età

Borghetto. Hanno vissuto in prima persona l’orrore della guerra (alcuni dei loro famigliari si trovano ancora là) e dall’Ucraina sono fuggiti e hanno trovato rifugio, con il supporto di 3 associazioni (Il ponte della solidarietà, Un sorriso oltre le barriera e UcrainItalia), in Italia. 

Si tratta di 15 persone, di cui 5 genitori, con mamme e nonne, e 10 bimbi rovenienti da Kharkiv, Kiev e Kherson, che negli ultimi due mesi hanno soggiornato a Cormano (Lombardia). Ma è estate, le temperature torride, e la voglia di mare tanta, comprensibilmente, soprattutto per i piccoli. 

E qui è entrato in gioco il parroco di Cormano don Gigi Musazzi, che ha fatto suo il desiderio dei bimbi e, grazie alla sezione borghettina di Unitalsi, che li ospiterà fino al prossimo 3 luglio nella Casa della Gioia, ad esaudirlo. 

Dieci dei membri della comitiva ucraina sono arrivati oggi, mentre altri due erano già ospiti di una volontaria che si trova a Borghetto in questo periodo e altri 3 sono ospiti dei francescani di Monza. 

“Ringraziamo l’Unitalsi di Monza, con presidente Rosella Panzeri e la sorella Pier Luigia che ne è direttrice per aver organizzato, l’accoglienza”, ha dichiarato nell’occasione don Gigi Musazzi.

Profughi ucraina borghetto

Grande soddisfazione e solidarietò è stata espressa anche dal Comune di Borghetto per voce del sindaco Giancarlo Canepa: “Tutte le volte che il paese ha avuto bisogno questa casa si è sempre aperta ad aiutare la cittadinanza, quindi si tratta di un luogo molto importante per Borghetto. Siamo molto grati all’associazione e a tutti i volontari che hanno reso possibile questa iniziativa di accoglienza”.

“A Borghetto avevamo già una mamma e una ragazzina e altra bimba di 7 anni, entrambe inserite nella scuola di Borghetto. Entrambe hanno avuto esperienze agghiaccianti. La prima ci ha impiegato 15 giorni ad arrivare qui l’altra ha lasciato i genitori lì ed è venuta qui affidata ai nonni. Ma prima di raggiungere l’Italia ha vissuto due settimane chiusa in cantina”, ha aggiunto Mariacarla Calcaterra, assessore ai servizi sociali.

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